Primatutto

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Sono proprio quelle giornate che ti stancano all'improvviso.
L'inaspettato.
Proprio ciò che non ti passa per la mente, accade.
Sembra assurdo, un sogno, ma sei sveglio.
Hai gli occhi aperti e guardandola speri solo che tutto non finisca.
Speri che la giornata rallenti e il tempo si blocchi per restare anche solo a guardarla.
Ti fermi immobile con la faccia da ebete, a fissarle il sorriso.
Alzi lo sguardo e vedi il riflesso del mare immerso nei suoi occhi.
La luna fa solo da contrasto in questo meraviglioso palcoscenico.
"Senti il rumore del mare?" mi chiese lei.
Io sentivo solo il battito del suo cuore. Andavano a ritmo con le onde che finivano la loro lunga corsa verso la riva.
Quella sera non poteva fare altro che infilarsi lentamente fra le mie braccia, senza capire veramente se fosse la cosa giusta o meno, ma con la sola voglia di star bene, di essere felice.
Era troppo surreale la facilità con cui eravamo distaccati dal mondo intero.
Arrivammo al tramonto, restammo insieme tutta la notte.
Pian piano cominciammo a guardare tutte le stelle, ed io mi feci ingannare dalla più bella di tutte.
Sentivo il calore fin troppo da vicino, ma col rischio di scottarmi, le baciai dolcemente le labbra.
Il suono delle onde improvvisamente cominciò a non restare più a tempo col suo cuore.
Le sue mani mi avvolsero il viso e le sue lacrime spegnevano il fuoco di ogni problema.
Poi, arrivò il suo sguardo nelle prime ore del mattino.
Sembrava scoppiata una bomba di cui nessuno si sarebbe mai aspettato l'esplosione.
Così forte, potente e accecante che assordava ogni altro rumore.
Tanto che calò il silenzio.
Arrivò l'alba.
Tutto ormai stava per terminare.
Effettivamente prima non era concesso commettere errori.
Però dopotutto quella notte avrei sbagliato ogni cosa pur di ricordarmi quel fottuto sorriso.

Estasiato da difetti specialiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora