Past.

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25 Luglio 2013

"Sei stupido, perchè fai così?" Chiese un ragazzino.
"Perchè i miei genitori fanno schifo." Rispose un altro con fare ovvio.
"Butta via quella cosa, non ti serve a niente." Disse amorevolmente il primo.
"No, voglio farmi male così poi potranno pentirsi di non avermi dato attenzioni." Continuò il secondo.
"Butta quell'accendino." Affermò il più alto in modo severo.
"No, devono capire quello che fanno." Ribattè il più basso.
"Jungkook, smettila. Non attirerai la loro attenzione in questo modo. Magari non ci faranno neanche caso alla puzza di fumo, tanto presi dal lavoro." Replicò il primo.
"Taehyung, lo so. Ma davvero, mi fa pure schifo, lasciami solo provare un'ultima volta." Pregò il ragazzino.
"Non ci provare. Stai diventando sempre peggio." Rispose fermamente il più grande.
Sospirarono entrambi.

___

26 Luglio 2013

Il giorno dopo il più piccolo finì in ospedale, Taehyung corse da lui.
Furono tristi quando si videro: c'erano solo loro due, circondati dal bianco nauseante.

"Jungkook, hai fatto una stronzata." Iniziò a dire Taehyung.
"Lo so, Hyung... Non dovevo provare a mettere la mano nella padella..." Si vergognò il minore, non si guardavano in faccia.
"Ti avevo detto di non farlo, ma mi hai mai ascoltato una singola volta?
Hai mai preso in considerazione quello che ho detto? Anche solo una parola?
Mi hai deluso.
È già la terza volta questa settimana, ed è solo giovedì. Cosa vuoi diventare Jungkook? Vuoi continuare a fare così? Vuoi sul serio passare la tua vita a cercare le attenzioni di persone che per te non farebbero mai nulla?" Si arrabbiò il maggiore diventando rosso in volto e stabilendo un contatto visivo.
"Io volevo avere una famiglia normale. Non vedo mai i miei genitori e quando succede... Quelle rarissime volte, le passano a picchiarmi o a insultarmi, tu lo sai bene Hyung." Continuò alterato il minore.
"Ti stai facendo male per persone che non meritano neanche di vederti, ma sei impazzito?!
Kook, io te lo dico: stai oltrepassando la linea di non ritorno.
Giunto lì, potrai dimenticarti completamente di me.
Non voglio essere costantemente in ansia che ti succeda qualcosa per colpa loro o a causa della tua stupidità.
Sono stanco di correre in ospedale quasi tutti i giorni, anche a notte fonda, scappando dalla finestra per sapere se stai bene, se sei cosciente, quali siano le tue condizioni...
Mi stai uccidendo Jeon Jeongguk, sarai anche il mio primo amore, ma puoi andare a farti fottere se devi continuare così.
Agendo in questo modo non solo ti fai del male, ma ne soffro anche io...
E pensare che oggi ti volevo dire quanto fossi felice che tu non fossi in questa stanza bianca e volevo dichiararmi come si deve." Rise amaramente il quattordicenne.
"C-cosa? T-Taehyung..." Cercò di dire il più piccolo, ma venne zittito brutalmente.
"Non dire niente Jungkook. Vedrò di far passare i miei sentimenti durante i prossimi giorni, mesi e anni." Continuò il maggiore, con un'espressione che Jungkook non gli aveva mai visto fare, gli metteva tristezza e lo faceva sentire terribilmente in colpa.

Taehyung raccolse lo zaino che teneva sempre in spalla da terra, poi fece un cenno al suo migliore amico, sussurrando un 'Ci vediamo tra due settimane, non farti male' ed uscì dalla porta di quell'orribile stanza di ospedale.
Jungkook iniziava a sentirsi male: aveva le gambe molli, un goppo in gola che non lo faceva respirare, il labbro gli tremava, aveva il respiro che si faceva sempre più irregolare e poi iniziarono a scendere una, due, tre, quattro lacrime...
Non riusciva a fermarle, si teneva il petto con la mano destra, stringendola sul cuore, per cercare di fermare i battiti veloci del suo cuore e quel dolore straziante che si creava ad ognuno di essi.
Quando si fu calmato disse alla stanza ormai vuota: "Anche tu sei il mio primo amore."

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