15: Non mi scappi.

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Mi sentivo intrappolato.
Non c'é via di fuga.
Cosa faccio?
Sto sognando?
Voglio svegliarmi. Adesso.

«Eccoti qua...coniglietto» la sua voce maligna mi perforò le orecchie, lacerandomele. Stavo tremando. Volevo scappare via ma le mie gambe non erano d'accordo, i miei occhi erano spalancati.

«M-maestà...» indietreggiai piano, potei notare i suoi occhi che non si scollavano dai miei. Così profondi. Così belli.

«Aw, è stato carino il tuo intento di scappare via da me per rifarti una vita. Non si fa così, ti avrei dato amore» affermò con voce da finto dispiaciuto, sappiamo entrambi che non lo era per niente.

«I-io..ecco» le mie corde vocali bruciavano, proprio quando decidi di bere uno shottino di vodka tutto d'un sorso. Le mie gambe si stavano muovendo da sole, ad ogni mio passo all'indietro lui ne faceva uno avanti, aveva un ghigno stampato in volto.

«Non dire nulla. Oggi fai le valige e ritorni da me» eravamo a neanche un metro di distanza, si fermò. Con la mano si scostò il suo ciuffo leggermente lungo che ricadde poco più dietro.

Così autoritario.

«S-si maestà» feci un piccolo inchino con il capo che sono sicuro gli fece aumentare l'ego che in quel preciso istante riempiva il suo essere. Non potevo rifiutarmi al suo volere. Anche volendo.

«Come mai quel faccino triste? Pensavo ti piacesse passare del tempo con me Kookie, sei felice? Vero?» si avvicinò ancora di più a me, le mie spalle ormai toccarono il freddo muro dell'aula.

Quel soprannome. Che colpo basso.

«Io ecco...lo sono...vostra..maestà» feci un altro inchino.

«Sei diventato un ometto, guardati un po' come ho fatto a non riconoscerti subito?» portò le sue dita affusolate sotto il mio mento tremante, mi fece sobbalzare sul posto. Il suo tocco su di me è sempre stato delicato, continuai a tenere il capo chino, non volevo più guardarlo negli occhi o avrei sofferto.
Avvicinò le labbra al mio orecchio e mi sussurrò una cosa.

«Vedrai che recupereremo tutto il tempo che sei stato lontano da me» il suo respiro tagliente mi fece venire la pelle d'oca. Avevo paura. Non mi avrebbe mai fatto del male ma per un solo millesimo di secondo ho pensato che lo avrebbe fatto.

«Si, vostra maestà» tenevo gli occhi chiusi, strizzati. Sentì la sua presa alentarsi e i suoi passi che si dirigevano verso l'uscita, aprì cautamente un occhio e notai che aveva chiuso la porta alle sue spalle lasciandomi completamente solo alla luce del giorno. Ci misi giusto qualche minuto per metabolizzare quello che era appena successo. E solo dopo mi misi le mani tra i capelli.

«Cazzo...»

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«Aiuto questa giornata non finiva più» mi lamentai con il mio amico posto al mio fianco una volta chiuso l'armadietto. Ci recammo a passo svelto verso l'uscita per tornare a casa, in mensa oggi non avevo visto neanche per sbaglio Jungkook. Ero pensieroso, non è che gli è successo qualcosa?
Devo indagare.

«Hyung oggi studiamo insieme?» proposi al rosso al mio fianco al che si limitò ad annuire.

«Se vuoi puoi venire da me dato che i miei non ci sono e mia sorella va a lavorare, al ritorno ti accompagno io con la sua auto» propose tranquillo al che accettai subito. Una volta usciti ci guardammo intorno e notai la chioma liscia ma leggermente spettinata di Jungkook.

«Hyung! È lì! Corri!» feci le poche scale che c'erano e raggiunsi il castano che era intento a tornare a casa da solo. Il rosso si mise a correre e mi raggiunse.

«Hey» feci per salutarlo, sobbalzò sul posto, sbiancando più del solito, aggrottai la fronte.

