Capitolo 6

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2 settembre

8.32 a.m.





«CIOÈ, MI STAI DICENDO CHE NORMANI KORDEI POTREBBE ESSERE INTERESSATA A ME?». Mi strofino gli occhi, stanca ed esasperata, «sto rimpiangendo di avertelo rivelato...». Lucy scoppia a ridere ed Ally inizia a fare la preghiera mattutina prima di mangiare. «ORA MI DEVI DIRE TUTTA LA CONVERSAZIONE» «Ehm...», distolgo lo sguardo su di loro per posarlo su Ally che prega con gli occhi chiusi. «Cos'è che non ci hai detto, Laur?» «Nulla Luce... solo che non vorrei far sclerare troppo questa psicopatica». Guardo il piatto davanti a me, ma non ho molto appetito, quindi mi limito a mangiare un waffel. «Non ci hai detto con chi parlava Normani, però», parla Ally riaprendo gli occhi e iniziando a mangiare. «Allysus ha ragione» «Non so bene chi fosse... sarà stata una delle sue amiche... boh», dico con indifferenza. «NON IMPORTA! DIMMI TUTTA LA CONVERSAZIONE!». Alzo gli occhi al cielo, sempre più esasperata. «In pratica questa sua amica diceva che le stai incominciando a piacere e lei negava, ma alla fine Ca-... uhm, questa ragazza le ha detto di muovere il culo e non hanno finito la discussione, o se l'hanno finita non ho sentito perché se ne sono andate. Poco dopo mi ha raggiunto Lucy e... vabbè il resto lo sapete». Alzo le spalle, finendo il waffel e pulendomi le mani. «E tu sei sicura di non aver riconosciuta la sua amica...?» Ally mi guarda, un po' sospettosa. Detesto quando riesce a capire che sto mentendo. «No, non l'ho riconosciuta... sai non potevo farmi vedere» «Va bene... DJ faremo meglio ad andare, in prima ora abbiamo erbologia». La bionda annuisce un po' assente, guardando a terra, e si alza, iniziando a camminare. «DJ lì c'è la camera dei ragazzi», rido e alza la testa e facendo un verso sorpreso che provoca le risate di tutte e tre. «Meglio se la guidi tu, Ally. È scioccata» «...anche se a me sembra solo sciocca», mi alzo ridendo, e facendo sorridere anche le altre. Quindi mi alzo dal divanetto della mia sala comune, voltandomi verso Lucy. "Le accompagniamo?", le chiedo, vendendola fare un cenno positivo prima di alzarsi e pulirsi dalle briciole. Amo fare colazione nella sala comune, è così tranquilla e lontana da tutte quelle persone pronte a farsi gli affari miei. «A proposito, che fine hanno fatto le vostre compagne di stanza? Non ho visto nessuno a parte voi scendere dalla stanza che dovreste condividere». Io e la serpeverde ci guardiamo con sguardo complice. «Diciamo che siamo brave a convincere le persone», affermo divertita. Ridiamo tutte, tranne DJ che è ancora fra le nuvole. «Andiamo, morta vivente», la trascino per un braccio.





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2 settembre

7.23 p.m.





Riconosco Lucy entrare nella stanza dai suoi passi leggeri. «Laur non vieni a cena?». Mi giro, rimanendo però sdraiata sul letto, «no Luce, rimarrò qui, non mi va di cenare». Annuisce e si avvicina sedendosi affianco a me. «Sei sicura di stare bene? Sei un po' strana oggi». Le sorrido e le faccio un occhiolino, «seppur strana rimango la migliore però». Ride scuotendo la testa e mi posa un bacio sulla guancia. «Ecco la mia ragazza!», esclama soddisfatta. «Comunque, dopo dovrebbero venire le altre, quindi non farti trovare a letto con qualcuna», si alza ridendo andando a prendere la bacchetta sul suo comodino. «Ma perché, vengono per fare un'orgia o per parlare? Perché nel primo caso preferisco fare cose di coppia». Mi lancia il suo cuscino ed io scoppio a ridere. «A dopo cretina», mi saluta, vedendola poi uscire con un sorriso divertito sul volto.

Dopo poco meno di un'ora decido di alzarmi a fare due passi, così poso il libro di incantesimi e prendo la bacchetta. Prima di uscire dal dormitorio dei serpeverde però, mi viene un'idea: ne posso approfittare per scrivere a Tay. Dopo averle scritto la lettera, la sigillo e vado verso la guferia, ma, a metà strada tra il dormitorio e la mia meta, sento una mano poggiarsi sulla mia spalla.
«Hey Laur». Mi giro e vedo Dinah sorridermi. «Hey DJ, come mai non sei in sala grande?» «Ci stavo, ma ho finito di mangiare prima e sono venuta a cercarti, tu, invece, che stavi facendo?». Guardo la lettera e automaticamente sorrido. «Mando una lettera a quella persona». Quando, all'inizio del terzo anno, ho raccontato della mia sorellina alle ragazze, loro mi hanno sempre aiutata a mantenere il segreto agli altri. «Ah beh, se vuoi ti accompagno». Le sorrido e mi incammino con lei al mio fianco. «Hai mangiato vicino la Kordei?», nascondo il ghigno che minacciava di mostrarsi. «Jauregui, chiudi quella boccaccia". Okay, questo è un sì. «Uhuh, e com'è andata? Dai piccola innamorata, dimmi tutto». Le do una pacca sulla spalla ridendo, ricevendo in cambio uno sguardo assassino. Ad interromperci, però, è un fischio proveniente dalle nostre spalle, così ci giriamo.

«Hey, bambole, perché non venite con me?». Nascondo la pergamena nella veste e mi preparo per prendere la bacchetta, in allerta. «Perché invece non fai un favore a te stesso e non ti volatizzi?». A quel punto lui, sfodera la bacchetta. «L'ho chiesto solo per cortesia». La sfodero anche io. «Dubito tu sappia un vocabolo così avanzato per te come 'cortesia'... e lo hai chiesto alle persone sbagliate». Prima che io possa fare qualsiasi cosa, Dinah mi blocca il braccio ed io la guardo, confusa. «Lascialo perdere, è solo uno del terzo anno che probabilmente fa parte di uno di quelle accozzaglie di idioti». Sbuffo e abbasso la bacchetta, voltandomi verso di lui, «ritieniti fortunato». Quindi mi giro e Dinah fa lo stesso. «Siete solo delle sgualdrine difficili, soprattutto tu, sporca mezzosangue di una Grifondoro». No, adesso basta. Non si può permettere di offenderla. Sento la ragazza mormorare "grave errore, ragazzo", consapevole di quale sarà la mia reazione, e quasi mi viene da sorridere. «Come, scusa?», mi volto di scatto e mi avvicino. «Come hai detto?», ripeto, alzando la bacchetta e, con la coda dell'occhio, vedendo Dinah sfoderare la sua. «Non osare più offenderla, o giuro che scorderai cosa vuol dire vivere in pace». Ride beffardo ed alza la bacchetta. Sulle mie labbra appare un sorriso macabro; ora vedrai piccolo stronzo. "STUPEFICIUM!", penso. Il ragazzo vola, sbattendo violentemente contro il muro, mentre io, con un ghigno perfido sul viso, mi avvicino per lanciargli un altro incantesimo. «Lauren, ferma», esclama Dinah, mentre mi prende per il braccio facendomi voltare a guardarla. Per un momento, mi sembra quasi che si voglia allontanare, come se avesse visto qualcosa di strano in me, ma poi, continuandola a guardare negli occhi, questa sensazione sfocia via, come la rabbia che provavo poco prima.

«Ma guarda un po' che casualità», inizia una voce, in un punto non definito vicino a loro, «passavo di qui per casualità ed ho beccato Lauren Jauregui schiantare qualcuno». Finalmente la voce diventa più distinta man mano che si avvicina, così capitano da dove proviene. Ci giriamo ed un ragazzo sbuca da un corridoio poco lontano da noi. «Mendes, sparisci e cuciti la bocca, se non vuoi fare una brutta fine» «Oh, cara Hansen, perché dovrei temervi, se ho tutte le carte a mio favore? Posso andare da un professore e dirgli cosa avete fatto a questo povero ragazzo, e sono sicuro che lui potrà confermare». Noto che il comportamento della mia amica diventa preoccupato, così decido di intervenire. «E sentiamo, cosa vorresti in cambio del tuo e suo silenzio?». Sorride soddisfatto ed io e Dinah ci scambiamo uno sguardo. «Semplice...", si avvicina, «...dovrete aiutarmi a conquistare la nuova arrivata».

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