Disappear

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Hai sofferto
mali infiniti
per nulla.

Euripide
Elena






EuripideElena

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"Allora... la prossima settimana riprendo a lavorare."

È quasi ora di pranzo, la loro camera puzza di chiuso e sesso, nonostante siano davanti alla porta pronti per unirsi ai fratelli, nessuno dei due riesce a staccarsi dall'altro.
"Sì."
Alex gli stringe di più le mani e sente gli occhi pizzicare, ringrazia le sbarre alla finestra e il cielo plumbeo di Londra dietro di loro.
"Non sarò sempre via, passerò diverse settimane a Londra fra un impegno e l'altro, non è... non sarà terribile... siamo stati lontani per anni."

"È vero."
Il sussurro di Alex è insicuro, suona falso alle orecchie di entrambi perché allora avevano diciotto anni e non erano andati oltre gli abbracci lunghi e intensi perché avevano così paura. Del loro padre e dei loro sentimenti.
Adesso hanno sperimentato cosa significa, cosa significa spingere le labbra su quelle dell'altro, stringersi, aggrapparsi, graffiarsi, prendersi, donarsi, annullarsi solo per ritrovarsi finalmente interi.

È stata dura allora per entrambi.
Adesso sarà un inferno.

"Non fasciamoci la testa prima di rompercela."
Forse nonostante i toni grigiastri della tarda mattinata Genn è riuscito comunque a interpretare il suo viso, gli sorride incerto prima di posare le labbra sulle sue.
"Devo lavorare - bacio - per mantenerci - bacio - non vogliamo - bacio - che Pogo muoia di fame e Damian- mmh..."
Soffoca una risata prima che Alex sorrida contro la sua bocca e lo spinga piano contro la porta che trema per il loro peso.
Alex fa scivolare le mani lungo il suo corpo, sente il suo bacino incurvarsi in automatico mentre gli solleva la felpa lasciandolo a petto nudo, gli bacia il collo pallido e con le mani gli stuzzica i capezzoli induriti dal freddo e dall'eccitazione.

"No... non vuoi- che cammini."
La risata di Genn si spezza perché adesso Alex è sceso con la bocca sul suo petto, gli lecca quei piccoli bottoncini di carne mordendoli e tirandoli, il biondo affonda le mani nell'attaccatura delle sue ali, gli strappa qualche piuma e questo non fa altro che fargli stringere i denti per il nervosismo.
Lo fa girare di scatto contro la porta che trema nuovamente, gli strattona i jeans e gli tira giù gli slip prima di infilargli due dita dentro.
Nonostante il sussulto di Genn è presto chiaro a entrambi che non hanno bisogno di preliminari lunghi, le falangi di Alex entrano nella sua apertura come in una torta di pan di Spagna, questo paragone lo fa sorridere per la sua assurdità, magari possono usare il Marsala per ammorbidirlo.
"Mi viene voglia di mangiarti."

"Meglio di no... mmh... devi ricominciare ah!- a fare palestra..."
Alex si solleva dalla sua posizione accovacciata per spingersi sul corpo di Genn e prendergli il padiglione dell'orecchio fra i denti.
"Quando tornerai mi ritroverai come prima, promesso."

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