Quel giorno di novembre, nell'aria frizzante e umida di Liverpool, si respirava calma e quiete.
Le foglie degli alberi, che d'estate, messe una accanto all'altra, formavano un'area di sosta ombreggiata per i poveri abitanti della città, ora erano di mille colori: passavano dalle sfumature del rosso a quelle del giallo e da quelle del giallo a quelle del marrone. Insieme alle ultime superstiti verdi davano al paesaggio un'aria pittoresca che valeva la pena ritrarre. Ed è questo che facevano i giovani, aspiranti artisti: si portavano dietro il loro sgabello in legno, magari intagliato dal loro stesso padre e si mettevano a dipingere quel paesaggio così affascinante.
Ma non è mia intenzione narrarvi dei pittori, no.
In quel giorno, tra le foglie colorate e i giovani artisti, vi era una ragazzo, Joseph, che stava tornando a casa in lacrime, ma nessuno si accorgeva lui.
Era come se fosse diventato invisibile tutto d'un tratto.Quelle lacrime, che scendevano copiose dai suoi meravigliosi occhi bruni e scivolavano sul suo volto dall'incarnato pallido, brillavano alla luce del sole.
Correva per le strade della città, correva più che poteva per poter raggiungere al più presto casa sua.Ecco l'unica cosa che stonava con l'aria di Liverpool: l'umore di Joseph.
Lui era un ragazzo semplice, sia fisicamente che caratterialmente. La sua altezza era nella media ed era un po' più magro del normale. Joe, così lo chiamavano gli amici più intimi, aveva dei corti capelli mori tendenti al rossiccio e i suoi occhi ricordavano la cioccolata svizzera. La sua indole era gentile e romantica, molto probabilmente è per questo che molte ragazze della città erano attratte da lui.
Ma a lui non importava di loro.
Forse...forse è per questo che i ragazzi a scuola lo prendevano di mira e lo picchiavano, non lo avevano mai visto uscire con una ragazza.
E diciamocelo, la sua vita era un vero inferno.
Finché non conobbe il ragazzo che presto gli sconvolse la vita: Ben.
Ben era qualche anno più piccolo di lui, ma a dire il vero sembrava il contrario. Era qualche centimetro più alto e come corporatura, beh, non era esattamente minuto come Joe, il suo corpo era tonico e i suoi muscoli erano definiti. I suoi capelli ricordavano i dorati campi di grano e i suoi occhi erano di un verde tendente all'azzurro.
Era proprio in quegli occhi che a Joe piaceva perdersi facendo, di rimando, ridacchiare dolcemente Ben per la faccia da tonto che assumeva.Entrambi avevano finito la scuola ed entrambi erano artisti.
Mi rimangio quello che ho detto prima, alla fine ho parlato di un pittore.
Ben lo era.
Molte volte, mentre Joe era assorto nei suoi pensieri e non gli prestava attenzione, lui lo ritraeva a carboncino su un foglietto di carta che si portava sempre dietro. Poi, quando tornava a casa, riproduceva quel disegno su tela portando maggiore attenzione quando dipingeva gli occhi. Dovete sapere, che vi è un detto in cui si narra, che quando un pittore presta molta attenzione agli occhi, di solito è molto attaccato a quella persona.
E così era.
L'arte di Joe era quella della scrittura. Aveva già pubblicato delle poesie, ma sotto un nome da donna perché nelle sue poesie, principalmente a sfondo amoroso, scriveva del sesso forte.
Oh, ma che stupida narratrice, mi son dimenticata di dirvi che in quegli anni, precisamente nel 1934, l'omosessualità era vista male, molto male.
Ed era questo il motivo per qui Joe piangeva.
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L'amore è un'arte
RomanceJoe e Ben, entrambi artisti, sono migliori amici, ma ci sarà una svolta, che in un giorno, cambierà le vite di tutti.