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Giorni dopo.
Era sera, e Natasha sentì bussare alla porta della sua stanza d'hotel. Dopo aver dato un'occhiata attraverso lo spioncino, aprì: si trattava soltanto di Steve che aveva portato la cena. Entrò nella stanza e Natasha richiuse la porta alle sue spalle.
«Ho preso dal giapponese» esordì lui, poggiando i sacchetti della spesa sul tavolo rotondo nero vicino al balcone.
«Buona idea» sorrise Natasha.
Sul divano grigio poco distante c'erano alcune buste di plastica colorata.
«Hai preso dei souvenir per Matt?»
«E per Foggy e Karen. Lei crede che sia venuta a trovare un vecchio amico».
«Che è più o meno la verità» constatò Steve, aggrottando la fronte e sprofondando sulla poltrona con il suo bento tra le mani, un contenitore diviso in vari scompartimenti con dentro del cibo d'asporto giapponese. Natasha prese il suo e sedette sul divano di fronte, con le gambe incrociate sotto di sé. Portò una ciocca di capelli rossi dietro un orecchio, ancora non abituata al fato che fossero un po' più corti. Li aveva tagliati proprio quella mattina in un caschetto lungo, liscio, che sfiorava appena le spalle, con la riga centrale. Era uscita in giro per la città per comprare qualche souvenir per i suoi amici, poi aveva deciso di entrare in una spa e di concedersi un lungo massaggio rigenerante. Solo un paio di giorni prima avevano fronteggiato Bucky, Natasha si sentiva ancora il corpo indolenzito. Le avevano poi offerto un trattamento completo di bellezza e tra maschere e bagni d'argilla si era fatta anche rinnovare il look.
«Solo che questo vecchio amico ci ha presi a calci in culo» disse secca e ironica.
Ricordò vividamente il momento in cui avevano incrociato il suo sguardo. Era sempre Bucky, anche se aveva i capelli più lunghi, ma non aveva dato alcun segno di riconoscimento. Gli avevano sul serio fatto il lavaggio del cervello, manipolando la sua mente e cancellandone i ricordi. Natasha era partita all'assalto assieme a Steve, avevano cercato di fermarlo ma lui si era dimostrato nel pieno delle forze e delle sue abilità. Probabilmente gli avevano iniettato qualcosa che alzasse di molto la sua soglia di dolore e non glielo facesse percepire momentaneamente, perché aveva incassato i loro colpi senza battere ciglio e non era stato minimamente debilitato o rallentato. E poi, i colpi più forti li aveva parati col suo braccio in vibranio, e quello faceva davvero male.
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|𝐖𝐢𝐭𝐡 𝐃𝐞𝐯𝐢𝐥| 𝘋𝘢𝘳𝘦𝘥𝘦𝘷𝘪𝘭
Fanfiction|Completa| Ambientato prima che Natasha Romanova diventasse una degli Avengers. La Vedova Nera ha accettato una missione top secret, nel quartiere di Manhattan "Hell's Kitchen", per ripulire quella nota rossa che ha sul registro. Scoprirà che di no...