3. Benvenuti in Val di Sole

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Il paesaggio scorre velocemente fuori dal finestrino, bagnato dalla pioggia.
Se già la giornata si prometteva di merda, il meteo di certo non aiuta.
Sono schiacciata in una minuscola macchina piena di bagagli, affianco al posto dell'autista. Mia madre continua a guidare silenziosamente, mentre Dave cerca di rendere questa situazione più divertente, senza ovviamente riuscirci.
«Sapete perché le renne vivono in Antartide?»
Mi giro verso il sedile posteriore e guardo mio fratello, che continua a sorridermi, credendo di essere simpatico.
«Perché?» alzo gli occhi al cielo e continuo a fissarlo, in attesa della risposta.
«Perchè c'è la neve per-renne!». Fiero della barzelletta appena raccontata, Dave comincia a ridere a crepapelle mentre io invece comincio a domandarmi in che genere di famiglia sia capitata.
«Ma sei serio?»
Lo guardo, aggrottando le sopracciglia per poi alzare nuovamente gli occhi al cielo.
«Eddaii, Isa, fatti due risate che domani potresti essere morta!» scherza Dave.
«E dopo sono io quella strana».
Mi giro verso il mio finestrino e mi infilo le cuffie, sperando che almeno la musica mi salvi da questa situazione sempre più temibile.
Siamo a circa tre ore di distanza dalla destinazione che mi ospiterà per più di tre mesi.
Più di 90 giorni in una valle sperduta del Trentino Alto Adige, a lavorare.
Non so che dire. La mia estate è già finita, ed io non posso farci niente.
«Alla rotonda, prendi la seconda uscita e gira a destra». La voce robotica del navigatore riecheggia nell'auto, e mia madre continua a guidare, con la fronte corrucciata.
«Ma di che rotonda sta parlando, sto aggeggio?» chiede, guardandosi intorno, con entrambe le mani sul volante.
«Mamma, è davanti a te. Apri gli occhi, dai!» le risponde Dave, prendendola in giro scherzosamente.
«Ho cinquant'anni, caro, non aspettarti che riesca a notare tutto!» mormora, con una voce più acuta del normale.
Io faccio finta di niente e continuo a guardare il ciglio della strada.
Due ore e quarantatré minuti e avremo raggiunto la Val di Sole.
Non ho avuto nemmeno il tempo di salutare i miei pochi amici, che non rivedrò fino a settembre.
Mamma mi ha letteralmente rinchiusa in camera e, dopo avermi obbligata a fare i bagagli, mi ha fatto passare tutto il mio tempo con lei nel suo ufficio, dove mi ha spiegato come funziona più precisamente la ditta.
Lavorerò come "tuttofare" nella sua azienda, costituita dal commercio e dalla realizzazione di integratori alimentari sportivi, ricchi di fibre adatte per svolgere qualsiasi attività fisica.
Anche se la fabbrica è a Bologna, la meravigliosa città che mi ospita fin dalla mia nascita, siamo dovuti venire fino a Trento solo per fare da sponsor alla Bromburor, una squadra calcistica londinese che trascorrerà i suoi allenamenti estivi nella rinomata Val di Sole, da quanto ho capito.
Non so esattamente cosa farò durante questa infinità di tempo, ma sono sicura che il divertimento sarà solo un sogno molto lontano.

•••

«GIRA A DESTRA!»
«MA DEVO ANDARE A SINISTRA!»
«LEGGI! INDICA LA DESTRA, MAMMA!»
«MA SANTO DIO, SAPRÒ DOVE ANDARE?»
«VUOI SEMPRE AVERE RAGIONE TU!»
Mi sveglio di soprassalto, confusa dalle grida che si scambiano Dave e mamma.
«Ma la volete smettere? Decidetevi, e non urlate. Esiste internet, avete delle mani e anche un cervello, quindi cercatelo!» mormoro, socchiudendo gli occhi, stufa della situazione che mi circonda.
«Scusa Isa, non volevamo svegliarti. Vero mamma?» si rivolge a me Dave, per poi lanciare uno sguardo furente a mia madre, che lo osserva dallo specchietto.
Lei mi guarda per un paio di secondi socchiudendo la bocca, come per dire qualcosa, ma poi ci ripensa e ritorna a concentrarsi solo sulla guida.
Mi giro verso i sedili posteriori e vedo Dave con gli occhi rivolti verso il paesaggio, come se fosse deluso dalla reazione di mamma. Ma, d'altronde, è sempre stata così e non cambierà mai. Ha un carattere molto freddo ed è questa forse la causa del nostro rapporto distaccato.
«Fra 700 metri avrete raggiunto la vostra destinazione.» ripete il navigatore con la solita voce robotica.
«Gira a destra mamma, c'era il cartello. Fidati.» mormoro a mia madre, facendole così capire che prima aveva effettivamente ragione mio fratello.
«Se è sbagliato, vi riporto entrambi a casa, lo giuro.» risponde con una voce alterata.
«Magari..» dico tra me e me, a bassa voce.
«Ti ho sentito, signorina. Sarà meglio che ritiri ciò che hai d-»
«La destinazione è sulla destra»
Il navigatore interrompe mia madre, che si guarda intorno, mentre io apro immediatamente la portiera dell'auto.
Davanti agli occhi mi ritrovo un' edificio attaccato ad una grande stalla, da cui fuoriescono svariati versi di animali e odori che le mie narici non amano.
«Ma che cazzo!?» mormora Dave, affianco a me.
«Questo è la casa che vi ospiterà per questi tre mesi.» riprende mia madre, scendendo dalla macchina appena parcheggiata.
«Seriamente?!» la guardo, per poi girarmi verso la fantomatica casa.
Si presenta come un edificio parecchio antico, costituito principalmente da legno, decorato da alcuni disegni e incisioni.
Se non fosse per tutte le macchie di muffa e per il tetto che sembra sul punto di crollare, sarebbe anche carino. Il problema è che, senza nemmeno esserci ancora entrata, ho paura di morire sotto le macerie.
«Benvenuti in Val di Sole, ragazzi.»

•••

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