Si riavvicinò a Ben, gli alzò delicatamente il viso per incontrare ancora gli occhi verdi e gli lasciò una carezza delicata sul viso.
<< Sì, lo andremo a cercare insieme. >>
Quelle parole sapevano di caldo, di dolce, erano un balsamo per i pensieri del più giovane.
Si trovava a casa di Gwilym al momento, dato che entrambi erano zuppi di acqua piovana e il primo non voleva che lui si prendesse un malanno.
Era fermo immobile sulla porta di casa, le punte dei piedi si baciavano e le gocce precipitavano sul pavimento in legno.
Si sentiva a disagio.
La casa era molto più signorile della sua, nonostante non fosse nulla di che a parere di Gwilym.
Dall'ingresso riusciva a scorgere un bel tappeto nel soggiorno.
Era rosso con dei richiami d'oro e verdi dentro. I fili finemente intrecciati creavano forme geometriche che se non fosse stato per i confini del tappeto, sarebbero continuati come una retta.
Gwilym lo aveva condotto verso casa sua con una mano sulla sua schiena.
Ben sentiva il calore delle dita attraverso il tessuto bagnato. Era come un massaggio involontario sulla pelle.
Lo aveva fatto entrare, aveva acceso il camino e si era affrettato a salire le scale per andare a prendere Dio solo sa cosa, ma forse, nemmeno lui.
Quindi lo aveva lasciato lì, solo, all'ingresso di una casa in cui non era mai stato da solo: era stato lì solo poche volte e sempre in compagnia del poeta.
Al pensiero un senso di rabbia, di sconforto e di tristezza lo abbatté come un maremoto e quasi lo fece cadere in ginocchio.
La nausea lo attreversò in lampo e la testa gli girò.
Il respiro si fece corto, mentre gli occhi iniziavano a bruciare, come se le lacrime avessero veramente preso la concentrazione salina del mare.
Se un momento prima aveva smesso di piangere, eccolo lì che incominciava di nuovo.
Era un pianto quasi sconsolato, rassegnato non di certo, triste di sicuro.
Fece un paio di respiri profondi e scosse fisicamente la testa per liberarsi dai pensieri.
Decise che era un po' stupido stare lì fermo a piangere come un bambino, quindi alzò lo sguardo e iniziò ad osservare la casa come non aveva mai fatto prima.
Nell'angolo vicino alle scale vi era un elaborato appendiabiti: sembrava un piccolo alberello durante l'inverno, con un ramo centrale più grosso e intrecciati tra loro e su di esso altri rami più piccoli e resistenti che andavano verso l'alto. Su uno di essi era appoggiato accuratamente un cappotto blu oltremare.
Dall'altra parte della stanza invece vi era un quadro di considerevoli dimensioni, che stonava un po' con il resto della casa per i colori sgargianti con cui era stato dipinto.
Rappresentava una donna, dall'età incerta ma con degli occhi curiosi. Sembrava che ti guardava e sorridesse da dietro il ventaglio giallo che le nascondeva quindi la bocca.
Anche il ventaglio non era semplicemente giallo, no, erano più sfumature dello stesso colore che erano state messe insieme a sentimento.
Così erano anche i ventagli che facevano da sfondo.
Tutti di un colore diverso dall'altro.
Sembrava un bellissimo pavone libero.
La luce entrava da una finestra che dava sulla campagna dietro casa.
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L'amore è un'arte
RomanceJoe e Ben, entrambi artisti, sono migliori amici, ma ci sarà una svolta, che in un giorno, cambierà le vite di tutti.