Il dolore

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La pioggia

O meglio il rumore della pioggia, fu quello il rumore che quella mattina mi svegliò. Erano ormai due settimane che non mi alzavo dal divano di Penelope, mi sentivo un peso per la mia amica che mi ospitava e per i miei amici che spesso mi telefonavano per sapere come stavo. Ma non riuscivo a reagire, le uniche cose che riuscivo a fare era piangere, quando Penelope non c'era perché non volevo sembrare una piagnona, dormire e mangiare. Questo era tutto quello che riuscivo a fare. Ma quel giorno riuscii ad alzarmi e a fissare la pioggia e mi resi conto che avevo sentimenti contrastanti verso la pioggia, come in tutte le cose in quel periodo, mi piaceva quando dovevo rimanere  a casa, era l'ideale mettersi sul divano con coperta a leggere un libro ma la odiavo quando dovevo uscire, odiavo la sensazione di freddo che arriva dopo esser stati sotto la pioggia...quel freddo che raggiunge le ossa... quel giorno provavo la stessa sensazione ma il freddo raggiungeva la mia anima non le ossa, forse dovevo davvero fare qualcosa, andare avanti e non pensare più a Spencer anche se era difficile, il lavoro ci avrebbe portato a stare più tempo insieme e a lavorare anche con Jj...pensavo fosse mia amica e invece...

Il giorno seguente chiamai Hotch, lui pensava che volessi chiedere un'altra settimana di permesso ma non fu così, gli dissi che sarei tornata a lavoro il giorno dopo e lui con il suo fare diplomatico e a modo suo affettuoso disse che non c'erano problemi e che era felice che stessi bene. Iniziai a cercare anche un nuovo appartamento, anche se Penelope mi chiese di rimanere per un altro po' a  casa sua ma io rifiutai altrimenti non sarei mai più riuscita a riprendermi, sarei rimasta solo qualche altro giorno giusto per trovare un piccolo appartamento tutto mio. Ero carica per il rientro non dovevo pensare altro che al mio lavoro e a me e sarebbe andato tutto bene.

La mattina del giorno dopo era più stanca che mai, le mie piccole frasi motivazionali non funzionarono, ero nervosa, agitata e il mal di testa che mi tormentava da giorni aveva deciso di intensificarsi. Con il magone allo stomaco presi la borsa e salii in macchina con Penelope, avrei dovuto recuperare la mia auto al più presto dato che era ancora sotto casa di Spencer. Arrivati all'FBI iniziai a sudare freddo e ad essere agitata doppiamente, ma cercai di rilassarmi era il mio luogo di lavoro...dovevo superare questo primo giorno e poi sarebbe stato tutto in discesa ma non avevo messo in conto quanto fosse difficile guardare in faccia la persona che mi aveva fatto così tanto male. Entrai salii al piano con Penelope poi lei andò nel suo ufficio, o meglio covo, e io mi diressi verso l'ufficio di Hotch per parlare un po' dei vari casi aperti, avrei dovuto parlarne con Jj ma per quel giorno avevo deciso di tenere Jj e Spencer il più lontano possibile.

Dopo l'aggiornamento di Hotch raggiunsi la mia scrivania e lì vicino trovai Morgan e Emily che mi abbracciarono calorosamente e mi chiesero come stavo e cosa avevo fatto in quel periodo, dissi loro a grandi linee la situazione, anche se la conoscevano già la situazione, erano i profiler migliori di Quantico quindi non c'era da stupirsi. Dopo un po vidi Morgan diventare leggermente nervoso e guardare oltre la mia spalla, intuii che ci fossero o Spencer o Jj... speravo non entrambi, ma la fortuna non mi assistette molto infatti entrambe le mie nemesi stavano arrivando, appena mi videro si bloccarono ma poi con fare indeciso si avvicinarono e Jj disse "Jo da quanto tempo" la fissai per un po' non sapevo cosa dire, la testa iniziò a girare in modo incontrollato e arrivò anche la nausea, infatti annuii con la testa feci un cenno con la mano ad entrambi ma dissi immediatamente "Scusatemi devo andare in bagno".

Il tragitto più lungo della mia vita, arrivata in bagno corsi verso il water e iniziai a tirar fuori tutta la colazione, mi spaventai molto ma poi mi sentii meglio, per quanto potessi stare meglio in quella situazione. Mi sedetti a terra e cercai di calmarmi e dopo svariati minuti mi alzai e andai al lavandino, avevo un aspetto orribile ero bianca come un lenzuolo e avevo delle occhiaie marcatissime, mi lavai il viso, le mani e i polsi. Mentre stavo facendo tutto questo non mi accorsi che non ero sola in bagno, guardai lo specchio e vidi Emily e dallo spavento esclamai "Maledizione....Emily...mi ha spaventata" con fare preoccupato si avvicinò a me e disse "Scusami non era mia intenzione spaventarti...volevo solo sapere se stavi bene..." con voce sarcastica dissi "Non si vede...sto una favola..." ma me ne pentii due secondi dopo, ma lei non sembrava risentita anzi con fare divertito disse " Ecco la Jo che conosco sarcastica, forte che non si fa abbattere da nulla e da nessuno" mi appoggiai al lavello vicino a lei e dissi "Non so più se quella Jo è ancora qui oppure è andata via..." ma lei mi guardò con affetto e disse "Io so che c'è e le cose si sistemeranno in un modo o in un altro...vedrai" era proprio quello di cui avevo bisogno sussurrai un grazie , abbracciai Emily e insieme raggiungemmo le nostre scrivanie dove già ci aspettava un caso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 17, 2021 ⏰

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