XVI. TSUNAMI

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Hai abbracciato Lisa un'ultima volta prima di sistemarti il borsone sulla spalla ed uscire di casa, diretta verso la sede della SM Entertainment, dove hai trovato un pullman ad aspettarti.

Erano le cinque e mezza del mattino quando ti sei svegliata e la tua coinquilina aveva insistito per alzarsi alla tua stessa ora per aiutarti con le cose che dovevi portarti via e per poterti salutare come si deve.

Sull'autobus ti siedi in uno degli ultimi posti dove la luce dei led è più fievole e quindi avresti dormito meglio. Appena due minuti dopo che ti sei sistemata, accanto a te si siede Hoseok, che infila la sua valigia nello scomparto sopra le vostre teste prima di buttarsi sul sedile.

Ti osserva gonfiando le guance, non sapendo bene cosa dire.

«ho saputo di te e Jungkook» mormora dopo qualche secondo di esitazione.
«scusa Hobi» lo interrompi «ma non ho proprio voglia di parlarne»

Il ragazzo si ammutolisce, ma annuisce in segno di assenso. Hoseok è sempre stata una persona particolarmente empatica, sai che se non vuoi parlarne lui non ti forzerà a farlo.

«ora farò l'appello per essere sicuro che ci siate tutti» annuncia d'improvviso Lee JoonWon dalla cima del bus, attraverso un microfono collegato alle casse del veicolo.
Come annunciato, l'uomo inizia a pronunciare uno ad uno i nomi dei ballerini compresi nel programma che alzano la mano quando chiamati, il che ti riporta a quando ancora ad ogni allenamento JoonWon faceva l'appello alla stessa maniera di adesso.

Con la sola differenza che hai praticamente gli occhi chiusi e la mente poco lucida.
Usi le ultime forze mentali che ti sono rimaste per alzare la mano quando senti chiamare il tuo nome, per poi chiudere gli occhi e lasciarti cadere sulla spalla di Hoseok al tuo fianco.

«è un problema se ti uso come cuscino?» domandi quasi in un sussurro.
«lo stai già facendo» ridacchia sottovoce Hobi in risposta «comunque fai pure»

Queste parole sottili del moro sono l'ultima cosa che odi prima di abbandonarti in uno dei sonni più profondi che tu abbia mai fatto in tutta la tua vita.

La notte non hai dormito. Non facevi che ripesare alla conversazione con Jungkook e ai suoi occhi nel momento in cui lo hai lasciato in mezzo alla strada, non riuscendo a fare a meno di chiederti se tu abbia fatto la cosa giusta.

Ormai però non puoi tornare indietro, ciò che è fatto è fatto e il tempo farà il suo corso, portando con sé le risposte ai tuoi dubbi.

Vieni disturbata nel momento il cui la tua spalla viene scossa e il tuo nome viene pronunciato una miriade di volte di seguito, sottovoce.
Allora apri gli occhi, ancora del tutto confusa dal sonno, e sollevi lo sguardo su Hoseok che ti sorrise da sopra la sua spalla.

«tra due minuti siamo arrivati» pronuncia con gentilezza «ho pensato che sarebbe stato giusto avvisarti per tempo»
Le sue parole arrivano ovattate alle tue orecchie stanche, ma ne comprendi ugualmente il significato, così ti fai forza sulle breccia indolenzite e ti metti dritta sullo schienale.

Immediatamente una forte fitta ti colpisce la schiena. Forse usare Hoseok come cuscino a costo di dormire piegata su te stessa non é stata la migliore delle idee.

«grazie» mormori con voce roca, massaggiandoti la nuca con una mano, nella vana speranza di alleviare i dolori della dormita.

Mentre Hoseok si guarda intorno attraverso il finestrino con aria entusiasta, tu estrai il cellulare e osservi l'ora.
8:24, del tutto in linea con il sole brillante che regna nel cielo con impavida fierezza, combinandosi perfettamente con l'umore del tuo vicino di sedile.

Nella schermata di blocco del tuo cellulare osservi una serie di notifiche che inizi a scorrere con il dito, nella speranza di trovare qualcosa.
Ma fra mail, annunci pubblicitari, avvisi dalle applicazioni, il nome di Jungkook non compare nemmeno una volta.
Ricontrolli un paio di volte prima di rassegnarti e ripulire la finestra delle notifiche.

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