«Torniamo insieme oggi» gli sorrisi, guadagnandomi un suo sguardo perplesso.

«Eccomi» Hobi aveva il fiatone e barcollava per colpa della corsa improvvisa che si era dovuto fare. Gli occhi sottili di Jungkook squittarono verso Hobi, lo vidi tranquillizzarsi una volta che capì chi era. Alzò le spalle, come a scacciare il nervosismo. Dopo qualche istante di silenzio imbarazzante mi decisi a parlare.

«Kook, sei molto strano ultimamente, tutto bene?» chiesi, mantenendo il mio sguardo fisso sull'asfalto.

«Sto bene. Non preoccuparti per me.» rispose secco. Non mi aspettavo per niente una sua risposta sonora infatti i miei occhi si spalancarono e il mio cuore perse un battito.

«Mi preoccupo eccome, non mi..ci...parli mai, non voglio vederti triste...tutto qui» balbettavo come un perfetto idiota, da parte di Hobi ricevetti un sorriso ampio, pulito, sincero, che mi incoraggiava. L'ho adorato.

«Ho detto che sto bene» affrettò il passo, superandoci.

«Hey aspettaci!» lo raggiunsi, seguito da Hobi.

Una volta arrivati vicino a casa sua fece gli scalini a due a due e entrò dentro senza salutarci, neanche con la mano, come fa di solito.

Ok ha qualcosa. Ma cosa? Che riguardi la scuola? O qualcuno?

«È andato. Forza Chim andiamo, dobbiamo ringraziare chissà quale divinità per averlo fatto parlare anche se per un secondo non credi?» ridacchiò il maggiore al mio fianco.

«Già...» ero pensieroso. Per tutto il tragitto abbiamo cercato di cambiare argomento e parlare di qualcos'altro, ma una parte del mio cervello voleva sapere cosa sta succedendo. Il mio sesto senso punta su Taehyung, secondo me centra qualcosa.

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«Hyung sono a casa!» urlai una volta entrato dentro la mia dimora, Jin non ci mise troppo tempo ad arrivare all'ingresso. Sempre in ordine e perfetto.

«Bentornato signorino, è andata bene oggi a scuola?» chiese con un filo di preoccupazione nel suo tono di voce.

«Certo che si! Oggi tornerà» dissi soddisfatto più che mai, il maggiore davanti a me spostò lo sguardo da un altra parte, si leggeva la sua preoccupazione anche da un kilometro di distanza.

«Non fare quella faccia, andrà tutto bene Hyung, in fin dei conti...appartiene ancora a me, questo è quello che dicono le carte» posai lo zaino sopra una poltroncina che dava all'ingresso e senza lasciar parlare Jin salì in camera mia. Ero di buon umore e niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare, neanche i miei genitori che sarebbero tornati oggi in tarda serata.

Ho già escogitato un piano B in caso il caro Jungkook non decida di venire qui di sua spontanea volontà. Oh ragazzi ci sarà da divertirsi. Se devo essere sincero mi è mancato da matti. È passato troppo tempo dall'ultima volta che l'ho visto. Quando sono entrato a casa sua i miei occhi si sono messi a cercare una qualsiasi foto sua da piccolo e una volta constatato che era lui ho capito e agito. Come può essere felice di vivere in una casa che non è neanche sua? Con persone che non sono suoi parenti? Lui è orfano, e la mia famiglia, o meglio, io l'ho scelto come servo personale, i miei genitori hanno accettato e così lo abbiamo preso. Era un orfanello vagante, ma ora ha un posto. È quel posto è la mia casa.

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Annyeo! Grazie mille per aver letto anche questo capitolo 🙇🏻💙

사랑해~💕

⇢ ℱ ℒ

-Acquarius~💙

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𝐎𝐡 𝐲𝐞𝐬, 𝐦𝐚𝐣𝐞𝐬𝐭𝐲 👑🔥|| Vkook-TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora