Capitolo 1

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La mia vita non è mai stata facile. Sono sempre stato molto gentile con tutti, cercavo di andare bene a scuola, infatti i miei voti non erano niente male, almeno per me. Ho una sorella, Gemma, che mi è sempre stata accanto anche nei miei momenti più scuri. Lei c'è sempre stata, e io non saprò mai come ringraziarla per tutte le cose e per tutti i sacrifici che ha fatto per me, ma molto probabilmente non lo farò. Tutto andava alla perfezione, andavo bene a scuola, avevo degli amici che tenevano a me, e avevo un bel rapporto con i miei genitori. Questo però non durò a lungo, perché i miei genitori e i miei amici ancora non sapevano che io fossi gay. Iniziarono tutti a maltrattarmi, anche i miei genitori. Mio padre era diventato praticamente sadico dopo aver assistito al mio coming out, picchiava mia madre sempre, giorno e notte, picchiava mia sorella, picchiava me.

Questa faccenda, però, non durò molto. Durò fino a quando, un giorno, non feci una cosa di veramente al di fuori delle mie aspettative. In poche parole, mio padre e mia madre e certi dei miei amici non ci sono più, ma di questo ne scoprirete più in là.

Dopo aver compiuto la mia eroica azione, se così vogliamo definirla, oltre a sadica, imprudente, sbagliata, soddisfacente e brutale, mi mandarono in un manicomio. Già, mi definivano pazzo. Psicotico dicevano i dottori. Ma io non mi definivo tale, non lo ero assolutamente. Sapevo di non meritarmi tutto quel male, quindi tutte le persone che mi disprezzavano, perché era questo che provavano, disprezzo e disgusto nei miei confronti, dovevano essere messi a tacere in qualche modo. Le buone azioni, però, non sono servite a molto, quindi sono passato alle maniere pesanti se così vogliamo chiamarle.

Avevo tredici anni quando mi rinchiusero in quell'inferno. Hanwell, un manicomio per pazzi criminali. Mi definivano il più pericoloso nel mio reparto, ma in un certo senso ne ero contento, almeno le persone, o meglio, le persone malate mentali che c'erano lì dentro non si degnavano a parlarmi o anche solo a guardarmi. Odiavo vivere in quel manicomio, davvero. Ne uscii a diciassette, visto che riconobbero i miei tentativi di fare tutto quello che dicevano alla perfezione; svolgevo ogni singolo ordine al meglio, con l'intento di uscire da quel posto al più presto. La terapista mi diceva che miglioravo giorno dopo giorno, ed io pensavo "ma se non sono malato, cosa cazzo miglioro?", e anche questo era un punto in più per uscire. E ci riuscii. Insieme a Niall Horan, il mio migliore amico ormai, anche lui stato rinchiuso in quel posto dall'età di undici anni fino ai suoi diciassette.

Uscito da lì non sapevo dove andare, non avendo più genitori ma una sorella, che però aveva paura di me. Quindi rubai, in un certo senso, i soldi che mio padre teneva nascosti nel suo cuscino e comprai una casa dove vivevamo io e Niall. Andavamo a scuola, normalmente. I miei compagni, naturalmente, sapevano del mio passato, e di quello di Niall anche, ma mi facevo valere, anche intimorendoli, così divenni il più popolare del mio intero, piccolo paese.

Parlando di Niall, lui fece circa lo stesso che feci io per essere rinchiuso in manicomio, in modo diverso però.

Mi iscrissi ad un college in Australia, insieme a Niall, considerato da me ormai un fratello.

Tralasciando il suo passato, Niall è sempre stato scherzoso e felice, sembrerebbe anche che si fosse scordato del suo passato, anche se non era così. Era il tipo con cui avresti voluto ridere e passare insieme la serata per non stancarti mai.

Mancava poco al nostro arrivo all'aeroporto a Sydney, in Australia. Per tutto il viaggio non riuscii a chiudere occhio a causa delle turbolenze. Era solo la seconda volta che prendo l'aereo, ma non ero mai stato in un aereo così grande come quello in cui mi trovavo. Chiusi gli occhi per rilassarmi. Mi tornò in mente un momento molto difficile della mia vita, il momento che cambiò tutto..

«Mamma, papà, venite, devo dirvi una cosa.»

Vado a chiamare mia sorella, che si trova in camera sua, per far assistere anche lei al mio coming out. Si, questo è il giorno del mio coming out. Sinceramente non vedo l'ora, non vedo l'ora di svelare al mondo chi davvero sono, non vedo l'ora che i miei genitori mi conoscano davvero.

Dangerous (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora