Orgoglio

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Orgoglio - VI


La notizia che il più prestigioso liceo per supereroi stesse cercando un consulente psicologo che si occupasse unicamente di quella scuola, si sparse in fretta.

Todoroki aveva contattato il professor Aizawa, con il quale ogni tanto si sentiva, dato che lavorava saltuariamente per la stessa agenzia dove lavorava Shouto.

Prima di allora la Yūei si era sempre avvalsa di consulenti esterni, come le altre scuole, e solo in casi specifici, ma il ragazzo pensava fosse una buona idea avere qualcuno che si occupasse a tempo pieno degli studenti e fosse sempre presente, e lo aveva riferito al professor Aizawa.

Da lì il passo a parlarne con il preside era stato breve, quindi erano iniziate le selezioni del personale.

«Sei affezionato alla scuola, non è vero?», aveva chiesto Izuku quando Todoroki, una sera, gli aveva dato il numero della segreteria per fissare il colloquio.

L’altro aveva stretto le sopracciglia. «Mi stai psicanalizzando?»

Izuku aveva sorriso, bonario. «No. Ma non lo stai facendo per me: non ci conosciamo così bene.»

«Hai ragione… Ho passato dei bei momenti alla Yūei, tutto qui. Mi fa piacere aiutarla a migliorare.»

Il ragazzo parve esitare, poi aggiunse: «E Bakugo-san… gli farebbe piacere vederti provare, e sono anni ormai che gli devo un favore».

L’altro era rimasto stupito. «Non sapevo foste così vicini.»

«Non lo siamo.» Todoroki si era rigirato fra le mani il cellulare. «Ma Bakugo mi ha fatto riflettere sul fatto che valeva la pena usare entrambi i miei poteri, quando eravamo al primo anno, durante il festival sportivo. Probabilmente lo ha fatto inconsciamente, ma mi ha fatto pensare. E questo ha cambiato un sacco di cose per me.»

Izuku si era lasciato andare a un risolino. «Mi ricordo di quel festival, l’ho seguito ovviamente. Era il primo di Kacchan, non potevo non guardarlo.»

Aveva fatto un breve pausa, pensando se fosse opportuno prendersi tali libertà con il ragazzo che gli stava di fronte, che pareva una persona piuttosto riservata. «Ha sempre avuto dei modi bruschi e, molte volte, questo lo ha fatto passare dalla parte del torto. Ma, se posso permettermi, aveva ragione quella volta. Non per la storia di sudarsi il primo posto e vincere correttamente, quelle erano sbruffonate da ragazzini. Ma se tu avessi usato solo una parte del tuo quirk…»

Todoroki si era mosso sulla sedia, nervoso.

«Oh, perdonami. Non sono affari miei.»

«No, per favore vai avanti.»

Il ragazzo aveva sorriso. «Il ghiaccio e il fuoco sono ciò che sei. Non è giusto reprimere una delle due parti. Anche se non intendeva dirtelo per il motivo più nobile, Kacchan ha centrato il punto quella volta.»

Todoroki aveva troncato la conversazione dopo quella frase, ma non si era arrabbiato e, al momento di salutarsi, aveva fatto un leggerissimo sorriso a Izuku e aveva chinato appena il capo nel salutarlo.







I candidati erano molti e il posto a disposizione solamente uno, per il momento. Izuku era stato chiamato per il primo colloquio e lo aveva passato ma, alla seconda selezione, gli dissero che avevano scelto degli altri candidati.

Tornando a casa quella sera si fermò a comprarsi un paio di fumetti come premio di consolazione e, quando chiamò Katsuki per raccontargli che lo avevano scartato, fu lieto di sentirlo indignato.

«A quanto pare la discriminante è stata che non ho una specialistica in Psicologia del quirk.»

«Che fesseria!», esclamò Katsuki, il rumore della palestra in sottofondo.

Diventare un Eroe| Bakudeku AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora