Paura

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Paura - IX

Kumiko sapeva di essere distratta molte volte, di sembrare una ragazza strana e forse persino un po' sciocca, ma non se curava. Almeno secondo Katsuki.

Il ragazzo le aveva ripetuto mille volte di non dimenticare il badge, né il suo cercapersone, arrivando a scriverle un messaggino all'inizio della giornata per ricordarglielo. Le aveva consigliato di tenere sempre ogni cosa sul comodino, o magari in un cassetto apposito vicino all'ingresso, o nella sua stanza ma bene in vista.

Lei ogni tanto si scordava ancora di qualche cosa, oppure confondeva o dimenticava il nome dei colleghi con i quali lavorava già da qualche mese, o faceva figuracce con il portiere del palazzo o con il ragazzo delle consegne che quasi ogni mattina passava a lasciare qualche pacco, intavolando conversazioni sulla prima cosa che le veniva in mente.

Una delle cose belle di lei, però, era che conosceva le persone. Sembrava interessarsi sul serio a loro e Katsuki non dimenticò mai di evidenziare questa sua caratteristica. Rimaneva comunque il fatto che fosse un po' goffa e che tutti avessero cominciato a considerarla una ragazza un po' fra le nuvole, anche se molto carina con tutti.

Eppure a lei sembrava non importare.

Almeno per quanto poteva vedere Katsuki.

Bakugou non aveva mai incontrato una persona come lei, che diceva la prima cosa che le passava per la mente e rideva a battute veramente sciocche – più qualcosa era stupido, più a Kumiko faceva ridere, e passava i seguenti due minuti a dire che "la gente è così strana", come se lei non lo fosse stata! Sembrava fregarsene di quel che gli altri potevano pensare quando diceva di non conoscere questo o quell'eroe famoso, o che le sarebbe piaciuto avere come quirk poter dimagrire in un batter d'occhio per ingurgitare tutto il contenuto di una friggitoria. Sembrava decisamente non far caso alle risatine che ogni tanto le due receptionist le indirizzavano, o le frecciatine di alcuni colleghi che insinuavano fosse troppo sciocca per capirci qualcosa di qualunque cosa.

Ma non sembrava interessarla. Almeno per quanto poteva vedere Katsuki. Almeno per quanto poté vedere fino al giorno in cui non cambiò idea.

Dove accidenti è finita quella ragazzina?, si domandò guardando l'orologio appeso alla parete. Avrebbero dovuto iniziare la loro ronda fra poco meno di dieci minuti. A Katsuki piaceva dirle dove sarebbero andati e magari raccontarle qualche aneddoto che poteva esserle utile, in caso avesse già lavorato in quella zona. Si prendeva del tempo per capire se fosse agitata o particolarmente su di giri quel giorno, e poi partivano. Ma quel giorno, per la prima volta da quando era arrivata, Kumiko era in ritardo.

Katsuki scese alla reception e si avvicinò alle grandi porte in vetro che si aprirono automaticamente non appena lui si avvicinò. «Bakugou-san, buongiorno.» Il portiere, un uomo sulla cinquantina, fece un cenno di saluto rispettoso.

«Buongiorno.» Il ragazzo si guardò attorno, a destra e a sinistra, sperando di vedere Kumiko in fondo alla strada, magari di corsa con mille cose fra le mani, ma non fu così. Rimase qualche attimo in attesa, poi si volse per rientrare.

«Signore, se cerca Kumiko-chan, è già entrata almeno mezz'ora fa.»

Katsuki corrucciò le sopracciglia. «Va bene, grazie.» Rientrò e andò subito alla reception.

Le due ragazze adibite all'accoglienza smisero di borbottare e sorrisero quando lo videro avvicinarsi, il classico sorriso cortese che dovevano sfoggiare con tutti. «Buongiorno Bakugou-san, posso esserle utile?», domandò una di loro.

«Avete visto la mia assistente? Harada Kumiko?»

L'altra ragazza si fece sfuggire una risatina, arrossì, cercò di camuffare il tutto con un accesso di tosse, poi abbassò lo sguardo di colpo e finse di concentrarsi sullo schermo che aveva di fronte.

Diventare un Eroe| Bakudeku AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora