Dal capitolo precedente:
...Il tuo "migliore amico" Joe"Gwilym guardava ancora la lettera.
I suoi occhi erano fissi sulla carta color zucchero di canna impregnata dall'inchiostro nero della penna utilizzata per scrivere.La guardava, ma non la osservava.
Il suo sguardo era perso, malinconico, distrutto.
Gli occhi, i quali erano soliti essere di un azzurro limpido, sereno, ora erano scuri, come il cielo reso torbido dalle nuvole scure che ora sostavano sopra Liverpool.
Le porte dell'anima ora si stavano spalancando, come non avevano mai fatto, lasciando cadere sulle guance coperte da una leggera barba delle piccole lacrime, come le gocce che avevano iniziato a cadere in picchiata dal cielo.
Rimaneva lì, immobile seduto al tavolo della cucina, con gli occhiali inforcati e i piedi scalzi che appoggiati sul pavimento freddo, erano l'unica cosa che gli ricordava che tutto ciò non era solamente un orribile incubo.
Era vero, tutto vero, nauseantemente vero, ma gli pareva una realtà distorta e orribile quanto l'incubo che sperava che fosse.Il dolore lo stava logorando dall'interno come un picchio forma il buco nella corteccia per nutrirsi.
Gli stava prendendo a morsi il cuore, come un leone che si butta affamato sulla gazzella indifesa.
Lo stava facendo soffocare, come un pitone che stritola la propria preda per ucciderla.Era tutta colpa sua.
Non gli aveva rivelato ciò che provava e aveva innalzato quel muro ferreo, dove non solo una crepa vi si creava.
Da quel maledetto bacio aveva fortificato il muro per allontanare Joe, per non farlo soffrire e per non soffrire.
Perché diamine, quel bacio a lui era piaciuto da morire.Perché l'amore è la cosa che più gli faceva paura.
L'amore...già...
Non la morte, non il soffrire fisicamente, ma l'amore.
L'amore sembra quasi che sia la cosa più pericolosa al mondo.
Ed effettivamente lo è.
E' la cosa più pericolosa e oscura, ma contemporaneamente meravigliosa e gratificante del mondo.
Cos'è l'amore se non un incremento per migliorare sé stessi?
E' un punto di forza...è il ricordo di qualcuno...
E lui quel qualcuno se l'era fatto scappare per colpa sua...ma anche per colpa della mentalità della gente in quel periodo.
Tutti così religiosi, ma no!
Se un uomo ama un altro uomo sono dei peccatori e in quel momento si scordano di essere religiosi e si dimenticano anche che il più importante dei comandamenti è ama il tuo prossimo.Certo, se fossero nati nell'antica Grecia allora non ci sarebbero stati problemi, anzi.
Che bei tempi...
Ce li vedo loro tre con la tunica e la pelle abbronzata dai dorati raggi del sole greco.Ma questa è tutt'altra e più lieta storia.
La testa gli pulsava carica di domande di imprecazioni contro sé stesso.
Si odiava.
Per un momento pensò di farla finita.
Era in cucina, aveva i coltelli vicino, sarebbe bastato un piccolo taglio dalla profondità di 0,64 cm per prendere la radiale appena sotto il palmo della mano e sarebbe morto in due minuti.
Nei primi trenta secondi la pressione sarebbe scesa vertiginosamente facendogli perdere i sensi e dopo un po' sarebbe deceduto senza accorgersene in una pozza di sangue che avrebbe continuato ad espandersi sotto di lui.O poteva fare una cosa più semplice, senza il bisogno di applicare i suoi studi in medicina.
Poteva semplicemente impiccarsi.
Un classico.
Però ci sarebbe stato il rischio che se avesse sbagliato lunghezza della corda in rapporto con il suo peso corporeo la morte sarebbe stata ben più lunga e sofferente.Anche se al momento, il soffrire era il suo ultimo pensiero.
Poi si riprese e scosse forte la testa.
Non poteva farlo.Aveva ancora un'ultima speranza: poteva andare a cercarlo.
Certo, sarebbe stata un'ardua impresa trovarlo in una città grande quanto Londra o Parigi, ma valeva la pena tentare.Si tolse gli occhiali dal viso e passò le mani tremanti su di esso per asciugarvici i residui delle lacrime.
Porto le dita alle labbra, designandone il contorno ed ancora una volta i pensieri passarono al quel bacio sulla spiaggia.Rimase perso nel calore di quel ricordo finché la mente si svegliò completamente e si ricordò di Ben.
Pensò che avesse ricevuto anche lui una lettera ed una fitta che non si seppe spiegare gli trafisse il cuore.
Era gelosia quella provava?
O preoccupazione?
Forse era paura.Era preoccupato e spaventato per lui perché sapeva che aveva ricevuto una lettera ed era convinto che lui avesse reagito in maniera esattamente opposta alla sua.
Si alzò talmente tanto velocemente da far squilibrare la sedia e farla cadere per terra con un tonfo secco.
Ma non se ne preoccupò e corse in camera a vestirsi con i vestiti sciupati che aveva indossato il giorno precedente.Ritornò nel piccolo salotto e si mise di fretta e furia le scarpe rischiando di cadere più volte ed infine, uscì dalla porta di casa lasciando sul tavolo in legno della cucina la lettera.
Corse sotto la pioggia finché non vide il motivo di quella sua corsa improvvisa e si gettò su di lui bloccando il più piccolo dal fare la stronzata che in un futuro alternativo gli era costata la vita.
<< MA CHE CAZZO FAI?! >> gl'inveì contro il biondino cercando di staccarsi dalle sue braccia per portare a termine quello per cui era uscito.
Scalciava e si dimenava, gli tirava pugni sul petto, ma lui incassava tutto e lo stringeva con più forza soltanto.
<< Ben, so che- >> aveva cercato di calmarlo lui tirando fuori il tono più dolce di cui era capace nonostante la voce tremasse per un pianto che cercava di trattenere.
Quest'ultimo riuscì a liberarsi con uno strattone e si allontanò guardandolo con gli occhi rossi e gonfi per il pianto.
Gwilym si accorse di questo particolare e una lacrima gli scese confutandosi con le gocce di pioggia che cadevano su ambedue.
<< T-Tu non sai un cazzo! L-Lui se n'è a-andato! Mi ha a-abbandonato! >> la voce usciva come il ruggito di un leone, ma tremava per colpa dei singhiozzi che gli percuotevano il petto.Il più grande abbassò lo sguardo facendo cadere tutte le lacrime che stava tendando inutilmente di trattenere.
<< Ci...ci ha abbandonati... >> proferì dopo qualche secondo, anche lui con la voce rotta.
Ben rise.
Una risata amara, stanca.<< Non è la stessa cosa Gwil...io...io lo amo e lui amava me... >>
Gwilym rialzò lo sguardo e Ben si accorse che era ancora più distrutto di prima.
Il primo incastrò lo sguardo in quello dell'altro rimanendo in silenzio.Lo scrosciare rumoroso della gelida pioggia alleviava il rumore fastidioso dei pensieri di entrambi.
E Ben capì.
Oh, eccome se capì.
Ma non voleva crederci.
Dopo un attimo il più grande prese un profondo respiro e dichiarò a voce alta quello che non aveva mia avuto il coraggio di dire.
<< Anch'io...anch'io lo amo... >>
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L'amore è un'arte
RomanceJoe e Ben, entrambi artisti, sono migliori amici, ma ci sarà una svolta, che in un giorno, cambierà le vite di tutti.