CAPITOLO 9: GIUDIZIO

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Capitolo 9:

"Avanti..."

Una potente voce si diramò fino a raggiungere il portone della sala. Questo si spalancò lasciando entrare il primo imputato che attendeva al di fuori della stanza.

Era un giovane, confuso, terribilmente avvezzo a toccarsi i polsi in maniera nevrotica. Al collo aveva legata una catenina alla quale era appeso un anello color oro. Camminava barcollando e si guardava intorno senza avere la benché minima idea di dove si potesse mai trovare. Incrociò lo sguardo di Maryjane e cercò, attraverso questo suo linguaggio non verbale, di ottenere informazioni dalla donna.

Sembrava avere più o meno diciassette anni, una corporatura nella media e un volto magro e ossuto che permetteva agli zigomi di sporgere al difuori della faccia. Ondeggiava da una parte all'altra sbattendo ogni tanto sui banchi del tribunale. Le iridi luminose scrutavano attentamente la sala chiedendosi dove fosse e ogni tanto si spostavano a fissare i polsi martoriati dalle sue mani nervose, mani che ripetutamente grattavano ciò che c'era sotto le maniche, come se proprio lì fosse nascosto il preludio del suo effimero male. I capelli castani ricoprivano la fronte apparentemente sudata e le gambe tremavano ad ogni passo che lo avvicinava alla poltrona su cui era seduto Sebastian.

Un'altra chiave roteò nella toppa di un'altra serratura e la Sala del Giudizio si sigillò.

La donna preferì rimanere lontana, in fondo allo stanzone, accanto ad una colonna in stile dorico.

"Dove sono? Chi siete? Jason? Jason dove sei? Che avete fatto a Jason?"

A chi apparteneva il nome che stava strillando con così tanta foga? Jason era forse una proiezione che Maryjane non poteva conoscere perché non faceva parte della sua vita?

"Jason! Dove sei Jason?"

Continuava a toccarsi in maniera quasi schizofrenica i polsi, dava la netta impressione di volerseli strappare via.

"Dove pensi di essere?" Disse Sebastian per dare inizio ai suoi metodi ricchi di violenza psicologica.

"Non lo so! Ridatemi Jason!"

"Chi è Jason?" Chiese il demone conoscendo benissimo la situazione di quell'anima.

Certe creature hanno la capacità di leggere gli spiriti e comprendere chi siano già dal primo acchito. Maryjane era lì, in disparte, a fissare quella situazione che per lei che per lei non aveva troppo senso.

Il giovane si guardò le mani, si strappò la catenina dal collo e la mostrò all'uomo.

"Questo è suo. Lo hai visto Jason? Jason era qui un momento fa. Dov'è andato?"

Quel ragazzo stava sparando frasi a vanvera farfugliando cose scollegate.

"Chi è Jason?"

Sebastian ripeté la domanda come se, in quel modo, lo volesse forzare a vomitare l'identità di quel nome. Lo afferrò con la forza e lo trascinò sugli scalini che portavano alla struttura della pesatura.

"Non vuoi dirmelo, eh? Feccia! Chi è Jason? Parla, rifiuto umano!"

Lo scaraventò a terra sferrando un forte calcio che finì nell'addome della vittima.

"Che stai facendo? Che hai fatto a Jason?"

Continuò a parlottare stringendo nel pugno sinistro l'anello incollato alla catenina:

"Confessa, bastardo! Fallo prima che ti sottoponga alla pesatura. Chi è Jason?"

Ormai a terra, sentendo quella frase, l'individuo rabbrividì lasciando che Sebastian lo torturasse ancora un po'.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 04, 2019 ⏰

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