Capitolo 20

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"Com'è possibile che ti abbia trovata?" "Ma chi è questo Chris?" "Come pretende di venire qui e fare una cosa simile? Non crede tu abbia qualcuno accanto?" "Dove sono ora i tuoi genitori?". All'ultima domanda, sbotto e mi fermo. "Ascoltatemi attentamente, perché non lo ripeterò ancora e in men che non si dica vi ritroverete a gambe all'aria la prossima volta. Non so nulla di lui, a malapena ricordo della sua esistenza. Anche per me venire minacciata davvero è una cosa nuova, ma non per questo sto scassando a qualcuno. Ora vi pregherei di rimanere in silenzio, se non volete che vi ci costringa io. Sono stata abbastanza chiara?", chiedo, squadrandole ad una ad una. Non appena mi Madama Chips mi ha rilasciata, abbiamo deciso che fosse corretto nei confronti delle altre rivelare tutti gli avvenimenti, ma arrivata a raccontare della visione e della vera ragione per cui sono finita in infermeria, sono impazzite con le domande che non si sono interrotte neppure mentre siamo uscite dal dormitorio di Grifondoro tutte assieme. Ma ora mi sono stancata. Ally e Lucy, annuiscono dispiaciute, mentre Normani e Dinah, sbuffano, ma fanno ciò che ho detto. La coppia perfetta quelle due. Camila è l'unica ad essere sempre rimasta in silenzio, il che mi sta iniziando a preoccupare, ma non le chiedo nulla, dato che alla fine ci siamo lasciate e non capisco più cosa c'è fra noi. So solo che continuo frustrantemente ad amarla, e non poter controllare questo mio sentimento mi urta particolarmente.

Giungiamo quindi nella Sala Grande per cenare e ognuna si va a sedere nella tavolata della propria casata. Tuttavia, i miei pensieri rimangono per la Grifondoro e questo Lucy sembra capirlo. Dannata connessione. "Laur, sai che dovresti avere altre priorità al momento, si?", mi dice a mo' di rimprovero, ma il suo sorrisetto divertito la tradisce dal prenderla sul serio. "Ha ragione, oh grande custode. Mi dica, c'è altro che mi proibiate di fare?", la prendo in giro fingendo un atto regale. Ciò la fa alzare gli occhi al cielo ed iniziare a concentrarsi sul cibo, quindi ritorno a riflettere su Camila. Cosa dovrei fare? Se le chiedessi di parlare in privato, accetterebbe? O mi umilierebbe davanti a tutti? Se anche fosse, ne varrebbe la pena? Tutte queste domande, approdano ad una sola conclusione: provare a parlarle. Alla fine, peggio di così non può andare, no? Già le nostre famiglie si odiano e secondo una predizione noi dovremmo essere nate per ucciderci a vicenda, quando in realtà proviamo l'inverso. Cosa ci posso perdere? A parte la dignità, questo è scontato. Vengo riportata alla realtà da Lucy, che mi dà una gomitata sullo stomaco, facendomi fare una smorfia e lanciarle un'occhiataccia. Se ne frega altamente e mi fa un cenno con il capo di seguire il suo sguardo. Perciò, seppur scocciata, lo faccio, ritrovandomi a guardare una Camila infastidita dalle avance di Shawn Mendes. Ma che diamine di fine hanno fatto Dinah e Normani, che sarebbero dovute starle vicino? 

Vedendo che il ragazzo persiste, serro la mascella e mi alzo, andando verso di loro. Lucy non tenta nemmeno di fermarmi, ma mi segue, probabilmente per tenermi d'occhio. Appena sono abbastanza vicina, richiamo l'attenzione di Camila. "Camz, ti devo parlare, vieni", affermo schietta, non accettando repliche e cercando di contenere la mia rabbia. Lei mi guarda sollevata ed accetta, ma, mentre sta per alzarsi, il ragazzo le blocca il braccio. "Stavamo parlando", protesta, stringendo la presa. Così mi chino verso di lui, sotto lo sguardo di molti curiosi, e poggio la mano sulla, che ha afferrato il braccio della Grifondoro. "Hai detto bene, stavate", sussurro al suo orecchio, facendogli ritrarre la mano per la bassa temperatura del mio corpo. Così, prima che io perda il controllo, Camila si alza rapidamente e mi afferra la mano, senza nemmeno trasalire dato che lei, invece, ha assunto automaticamente un elevata temperatura corporea, portandomi fuori la Sala Grande e facendo cenno a Lucy di lasciarci da sole. Così, mi trascina dentro un corridoio vuoto passando un riquadro, per stare lontane da occhi e orecchie indiscrete. "Devi stare più attenta a nascondere questi doni. Perché non ti sai ancora controllare?", mi chiede confusa. "Al contrario tuo, io ho scoperto la mia vera identità solo pochi giorni fa, e l'ho ricordata ieri", le rammento, sbuffando per il suo rimprovero. Lei sospira, notando la mia reazione, "hai ragione, ma non hai molto tempo per imparare a combattere. Tuo fratello sta arrivando". Mi passo distrattamente una mano fra i capelli, chiudendo momentaneamente gli occhi. "Lo so, lo so! Smettetela di dirmi tutte le stesse cose", affermo stancamente. Camila alza le mani al cielo, "va bene, fai come preferisci". Fa per andarsene, ma le afferro il braccio e la attiro a me istintivamente, ritrovandomi a qualche centimetro dalle sue labbra. "Aspetta", le mormoro, incantata dalla loro vicinanza. Con mio grande piacere, vedo che non si allontana, ma anzi, ne rimane anche lei stregata. Mormora un flebile "sì?" e, invece di risponderle, annullo le distanze, facendo finalmente rincontrare le nostre labbra. Anche perché, non sarei riuscita a formulare una frase di senso compiuto, quelle labbra sono troppo accoglienti. Solo in quel momento infatti, mi rendo davvero conto di quanto mi sia mancato starle così vicina. Ricambia immediatamente il bacio e , come a leggermi nel pensiero, allaccia le braccia al mio collo, mentre io le cingo delicatamente, ma possessivamente, i fianchi, facendola indietreggiare fino a farla arrivare con le spalle al muro. Tanto qui siamo solo noi due, giusto?

Tuttavia, i pensieri che prima mi frullavano nella testa su cosa c'è fra noi, mi impediscono ora di continuare il bacio, perciò mi stacco, anche se di malavoglia, e poggio la fronte sulla sua, riprendendo una attimo fiato ad occhi chiusi. "Camz", proferisco dopo un po'. Mi allontano leggermente con lo sguardo sulle nostre mani ora intrecciate. "Cosa provi per me?", le chiedo, alzando lo sguardo per guardarla negli occhi. Lei invece, sentendo quella domanda, sfugge dall'incrociare i miei occhi e, successivamente, dalla mia presa. "Dobbiamo andare, le altre ormai avranno finito di cenare", dichiara, trovando improvvisamente interessante il pavimento. Emetto un verso di assenso, anche se un po' sconsolato, e la seguo fuori. Come previsto, sono tutte riunite a cerchio, ad aspettarle, mentre Dinah si lamenta di Lucy e del fatto che non sappia di preciso dov'è che ci troviamo. "La vera domanda è: dov'è che siete sparite voi due a pranzo", affermo, un o'come un rimprovero per aver lasciato da sola Camila, ma il sorrisetto malizioso mi contraddice. Si girano di scatto e lo sguardo di Lucy cade sulle nostre mani, non intrecciate. Lo rialza su di me con un cipiglio confuso, ma le lancio un'occhiata che sta a significare 'ti racconto dopo'. "E-eravamo andate in bagno", sostiene Dinah, molto poco convincente. Le guardo accigliata, continuando a mantenere un sorrisetto malizioso, così interviene Normani, "esattamente, al bagno. Ora non ci si può nemmeno andare?". "Va bene,  va bene. Basta così", si intromette la Corvonero prima che io possa replicare. "Ora andiamo i biblioteca, che per domani abbiamo una relazione di pozioni, e magari potremmo scoprire di più su questo Chris", continua, iniziando ad avviarsi. Così la seguiamo, o almeno le altre lo fanno, ma io sento come un colpo alla testa, pur rimanendo lucida. Mi appoggio al muro e sento 9 rintocchi, per poi percepire una voce gelata proferire "manca poco", così ghiacciata da farmi venire i brividi, una cosa che non avevo mai provato essendo resistente al freddo. Solo a quel punto, mi rendo conto di essere circondata dalle mie amiche, ed una in particolare che mi ha preso la mano, emanando calore, così facendomi passare più velocemente quei brividi. Mi schiarisco la voce, prima di interrompere quella valanga di montagne. 

"Mette da parte i compiti. Mi rimangono 9 ore, prima del suo arrivo"

We're Humans and Humans make mistakes -CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora