«Sì, mamma. Ti chiamo appena atterriamo. E ti mando messaggi ogni volta che posso. Hai il numero di Lyssa salvato in rubrica per qualsiasi cosa. E Basil ti informerà di ogni nostro spostamento anche meglio di me, lo sai. Adesso posso riavere la mia borsa?»
Maura guarda suo figlio, imbacuccato nella felpa e nella giacca e perfino nel cappellino di lana, e gli fa fin troppo tenerezza. Ha paura di lasciarlo andare, anche se non è da solo, ma se deve essere sincera è contenta che sia uscito di casa e che si stia prendendo del tempo per vivere, per andare in vacanza e fuggire un po' da tutta quella situazione.
La donna annuisce soltanto e gli porge il borsone. Borsone che gli viene tolto dalle mani subito dopo. E non dalla sua guardia del corpo come si sarebbe aspettato, ma dalla ragazza che a breve sarebbe stata la sua compagna di viaggio.
Non fa in tempo a lamentarsi che sua madre lo stringe in un abbraccio. Mentre suo fratello Greg fa lo stesso subito dopo, la donna si rivolge a Lyssa, pronunciando quelle parole con sguardo minaccioso: «Ti affido il mio bambino. Mi raccomando.»
Niall emette un verso lagnante, di frustrazione e disgusto, mentre Lyssa e il resto dei presenti cercano di non mettersi a ridere.
A quel punto il gruppo si divide, Maura e Greg vanno verso il gate giusto, quello che li avrebbe riportati in Irlanda, mentre loro vanno verso la parte opposta, al gate che li avrebbe portati in: «Nuova Zelanda! Non pensavo che sarei mai andata in un posto del genere, così lontano da casa.»
«Bene, ma posso riavere la mia borsa, Lyssa? Sai che dovrebbe essere l'uomo ad essere galante con la donna?»
«Questi stereotipi insulsi, Niall!»
«Dalla a me» si intromette Basil, da dietro, facendola sobbalzare. Lyssa non si abituerà mai al fatto di avere quella terza persona silenziosa insieme a loro.
Niall le ha detto che è sempre stato un'ottima compagnia per lui quando andava in giro da solo. Ma davanti a Lyssa di solito pronuncia a malapena una decina di parole, lasciando loro tutta la privacy che dovrebbero avere.
Lyssa si è chiesta inevitabilmente se avrebbero avuto degli intralci durante quella vacanza. Intralci definibili come paparazzi. E lo ha anche esposto a Niall, ma lui ha semplicemente scrollato le spalle, spiegandole che quegli uomini vengono chiamati direttamente da managers o persone che sanno i loro spostamenti.
In quel momento, nessuno sa dove stanno andando. E nessuno probabilmente li avrebbe riconosciuti. Niall è cambiato e fa in modo che non sembri più lui agli occhi degli altri. Ironicamente, c'è possibilità maggiore che riconoscano Basil e non lui.
Lyssa guarda proprio l'uomo più grande, indecisa se dargli davvero il borsone del cantante. Sospira e glielo porge, facendo vincere gli altri due.
«Sei mai salita su un aereo, Lys?»
«Sì, una volta. Quindi non hai di che preoccuparti, non ho bisogno che mi tieni la mano. Non ho paura.»
Niall sorride divertito e solleva gli occhi al cielo. «Che peccato» borbotta ironicamente.
«Se vuoi tenermela puoi farlo comunque, magari fingere che sei tu ad avere paura di volare. Tanto ormai ci sono abituata a...» Lyssa si interrompe in tempo, spalancando gli occhi per ciò che la sua boccaccia si stava lasciando sfuggire.
Gli occhi di Niall si incupiscono, pensando probabilmente ai momenti di terapia in cui si è aggrappato alla ragazza, ma ha tempo di farlo solo per qualche attimo, visto che subito dopo devono salire in aereo e non hanno più modo di continuare quel discorso.
Il viaggio verso la Nuova Zelanda si prospetta tragicamente infinito. E la cosa peggiore per tutta la prima parte, visto che sono partiti appena dopo cena, è che Niall dorme tutto il tempo. Già, con metà del suo corpo addosso a quello di Lyssa in quelle poltrone comode e reclinabili.
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Don't Let Me Go ●Niall Horan●
FanfictionNiall Horan ha sempre il sorriso sulle labbra, tutti lo sanno e nessuno può negarlo. Ma se un giorno, dopo aver ricevuto una cattiva notizia, quel sorriso sparisse? E se tutti iniziassero a chiedersi il perché, ma senza trovare risposta? Nessuno rie...