Dal capitolo precedente:
<< Sì...a domani Gwil... >> aveva risposto Mazzello trattenendo le lacrime.
E così Joe se ne andò dalla città che una volta era casa sua.
Quella città che da piccolo adorava, ma che ora disprezzava con tutto il cuore.Gwilym quella sera andò a dormire inquieto e infatti riposò poco e niente.
Prima il cuscino era scomodo, poi aveva caldo, dopo freddo. Aveva provato a cambiare pigiama, la posizione in cui dormiva, aveva provato a leggere un libro, si era fatto un tea, ma nulla riusciva a farlo addormentare. Pensava di non riuscire a dormire per colpa dello stress dettato dall'esame che avrebbe avuto da lì a poco, ma la verità è che era in pensiero per Joe.Infatti pensò a lui tutta la notte.
Pensò a cosa non andava con il poeta, al rapporto che fu con lui e a come esso si era evoluto dalla comparsa di Ben. Quel ragazzo così affascinante che era apparso all'improvviso ed aveva finito per rapire il cuore di Joe.Aveva sempre cercato di non ingelosirsi del loro rapporto, ma inevitabilmente era successo così.
Eppure non riusciva ad odiare il biondino, anzi, tutto il contrario.
E questo lo confondeva come nessun'altra cosa aveva mai fatto. Neppure la scoperta del suo orientamento sessuale -ovviamente tenuto velato agli altri- lo aveva confuso così tanto.
Come poteva amare due ragazzi in contemporanea? Ma la cosa che più lo confondeva era che quei due ragazzi erano quasi completamente diversi fisicamente.
Lui pensava di avere un ragazzo tipo e il suo tipo era Joe, ma dalla venuta di Ben questo suo moto di attrazione verso quel tipo di ragazzo era stato stravolto.Gwilym si addormentò, con non pochi sforzi, alle tre di notte dopo una lunga battaglia con i suoi cuscini.
Verso le prime luci dell'alba il canto degli allegri fringuelli e dei passeri già operanti lo aveva destato da quel sonno tanto cercato.
Aveva aperto gli occhi e aveva deciso che la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di leggere la lettera.
Si era alzato e appena appoggiati i piedi per terra un brivido provocato dal pavimento freddo gli aveva attraversato la schiena.
Si girò verso il comodino per prendere la lettera ma appena non la vide un moto di paura lo fece allarmare e fece sprofondare il suo cuore.
Fortunatamente si ricordò che la sera precedente, mentre era sceso in cucina per prepararsi del tea, aveva portato con sé la busta, tentato di aprirla, ma per fortuna (o per sfortuna) non l'aveva aperta.
Dopo aver eluso quel mezzo infarto grazie alla sua mente funzionante nonostante ancora intorpidita dal sonno, era sceso in cucina e la lettera era ancora lì sul tavolo, dove l'aveva lasciata.Si sedette, inforcò gli occhiali e aprì la busta.
Riconobbe subito la scrittura di Joe e sorrise.
Era quasi non leggibile, ma lui la capiva tante erano le volte che aveva dovuto leggere le sue poesie sotto richiesta di Joseph.E così, iniziò a leggere.
"Non ti allarmare, mamma chioccia, nel ricevere questa lettera.
E fidati, avrei risparmiato lo sforzo che costa a me lo scrivere e te leggere questa lettera, se solo la mia coscienza non richiedesse che fosse scritta e letta.
Uhm...io non so esattamente cosa scrivere...e in effetti m'imbarazza stilare questa lettera...perché tu sei così intelligente! Sei sempre stato il più intelligente...colto in una maniera che io non sarò mai...ma beata ignoranza! Non quella che fa regredire l'umanità, ma quella "ignoranza" che rende bambini...creature semplici ed illibate, coloro che si accontentano di quello che per noi è poco e per loro tutto.
Loro, i bambini, che anche solo con la pioggia si meravigliano e dalla bocca delicata si fanno sfuggire un "oh" di ammirazione.
Quanto era bello essere bambini, te lo ricordi?
Facevamo le cose senza pensarci tanto su...anche se tu eri già maturo all'epoca e mi bloccavi dal far cazzate.
E te lo ricordi quando i nostri genitori ci portavano in montagna?
Ho sempre odiato la montagna, eppure a te piaceva...quindi me la sono fatta piacere.Ma ora ho preso ad odiarla ancora più di prima...la odio incredibilmente...perché mi ricorda te.
Il calmo cantare dei passeri, il colore limpido dei piccoli laghi glaciali, il profumo dei pini. E l'infinita bellezza di tutto questo amalgamato dall'aria magica ed ermetica che hanno i boschi.
Quante cadute che ho fatto per colpa delle lunghe radici degli alberi e ogni volta tu ti preoccupavi di medicarmi, anche quando siamo diventati dei ragazzi più grandi.
Lo ammetto, qualche volta cadevo apposta solo...solo per vedere che ti importava veramente di me.Tuttavia tu...stupido aspirante medico che non sei altro...nonostante la tua impressionante intuizione, non ti sei mai accorto di quanto io mi ero infatuato.
Ed il primo bacio te lo ricordi? Eh, te lo ricordi?! Tu mi hai preso il mio primo bacio.
Ci ho messo tutta la mia vita a essere l'uomo che i miei genitori volevano e tu in un pomeriggio, ricambiando quel bacio disgraziato, hai fatto collassare tutto.E poi non mi hai più detto nulla.
Sei...un bastardo, sì, un bastardo con i fiocchi.
Ma comunque, dopo essermi perso nella selva del dolore, ho ritrovato la mia strada per uscirne e la mia "strada" era Ben.
Però tu mi sei sembrato geloso e... non ce l'ho più fatta, sono scappato. Ho confessato il mio vero io ai miei genitori e me ne sono andato.
Ma la tua era una gelosia immotivata, perché con Ben all'inizio era solo un'amicizia, forte sì, ma solo un'amicizia.E poi tu non avevi il diritto di essere geloso!
Se dopo quel pomeriggio tu mi avessi cercato, se tu mi avessi detto qualcosa, beh, sicuramente non avrei cercato rifugio nelle sue braccia.
Se tu mi avessi detto che mi amavi non avrei aperto il cuore anche ad un altro ragazzo.Perché sì, ti amo! Dio se ti amo! E avrei pagato oro per sentirmi dire la stessa cosa da te...
Però non mi bastava amare un ragazzo! NO ovviamente! Io faccio le cose in grande! E mi sono innamorato di due ragazzi, in più nemmeno simili tra loro.
Perché insomma, non puoi dire che tu e Ben abbiate qualcosa in comune.
Tu sei un ragazzo alto quanto è alta la speranza dei bambini nel futuro, con due occhi che farebbero impallidire i più limpidi laghi boschivi, i capelli mori come la corteccia delle querce e il fisico non scolpito, ma slanciato.
Ti prego, non fare domande su come io abbia fatto a studiare il tuo fisico e quello di Ben.
E appunto, il biondino con un corpo da statua greca ed il viso da angelo.
Ma anche caratterialmente siete diversi:
Tu sei completamente mauro e cosciente, invece Ben è ancora un bambinone impulsivo come me.E non so come o perché, però tutte queste poche, ma grandi differenze mi hanno fatto infatuare di ambedue voi.
Comunque, questa è una lettera d'addio...me ne vado a Londra...forse a Parigi se ci riesco...con la speranza di sfondare...e anche con la speranza di non soffrire più per amore.
Un'ultima cosa Gwil...dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia veritiera, ma non dubitare mai del mio amore (W. Shakespeare).Il tuo "migliore amico" Joe"
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L'amore è un'arte
RomanceJoe e Ben, entrambi artisti, sono migliori amici, ma ci sarà una svolta, che in un giorno, cambierà le vite di tutti.