Nour

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Anche se il timore
avrà sempre più argomenti
tu scegli la speranza.

Seneca






Sono stesi su quel letto da un po'

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Sono stesi su quel letto da un po'.

Si guardano, si sorridono, si accarezzano leggermente, è un silenzio pregno, un silenzio che prepara a un fiume di parole, troppe, Ethan non sa da dove cominciare, perché ha paura di non avere abbastanza tempo per dire tutto.
Per questo comincia lento, prende un respiro, nonostante la pressione delle lettere in gola cerca di trattenerle fra i denti, di rilassare la mente e andare piano.

"Avrei voluto toccarti."

Gli accarezza la guancia umida mentre sente le proprie membra tremare, lo stesso tremore che lo scuoteva nel vedere quei due piccoli Ethan e Thomas che si tenevano per mano sul porticato, il desiderio di avvicinarsi, di stringere il biondo per poi rivolgersi al piccolo bimbo moro per spronarlo a proteggerlo, non pensare a null'altro se non quello, proteggerlo e non lasciarlo andare, proteggerlo.

I viaggi nel tempo sono pericolosi.
Il tuo posto è qui, accanto a Thomas.
Ecco cosa avrebbe voluto dirgli.

"Se anche avessi potuto farlo... con un altro volto, un altro nome... eri così piccolo, ti avrei spaventato. E probabilmente il mio me stesso più giovane avrebbe cercato di tagliarmi la testa per questo."

Ridono entrambi perché è vero, Pogo raccontava loro che Ethan trattava Thomas come il suo peluche preferito, lo stringeva e ci parlava, ma come farebbe a un orsetto, lo considerava di sua proprietà e il biondo era davvero troppo dolce per contrastarlo.
È stato verso i sei anni che Ethan ha capito.
Con Thomas seduto affianco sul divano del grande salone e Pogo in piedi di fronte a loro, la voglia di stringersi il fratello al petto e urlare è mio! Non puoi toccarlo! e le parole lente del maggiordomo che parlavano di fraternità, sentimenti, rispetto, solidarietà, amore.

"Lei lo ama, signorino Ethan?
Ama suo fratello Thomas?"

"Sì!"

"E allora deve lasciare che abbracci anche i suoi fratelli se vuole. Deve lasciare che chiacchieri con Damiano, che stringa Genn, che dorma con Victoria, che giochi con Alex-"

"No, Alex no! Vuole rubarmelo!"

"Nessuno vuole rubarle Thomas, signorino Ethan, in primis perché Thomas non appartiene a nessuno se non a se stesso. I vostri fratelli vorrebbero solo essere liberi di dimostrare il loro affetto senza che lei si teletrasporti a destra e a manca per impedirlo."

"Ethan..."

Thomas gli accarezza la punta del naso per attirare la sua attenzione, è questione di un battito di ciglia e la mente di Ethan ha lasciato il salone Hargreeves di vent'anni fa per tornare al presente, nel lettino di Thomas, in una stanza ormai troppo piccola anche solo per uno di loro, e una tristezza di fondo che non li lascia.
"Pensavo a quello che mi ha ripetuto Pogo per tanto tempo, che non eri un oggetto di mia proprietà. Che dovevo smetterla di essere così viziato, così scavezzacollo, così saputello.
Pensavo che nonostante tutto non sono cambiato. Solo che adesso lo so, non sei il mio giocattolo preferito. Sei tutta la mia vita."














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