III. DISAGIO

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«sei già ubriaca?» domandi sbiascicando l'ultima parola, guardando Lisa accasciarsi al divano.
La ragazza si volta verso di te, per poi mettersi a ridere.
«guarda, guarda la tua faccia sei, sei ubriaca» ride ancora, parlando a stento.
Iniziate a ridere insieme, mentre ti siedi sul bracciolo del divano accanto alla tua amica.

Non sei del tutto ubriaca, hai bevuto il giusto per poterti divertirti senza stare male. Era da un po' che non partecipavi ad una festa e che non bevevi. In questa occasione hai deciso di lasciarti un po' andare, rimanendo vigile per non commettere errori già fatti in passato.

«Y/n vieni a ballare con noi» ti dice Jennie, prendendoti per il polso e trascinandoti in mezzo al piccolo salotto, dove già Rose, Jimin e Hoseok stavano ballando sopra una canzone non molto alta.
Inizi a muoverti insieme agli altri quattro ragazzi, stando attenta a non pestare troppo i piedi, per non dare fastidio agli altri condomini. Ormai era mezzanotte passata ed era da un po' che facevate fracasso. Temi che qualcuno dei vostri vicini possa venire a bussare alla porta per lamentarsi del continuo frastuono.

Mentre ballate a tempo di musica, o quasi, Jennie si piega improvvisamente a metà, tenendosi con una mano la bocca e con l'altra lo stomaco. Rimane immobile in quella posizione, mentre tu sei l'unica ad accorgersi della sua situazione e a soccorrerla. Ti chini tenendole la schiena, chiedendole ripetutamente se si sentisse bene, mentre il viso della ragazza si impallidisce sempre di più.

Prima che sul tappeto potesse riversarsi tutta la cena della ragazza, porti Jennie in bagno, facendola inginocchiare davanti al cesso per farla sfogare lí dentro.
Le raccogli i capelli, in modo che non si sporchino, accarezzandole la schiena mentre sta piegata con la testa nella tazza.

«sapevo che qualcuno sarebbe stato male» borbotta una voce profonda all'uscio della porta. Ti volti e riconosci il viso di Jungkook osservarti dall'alto. Se ne sta appoggiato allo stipite con le braccia conserte e un impressionabile equilibrio.

Non sei riuscita a mantenere una concentrazione tale da esserne sicura, ma pensi che anche lui non abbia bevuto molto per tenere d'occhio la situazione.

«porta dell'acqua, per favore» chiedi al ragazzo, mentre Jennie da fa un altro sforzo di vomito.
Staccando gli occhi dalla ragazza, non ti accorgi che i suoi sottili capelli ti stanno lentamente scivolando dalla presa, finendole così accanto al viso.
«così le sporcherai i capelli» borbotta Jungkook, avanzando nervoso verso di te e prendendo delicatamente i capelli di Jennie dalle tue mani per raccoglierli nelle sue, per poi reggerli indietro e pettinarli con le dita.
Lo osservi compiere quell'azione con estrema cautela e scrupolosità.

Ti alzi, appoggiandoti sulle ginocchia e cammini fuori dal bagno a passo sostenuto.
«vado a prendere l'acqua» mormori uscendo velocemente dalla stanza piastrellata.
Cammini in cucina con occhi spenti, facendoti strada fra i ragazzi estasiati dall'alcool e dalla musica. Afferri un bicchiere dall'armadietto, aprendo poi l'acqua fredda del rubinetto.

Le tue orecchie smettono di ascoltare i rumori esterni. Tutto diventa ovattato e l'unica cosa che percepisci è l'acqua scorrere dentro il bicchiere di vetro liscio e freddo. Rimani con gli occhi fissi sull'oggetto che tieni in mano, mentre vieni avvolta da un telo scuro e silenzioso.

Come ci sei finita qui?
Sono tutte le scelte che hai fatto, le cose che ti sono accadute, le persone intorno a te che ti hanno portata dove sei ora. Pensavi di aver chiuso con la bella vita e che ti fossi ripromessa di concentrati sulla tua carriera e sul tuo futuro. Evidentemente il tuo spirito giovane è più forte di te.
Ti volti verso quel festino improvvisato, osservando i ragazzi ballare o stare accasciati sul divano a ridere. Anche loro sono qui per tutta una serie di cose ed eventi. La vita è schematizzata per essere uguale e unica allo stesso tempo per ogni persona. Se il destino esiste, allora non è colpa dell'uomo se il mondo è così pieno di odio e cattiveria. Eppure sembra tutto così malvagiamente ingiusto. Non vuoi tornare a quello che ti è capitato una volta.

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