tanto ti
porto con me______________________
-Con gli esami?
Il biondino era steso sul divano, si stava spiattellando dei pancake troppo sottili sul viso mentre la TV trasmetteva programmi troppo poco interessanti quella mattina:
-Penso. Cioè, penso a come affrontarli.
-Dovresti affrontarli e basta. Eri così concentrato stamattina, bisognerebbe prenderla con più tranquillità, rimanere calmi.
Alzò il collo e provò a guardare Damiano mentre faceva dondolare un pancake sopra il viso:
-Non giocare con il cibo.
Ridendo, Damiano gli prese il pancake dalle mani e lo riposò nel piatto. L'avevano appoggiato a terra ritendendo che il tavolino da caffè fosse troppo lontano per appoggiarlo lì, anche se bastava solo allungare di più il braccio o avvicinare il tavolino:
-Non stavo giocando.
Thomas incrociò le braccia sbuffando e facendo il finto scocciato, guardando Damiano negli occhi, però, si mise a ridere:
-Scusa mamma, non lo faccio più!
Rise ancora e si sistemò sul divano con la testa per guardarlo meglio:
-Ora? Che si fa? Ci annoiamo?
Prendendo coraggio, il moro allungò un braccio protettivo e lo mise intorno al fianco morbido di Thomas, avvicinandolo a lui:
-Che fai?
La ridarella di Thomas aumentò non abituato a quel tipo di "affetto" da parte di Damiano:
-Ti coccolo.
Rise anche lui trovandosi perfettamente a suo agio in quel momento, gli accarezzò il ventre liscio e soffice da sopra la maglia larga del pigiama mentre lo ascoltava ridere e dirgli di smetterla con tono dolce:
-Dai Dami basta.
Rise ancora sentendo che il compagno aveva cominciato a solleticarlo, muoveva i piedi avvolti dai calzini gialli piegando le gambe quasi a voler intrappolare le mani di Damiano per non fargliele più muovere; gli spostò le mani mugolando e si stese sulle sue gambe tenendogli i polsi stretti per impedirgli di "infastidirlo", ma non un fastidio antipatico, un fastidio dolce che in fin dei conti non era nemmeno fastidioso:
-Dobbiamo prendere da mangiare?
Damiano annuì guardandolo dall'alto e sorridendo, gli guardò di nuovo le lentiggini e ricominciò a contarle nella testa lasciandosi coccolare dalle mani del più piccolo, gli accarezzava i capelli lunghi giocando con quei pochi riccioli che aveva; i suoi capelli mossi gli piacevano tantissimo, a Thomas. La prima volta che lo aveva visto aveva i capelli corti ed era ovvio che fossero lisci, o comunque erano difficili da identificare. Quando i capelli cominciarono a crescere, invece, diventò via via più difficile dire se erano mossi o ricci o lisci:
-Sono mossi.
-Come?
-I tuoi capelli, sono mossi.
Damiano rise a bassa voce:
-Sì, credo di sì. Perché?
-Oh, non era una domanda. Ma non so mai se sono lisci, ricci o mossi ma ora lo so.
-I tuoi sono ricci invece.
-No sono mossi.
-No ricci, guarda quanti riccioli che hai.
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Toothpaste Kisses [IN PAUSA]
FanfictionFin troppo poco preso dagli esami d'ingresso da consegnare a settembre, Damiano cerca di concentrarsi sulle cose che lo fanno stare bene: la musica, l'estate, il mare, gli amici e Thomas, che passerà le vacanze a casa sua, passando le mattine ad asc...