six.

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“voglio che tu mi abbracci”

lui sogghignò, vedendo la mia espressione scioccata, avvicinandosi a me di qualche passo.

“junhui, fermati” sussurrai. “mi stai spaventando”

lui rise: “è solo un abbraccio, cosa dovrebbe spaventarti?”

“non mi piace molto il contatto fisico”

lui sospirò: “forse posso aiutarti. la cosa cambierebbe se tu mi abbra-”

“adesso smettila!” urlai, spingendolo montando da me con tutta la forza che avevo, chiudendo il bagno.

sentii junhui sospirare ed andarsene via.

stavo ancora tremando un po', non mi piace litigare o urlare con le persone.

feci i miei bisogni più un fretta possibile e ritornai nella mia stanza, dove chan stava già dormendo.

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°

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sono tre minuti che sono seduto su questa sedia, aspettando il mio dottore speciale.*
la stanza era molto più carina di come me la immaginavo, pensavo sarebbe stato tutto quando bianco e spaventoso, ma mi sentivo confortevole senza nessun motivo in particolare, e nel mentre stavo fissando una grande mappa del planisfero, che era appesa sul muro di fronte a me.

finalmente qualcuno aprì la porta dietro di me ma non mi girai, e aspettai finché non mi si presentò il dottore davanti a me.

vidi una donna che poteva avere benissimo quarant'anni. aveva i capelli neri e un sorriso amichevole che spuntava sulle sue labbra. lei si sedette aspettando che io le parlassi.

ma non lo feci.

lei si arrese, e iniziò a parlare: “sono la dottoressa nam yuna, piacere di conoscerti minghao”

finsi un sorriso, e lei continuò a parlare.

“allora, sai perché sei qui, giusto?”

scossi la testa, non sapevo bene il motivo per il quale mia madre mi avesse messo qui.

lei ridacchiò: “oh, okay. oggi e nei prossimi incontri parleremo della tua anoressia, cercando soluzioni per combatterla il meglio possibile”

finalmente iniziai a parlare, anche se la mia voce era piuttosto debole: “io non ho questa cosa... l'ana... vabbè, come si chiama si chiama”

“ce l'hai. accetto comunque io fatto che tu non voglia realizzarlo, non sei l'unico, ma l'anoressia non è una ‘cosa’. è un disordine serio, è difficile combatterla senza un aiuto.”

lei sospirò, rimanendo in silenzio per un tempo indefinito. poi si girò verso la mappa, indicandola.

“hai mai visitato qualche altro posto, minghao?”

“pensavo che noi dovessimo parlare della-” non riuscii a finire la frase, che lei indicò una nazione.

cina.

“si, sono nato in cina e ci ho vissuto per tredici anni” dissi.

“oh, davvero? ora il tuo nome ha senso, non suonava coreano” disse lei, tornando felice data la mia risposta.

“perché ti sei trasferito?” lei chiede una delle domande a cui odiavo rispondere.

“problemi di famiglia” era questa la risposta che davo a tutti quando mi chiedevano il motivo.

“capisco” fu l'unica cosa che disse lei, sapeva che stessi mentendo.

“c'è un'altra nazione che vorresti visitare?” mi chiese lei, spostando il dito da quella nazione.

“new york” dissi, e lei iniziò a ridere.

“non è una nazione”

lei mi fece ridere.

parlammo di molte cose, ma nulla riguardante  il mio ‘disordine serio’, e dopo un'ora lei disse che potevo anche andare a pranzare.

stavo andando verso il nostro tavolo, ma vidi unicamente soonyoung e junhui che stavano parlando mentre pranzavano.

“hey ragazzi, dov'è chan?” chiedere e finalmente loro mi notarono.

“pensavo fosse con te, oggi non l'ho visto proprio” rispose lui, scrollando le spalle.

“no. avevo la mia prima sessione di terapia  oggi, e quando mi sono svegliato lui stava ancora dormendo”  mi sedetti vicino a soonyoung che stava guardando la porta, sperando che chan arrivasse.

un'infermiera arrivò e mi diede il mio vassoio con il cibo, le chiesi di chan, ma lei disse che lui non dovrebbe essere qui con quando vuole risposarsi un po'.

sospirai, cercando di accettare ciò che mi disse lei.

“amico, calmati. non è la prima volta che lui rimane nella sua stanza quando pranziamo” disse junhui sventolando la sua mano davanti ai miei occhi, cercando di farmi distogliere lo sguardo dalla porta.

“ma sembra strano” dissi e finalmente spostai lo sguardo.

“non lo è” disse soonyoung cercando di distrarmi. “tra quarantacinque minuti potrai controllare con i tuoi stessi occhi”

iniziai a mangiare mentre parlavo loro del mio incontro, erano abbastanza gelosi che mi sia capitata la dottoressa nam, mi dissero che era una delle dottoresse migliori qui.

“di cosa avete parlato?” mi chiese junhui, rubandomi una fetta di pane mangiandosela.

“abbiamo parlato della cina, e di altre nazioni varie”

“lei ha fatto lo stesso con me quando ebbi il mio primo incontro con lei. lei fece finta di non sapere che io fossi cinese, usandolo come metodo per avvicinarsi a me.”

“sei cinese?” ero scioccato.

“uhm... sì. sorpresa!” disse lui, e noi iniziammo ridere.

lui iniziò a parlare della sua città natale, e di quanto le mancasse.

“jun ha promesso a me e a chan di andare assieme in cina quando usciremo da qui. dovresti venire anche tu” disse soonyoung.

“no grazie, non ho dei bei ricordi della cina” mi obbligai a rimanere calmo, per non finire in lacrime.

“oh, okay” soonyoung vide la mia reazione, e cambiò argomento, parlando di un nuovo film ma non lo ascoltai.

“minghao, ora puoi andare, il tempo è finito” l'infermiera di prima ritornò, portando via il mio vassoio.

“andiamo” dissi per poi alzarmi.

“noi non abbiamo ancora finito, ma tu vai pure, sei sicuramente preoccupato per il nostro bimbo chan” disse junhui, e i due iniziarono a ridere.

cercai di andare in camera rimanendo il più quieto possibile, aprendo la porta in modo silenzioso.

non riuscii a trovare chan da nessuna parte, ma potevo sentire la sua voce.

stava piangendo.

“chan?” dissi, e lui smise immediatamente di piangere.

“dove sei?” continuai, e finalmente lo trovai seduto nel suo piccolo armadio.

“come riesci ad entrare qui dentro?” camminai verso la sua direzione, ma lui mi fermò.

“FERMATI!” urlò lui. “n-non venire qui, per favore. lasciami in pace”

“no. cosa è successo?” gli chiesi, cercando di non vomitare, dopo che lui mi mostrò il suo braccio ferito, mormorando alcune scuse.

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* non sapevo come tradurlo kekeke

station 11 [ italian translation ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora