onze.

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junhui e soonyoung avevano litigato.
entrambi non volevano dire né a me né a chan la motivazione, ma junhui aveva rotto il naso a soonyoung.

per colpa di questo junhui non ci parla e non ci sta attorno.

quando soonyoung e junhui si guardano sembra che stiano per litigare di nuovo.

durante i pasti si siede da solo in un angolo mostrano noi solamente la schiena, ma soonyoung dice che se lo merita.

"minghao, smettila di guardarlo. vuoi rimanere con noi o con quel traditore?" disse soonyoung quando tornai dalla terapia, avevo visto junhui da solo nella sala TV.

"hyung, io posso stare con chiunque io voglia stare" risposi, e soonyoung roteò gli occhi.

"se vuoi che junhui ti faccia del male, allora vai pure" concluse lui, andandosene via assieme a chan.

lasciandomi da solo.

entrai nella sala TV, junhui si girò verso di me, non mi disse nulla e si girò di nuovo.

"junhui, smettila di essere così infantile"

"tu lo chiami hyung" disse scuotendo la testa.

"sì, che problema c'è?"

"non mi hai mai chiamato così. e sono anche più grande di lui" disse sospirando.

"e la cosa ti rende triste?" ridacchiai.

"non ridere, perché lo è" disse, e io smisi di ridere.

"perché?"

"sembra come se tu non mi mostrassi nessun tipo di rispetto" e finalmente si girò verso di me.

"okay, scusa"

"minghao"

"...hyung?"

"vabbé, siediti"

e così feci, e neanche un secondo dopo entrò un'infermiera.

"minghao, tua madre ha chiamato. ti do mezz'ora, okay?" disse lei con un dolce sorriso.

annuii soltanto, e lasciai la stanza.

"minghao, figlio mio, è vero?" fu la prima cosa che disse mia madre.

"cosa?"

"sei gay?" mi chiese.

"cosa? no!" risposi scuotendo la testa, anche se lei non poteva vedermi.

"ma minah ha detto-" la fermai.

"mamma, credi più a minah che al tuo stessi figlio?" le chiesi.

"beh... mi hai deluso davvero tante volte, foglio mio. mi hai promesso tante, davvero tante volte di prendere peso, ma guarda cosa hai fatto a te stesso..." la sua voce era come un sussurro, e sapevo che sarebbe scoppiata a piangere.

"guarda cosa hai fatto tu, invece. mi hai messo in questo ospedale!"

"era l'unica cosa che mi rimaneva da fare"

"l'unica cosa che ti rimaneva da fare?"

"per salvarti dalla morte" e dopo quelle parole le chiusi il telefono in faccia.

perché lei stava mentendo.

sua era poggiata all'angolo della porta, e sembrava avesse origliato tutta la conversazione.

"perché hai chiuso così in fretta la chiamata?" mi chiese lei.

"mi aveva detto che voleva salvarmi dalla morte, che bugiarda" risposi, per poi ridere in modo sarcastico.

"ma lei ha ragione, oppa"

"stai zitta" le dissi, facendola indietreggiare.

"hai guadagnato peso?" continuò lei.

"non lo so, non ne lo vogliono mostrare"

"succede la stessa cosa a me. ma c'è una soluzione davvero semplice, se ti interessa" disse, mostrandomi il suo indice.

"di che parli"

lei venne vicino a me, e iniziò a sussurrarmi nell'orecchio.

"non c'è bisogno che tu tenga quel cibo disgustoso dentro di te per sempre, le tue dita possono aiutarti a fare uscire tutta quella robaccia"

"è disgustoso" dissi, ma sapevamo entrambi che in realtà mi aveva già convinto.

"provaci. oppure diventa grasso. la scelta sta a te oppa" finì lei, facendo un sorriso.

"tra poco è ora di cena, provaci" e se ne andò.

e di nuovo sapevamo che entrambi che lo avrei fatto.

mi dimenticai completamente che dopo aver cenato avrei dovuto aspettare quarantacinque minuti, ma sua mi consigliò di dire che avevo dimenticato qualcosa in camera.

dopo aver mangiato la gran parte della mia cena, chiesi all'infermiera se potessi ritornare in camera, ricevendo occhiate confuse da parte di chan e soonyoung.

l'infermiera mi diede il permesso, dicendomi che sarei dovuto tornare subito.

corsi verso la mia camera, e vidi qualcosa sopra il comodino che mi fece sorridere.

le chiavi per il bagno.

sua le aveva prese per me.

presi le chiavi, dirigendomi verso il bagno, cercando di essere il più silenzioso possibile.

chiusi la porta dietro di me, guardandomi allo specchio.

ero davvero brutto.

la mia faccia era gonfia, e sembrava avessi pure il doppio mento.

mi inginocchiai verso il water, guardando le mie dita.

adesso o mai più, minghao.

e vomitai.

"c'è qualcun- MINGHAO, FERMATI!" urlò una voce dietro di me, facendomi urlare per lo spavento.

mi ero dimenticato di chiudere la porta a chiave.

mi girai, seppur fossi davvero imbarazzato, fissai comunque il viso sconvolto.

il viso di junhui.

"hai davvero fatto... minghao.. me lo hai promesso" entrambi non sapevamo cosa dire.

"io..." iniziai, ma mi fermai subito.

"andiamo nella mia stanza" disse lui, dandomi una mano per alzarmi.

tutto il mio corpo tremava, mentre camminavamo, cercavo di trattenere le mie lacrime.

lui lo dirà a tutti, facendomi rimanere qui per sempre.

"siediti" disse appena entrammo nella stanza, chiudendo la porta alle nostre spalle.

così feci, aspettando che si sedesse anche lui.

il silenzio era assordante, fin quando non decisi di romperlo definitivamente.

"è stata sua a dirmi di farlo" sussurrai, sentendomi colpevole di aver dato la colpa a qualcuno.

"ma lei non ti ha forzato nel fare nulla. sua non è quella ragazza strana innamorata di chan?"

annuii soltanto.

junhui sospirò, continuando a parlare: "so che tu sei spaventato, ma credimi, non lo dirò a nessuno" potevo vedere il dispiacere nei suoi occhi.

gli credetti, e gli promisi che questa volta non gli avrei mentito.

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station 11 [ italian translation ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora