II. CONOSCENZE

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«quindi seguite lo stesso corso di Lisa?» riassumi, mangiando un boccone, alla fine di una breve conversazione nella quale sei riuscita a recepire questa informazione.

Al parcheggio, finito l'allenamento, Lisa aveva proposto una cena take away a casa vostra per darti il benvenuto e per conoscersi meglio.

I tre ragazzi in questione rispondo alla tua affermazione con un semplice cenno della testa, in quanto le loro bocce in questo momento sono occupate a macinare grandi quantità di cibo.
«tu piuttosto» inizia Hobi, indicandoti con le bacchette in metallo che tiene strette fra le dita della mano destra «ti sei davvero trasferita qui solo per ballare?»

Abbassi la testa sul cibo a questa domanda. È un tasto dolente nella tua memoria, ma soprattutto nel tuo cuore. Dentro di te vuoi convincerti che sia come dice il ragazzo, ma la tua mente é fin troppo lucida per pensare una tale fesseria.

«io» dici quasi in un bisbiglio «credo che volessi soltanto cambiare vita per un po'»
Decidi di rimanere vaga, ma senza raccontare bugie. Vorresti tanto poterti convincere di essere soltanto confusa e di non voler mescolare le cose che ti sono accadute in Italia con la tua decisione di trasferirti per un po' in Corea per ballare, ma sai benissimo come stanno veramente le cose.

I ragazzi intorno a te ti guardando, taciti, dedicandosi l'un l'altro delle occhiate confuse.

«sono avvenute delle cose, in Italia, che vorrei dimenticare» continui senza neanche rendertene conto, mentre giochi nervosamente con le bacchette, che sbattono fra loro producendo uno stridulo rumore metallico.
«ho deciso che dovevo dedicarmi di più a me stessa, alla mia serenità, quindi alla danza. Ho capito che era ora di seguire i miei sogni e non le persone»

Rimani qualche secondo a riflettere sulle parole appena dette, pensando che forse sarebbe stato meglio tenersele per sé considerando la reazione degli altri quattro ragazzi, dal momento che stanno semplicemente zitti, chi a guardati impacciato, chi con gli occhi puntati sul piatto che ha in mano.

Lisa é l'unica a cercare di rassicurarti, posando una mano sulla tua spalla e sorridendoti calorosamente.

Questa strana situazione viene interrotta dal campanello della porta d'ingresso che risuona stridulo e assordante in tutto l'open space in cui vi trovate.
Lisa volge di scatto gli occhi al portone il legno nero, per poi appoggiare il suo piatto in cartone sul tavolino di vetro posto davanti al divano e camminare con passo sicuro verso l'ingresso.
Afferra la maniglia lucida e con velocità la abbassa, aprendo la porta quel poco che basta per far passare la testa.

Da fuori fa capolino una chioma argentea, che con occhi scuri scruta la situazione dall'esterno.
«»-finalmente sei arrivato-«» borbotta Jungkook, riferendosi al ragazzo alla porta, mentre si imbocca di nuovo, senza prestare il nuovo arrivato di un singolo sguardo.

«ti sembra colpa mia se c'era traffico?» borbotta il grigio, che entra nell'appartamento spingendo la porta e di conseguenza anche Lisa.
Questa gli dedica uno sguardo acido, mentre lui le riserva una pacca sulla spalla.
«scusa principessa» mormora ridendo e mandando, subito dopo, un bacio volante alla ragazza.

Il grigio si fa strada nel soggiorno con le mani nelle tasche della giacca e si piazza in piedi a pochi passi da te, fermandosi a fissarti.
Di rimando vogli lo sguardo al suo, osservandolo dal basso con aria confusa. Rimanete entrambi in silenzio, finché non capisci che forse é il caso che sia tu a fare il primo passo.

Ti alzi sbuffando mentalmente, appoggiando il cibo sul tavolino e rizzandoti davanti al ragazzo, mentre Lisa compie l'azione contraria, riaccomodandosi sul divano con il piatto fumante in mano.

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