Capitolo 9

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9 settembre

13.02 a.m.

«Jauregui, in biblioteca» la guardo e mi sorride, penso per la prima volta.



Prendo varie scorciatoie per sbrigarmi ad arrivare il prima possibile fino a ritrovarmi davanti alla porta della biblioteca. Entro, mi aggiro fra gli scaffali e la intravedo a leggere con degli sbuffi ad intermittenza, seduta su un angolo di un muretto, con un piede a penzoloni e uno piegato per tenere il libro. Mi appoggio allo scaffale e la osservo sorridendo per i suoi modi e le sue facce quando è soprappensiero.

«Non avevi detto che avevi dimenticato qualcosa in classe?».
Alza il capo, sorpresa, per poi cambiare l'espressione in una irritata. «sì, infatti, avevo dimenticato una compagnia divertente e simpatica».
«Uh, tagliente questa, peccato che io sia sia divertente che simpatica» mi stacco dallo scaffale.
«Sì, certo, quanto modesta» rotea gli occhi, prima di riabbassarli sul libro.
«Non è colpa mia- mi avvicino -se sei gelosa di me e della mia migliore amica».
Lei rialza lo sguardo e scende dal muretto avvicinandosi a me «come, scusa?».
Sorrido beffarda ed avanzo, facendola indietreggiare verso il muro «hai sentito benissimo, Cabello».
Continua ad indietreggiare lentamente, mentre io procedo. «non sono gelosa proprio di nessuno».
Lei finisce con la schiena al muro e io le metto le braccia una da una parte e una dall'altra della testa.
«Ah no?» sussurro sulle sue labbra.
«No...».
«Ciao ragazze, Mila tu fra poco non hai lezione?».
Mi allontano e mi giro con un scatto, ma prima che io possa fare o dire altro, interviene Camila.
«Ciao Ally, sì dovrei andarci, ma stavo leggendo e ho perso la cognizione del tempo» le sorride. "miseriaccia, Allysus, non potevi aspettare altri due minuti? Che diamine".
«Capisco, tu Laur? Come mai qui?».
«Oh beh, non mi andava di fare lezione, così sono venuta qui e per caso ho incontrato Camila, mi stava giusto facendo vedere che leggeva...» le sorrido anche io.
«Oh sì, che leggi Mila di bello?» viene verso di noi, mentre io mi allontano dalla Grifondoro.
«Beh ragazze io vado, ciao» dico sbrigativa, prima di filarmela. Non mi giro nemmeno a guardarle e faccio un cenno con la mano, ma vengo bloccata.
«Non mi hai detto quando ci possiamo vedere per pozioni» con la coda dell'occhio la guardo, ma poi roteo gli occhi.
«Quando hai finito di fare la bella addormentata con lei, più tardi, vieni dai serpeverde».
Mi guarda confusa «non pensavo conoscessi cose babbane».
Le sorrido beffarda «non sai molte cose di me, Cabello».
Dopodiché, sfilo dalla sua presa il mio braccio e me ne vado.


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«Ma guarda chi c'è, assomigli proprio ad una principessa in quella posizione, sai?» dice in maniera ironica la mia compagna di stanza ed io mugolo in risposta. «povera Jauregay, che è successo?» chiede con un finto tono dispiaciuto. Sento il materasso abbassarsi sotto al suo peso, così sbuffo.
«Vives, non scassare» provo a dire in maniera minacciosa, ma si sente l'evidente stanchezza nella voce, oltre ad essere attenuata dal cuscino.
«Cos'è, hai trovato qualcuno che ti ha superata a letto?» ride.
Mi metto a pancia in su e la guardo male, alzando un sopracciglio e poggiando il braccio sulla fronte. «Questo» sottolineo «è qualcosa di impossibile. Comunque, no, sono solo stanca, quindi ti pregherei di farmi dormire perché altrimenti non faccio dormire te per un mese».
Ride e si alza dal letto, andando verso la porta «va bene, Miss Simpatia».
«Oh, e se vedi Camila qui fuori, vieni a svegliarmi, che dopo la genialata di Dinah le dovrò fare lezione!» alzo la voce per farmi sentire prima che esca. Così la vedo annuire sorridendo in modo... strano, prima di uscire. "quel sorriso... non mi convince...". Tuttavia, lascio stare e provo a dormire.


Sono qui... sono vicini... e li hanno uccisi... sono morti... tutti morti... per colpa mia... non li ho protetti... sono tutti morti...


Mi sveglio di soprassalto con il volto rigato dalle lacrime ed il fiatone, ma subito noto una figura accanto a me che mi tiene la mano e mi accarezza il braccio. Mi volto e ritrovo quegli occhi intravisti poco prima di svegliarmi.
«Hey, va tutto bene, era solo un sogno» mi rassicura.
Rimango a fissarla, sorpresa della sua presenza, e ripensando al sogno automaticamente l'abbraccio. Lei in un primo momento rimane spiazzata, ma poi ricambia, accarezzandomi la schiena. Rimaniamo così finché il mio respiro non ritorna regolare e di scatto mi stacco, rendendomi conto della mia azione ed alzandomi. «Uhm... sì, scusa ho... beh, mi faccio la doccia e... sei venuta per studiare, Camila, no?».
Sorride mentre parlo, anche se non ne capisco il motivo «sì, esatto, ma se non te la senti possiamo fare un'altra volta».
Mi alzo e prendo un cambio «no no, sto bene, mi sbrigo e arrivo, tu se vuoi sistemati al tavolo qui fuori... oppure andiamo in biblioteca o nella classe di pozioni, come preferisci».
Mi fermo sulla porta, girandomi e aspettando la risposta «no, va bene qui fuori, vado a preparare la roba allora».
Prende i libri che aveva poggiato ai piedi del letto ed esce, mentre io (dopo un'occhiata al suo fondoschiena, perché, dai, come si può non guardarlo?) entro in bagno. Mi lavo, mi vesto velocemente, mettendoci circa 15 minuti, ed esco con i miei libri.
«...potevo aiutarti anche io sai?».
Vedo Austin poggiato al tavolo dove si è sistemata Camila e serro automaticamente i pugni e la mascella.
«No, grazie... Lauren è già bravissima, te lo assicuro».
All'affermazione mi rilasso e ghigno, poggiandomi al muro sulla fine delle scale senza farmi vedere, così da potermi godere la scena. Per un momento il ragazzo serra la mascella, ma poi ritorna come prima, o almeno così fa sembrare.
«Ti assicuro che io so fare molto meglio» avvicina il suo volto a quello di Mila.
«Sai, Austin... molte ragazze direbbero il contrario, e poi le altre volte forse non sono stata abbastanza chiara... sta lontano da lei o giuro che faccio quello che ti ho detto».
I due si girano ed io, staccandomi dal muro, avanzo «ora sparisci, verme, prima che io cambi idea».
Sfodero la bacchetta e mi avvicino sempre di più.
«Beh... vi lascio studiare... con permesso...».
Mi passa accanto e io gli do una spallata, per poi afferargli il polso.
«Ultimo avvertimento, la prossima volta ti colpisco senza nemmeno farti rendere conto della mia presenza» gli sussurro lasciandolo andare e spingendolo «oh, e questo vale per tutti, fa girare voce».
Mi siedo accanto a Camila e apro il libro, iniziando a sfogliarlo. Sento gli occhi della ragazza accanto a me bruciarmi addosso e vedo con la coda dell'occhio che mi sta guardando con un sorrisetto, così alzo lo sguardo e le sorrido anche io senza volerlo.
«Beh?».
Scuote la testa divertita e ritorna a guardare il libro «devi avergli detto qualcosa di davvero spaventoso, eh».
Ghigno «tranquilla, non c'è bisogno che mi ringrazi».
Si volta con un sorrisetto «oh, non ne avevo alcuna intenzione».
Mi accosto al suo orecchio «so che in fondo ti è piaciuto il mio gesto, tesoro».
La vedo rabbrividire leggermente ed io sorrido vittoriosa, alzando un sopracciglio verso di lei, che distoglie lo sguardo.
«Non capisco questo» mormora, ignorando le ultime frasi e indicando qualcosa sul libro. Scuoto la testa divertita e guardo dove indicato, lasciando il discorso; saranno interessanti queste lezioni.

We're Humans and Humans make mistakes -CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora