Sono qui
Fai di me quel che vuoi______________________
-Dam..Dam fai piano..- Thomas stringeva la pelle dietro le spalle di Damiano quasi a volergliela strappare via. Il cuore gli batteva tanto forte nel petto che chiunque avrebbe sentito il suono, e, avendo la sensazione di sentirselo in gola, anche i segni rossi -contornati dal morso bianco dei denti- pulsavano lentamente e regolarmente permettendo al biondo di sentire nelle varie parti più caldo, e la sensazione di soffocare ad ogni spinta decisa (ma non troppo forte) del moro sopra di lui, gli provocava una serie di gemiti che sembravano non voler finire:
-Sto andando piano Thommy..- Damiano, ansimando pure lui, spingeva con pacatezza, regolarità, sapeva che per Thomas era la prima volta e non voleva fare altro se non quello che lui gli chiedeva. Non lo baciava, non voleva baciarlo, non lo riteneva giusto; gli baciava però il petto, il collo, il viso, ovunque ma non sulle labbra. Trovava che la sintonia per fare sesso ci fosse, ma per baciarsi no, per baciarsi non c'era ancora abbastanza legame. Si erano baciati poco prima, vero, ma non era stato ciò che Damiano desiderava da tempo, era stato un bacio obbligato dalla sola foga, nient'altro, e che al più grande avesse fatto piacere era ovvio, ma non era ciò che cercava.
Thomas si strinse di più nelle spalle del maggiore, facendo aderire i due corpi liberamente, lasciando che le mani di Damiano vagassero liberamente per tutto il corpo: prima suo fianchi pallidi, dove aveva già prima lasciato qualche segno rosso e sfumato degli anelli, poi sulle cosce, senza passare dal sedere, toccandole, accarezzandole, stringendole, ma mai senza fargli male; Damiano sapeva che se si fermava ad accarezzare i glutei non avrebbe smesso, li avrebbe massaggiato finché Thomas non lo avrebbe pregato di smettere -cosa che improbabilmente sarebbe successa-, ma nonostante tutto ci si soffermò ugualmente, spinto e quasi obbligato dai sospiri affannosi del biondino:
-Thomas non vorrei venire..- E il moro si fermò, guardando il più piccolo dritto negli occhi e aspettando che lui facesse altrettanto, lo sguardo fu ricambiato quasi subito:
-Mi fai qualcosa tu?- ancora Thomas aveva il fiato pesante e brividi a fior di pelle: sentiva sia caldo che freddo, la pelle si contraeva in un primo momento e in un secondo sembrava quasi espandersi, talmente tanto da diventare tutt'uno con il letto e con il compagno, sciogliendosi:
-i..io?- deglutì il minore. Sembrava quasi sconvolto, aveva il viso di chi non credeva di averlo fatto davvero:
-Io ho fatto sesso con te?- Damiano uscì da Thomas, con una faccia abbastanza confusa, e si stese nudo di fianco a lui, guardandolo:
-Hai fatto sesso con me, Thomas- nella decisione del tono del maggiore non si intuiva per nulla la sua altrettanta incredulità, aveva fatto sesso con la persona che più amava, e in ogni pensiero o sogno precedente a quel momento, andava tutto com'era stato in quella mezz'oretta precedente al sesso vero e proprio;
il letto sembra più comodo, era ciò che aveva detto Thomas, immerso in una vasca di eccitazione ed agitazione, Damiano non potè che acconsentire, sopratutto dopo che entrambi erano caduti a peso morto sul pavimento, presi dalla foga del momento e passandosi le mani addosso come se toccarsi allungasse ad ambedue la vita.
Era stato un secondo che già Thomas era sulle gambe di Damiano, che già faceva di tutto pur di farlo spogliare in pochi secondi: gli tirava le catene e le collane al collo, scivolava man mano in avanti sulle sue gambe pur di sentirlo vicino; il maggiore, bisogna dirlo, si era abbastanza lasciato sottomettere da questo: si sarebbe lasciato fare qualsiasi cosa se solo il Thomas avesse avuto lo stesso coraggio che aveva -più o meno- Damiano in quel momento.
Non fu Thomas a spogliarlo. Non glielo chiese, fece il possibile per non farlo sentire a disagio e si tolse da solo la t-shirt di qualche taglia in più; via la maglia, i pantaloni rossi di cotone della tuta, la maglietta sottile sottile di Thomas e gli shorts verdi che portava da inizio giugno. Poi le ciabatte, i calzettoni, le scarpe...tutto quanto era sparso o sul pavimento, come poteva esserlo su una rigida sedia di metallo o su una poltrona bianca e vellutata, morbida e comoda.Thomas era seduto sopra le ginocchia di Damiano, lasciava tanti baci a stampo sul collo, sul petto, sulle guance. Gli accarezzava i fianchi contemporaneamente alla carezza del più grande sui suoi e si inarcava via via di più, senza un motivo preciso.
-Andiamo. - Damiano accarezzò al minore i capelli dorati: -Con la macchina, fuori da Roma-
Thomas era in estasi, per le carezze, per la situazione, per ogni cosa che il moro gli stava chiedendo e dicendo in quel momento:-È quasi mezzanotte, le undici e quaranta, più o meno.-
-Appunto.- Damiano non sembrò preoccuparsi dell'orario, si sedette trovandosi Thomas quasi incollato al viso, con la punta del naso lentigginoso ad accarezzargli la guancia:
-Abbiamo appena fatto sesso, uscire in macchina prima di mezzanotte perché ti dà fastidio?
-Sembra quasi che aver fatto sesso con te mi abbia dato fastidio..-
Damiano rifletté un attimo guardando le labbra del biondino:
-Ti ha dato fastidio?-
-Per nulla, anzi. Lo rifarei.-
Annuirono entrambi, guardandosi a vicenda le labbra e negli occhi ma senza baciarsi, entrambi —forse— per evitare di offendersi a vicenda, pur sapendo che nessuno dei due si sarebbe offeso:
-Quindi andiamo, giusto?-
-Sí, andiamo- Quasi inaspettatamente, Thomas sorrise e contagio anche il moro, che si alzò quasi subito dopo di lui per rivestirti:
-Mi servirebbero altre serate come questa- pensò il più grande mentre abbracciava i fianchi del biondino:
-Vestiti..- Gli rispose Thomas, quasi ad aver sentito il suo pensiero nel silenzio totale della stanza; silenzio interrotto solo dai passi sul legno scuro del parquet, dalle parole sussurrate dei ragazzi, dal solo sospiro di Thomas conseguente ai baci di Damiano sulla pelle calda del collo e dal suono opaco dell'accendino del maggiore, che accendeva una sigaretta appena rollata:
-Ora andiamo, promesso.- strinse di più a sé il ragazzo e gli accarezzo il ventre ora coperto da una t-shirt presa dalla valigia di Damiano.
Erano entrambi innamorati l'uno dell'altro, ed era palese, ovvio.
Nessuno dei due l'avrebbe mai detto direttamente, ma in quel momento, senza nemmeno saperlo, stavano già insieme:
-E dove ti andrebbe di andare?-
-Va bene tutto.- Thomas fumava, per la prima volta, dalla sigaretta di Damiano, ora fumata per metà:
-Andremo ovunque, allora- gli schioccò con il cuore impazzito un bacio sulla guancia.
-ovunque.
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Toothpaste Kisses [IN PAUSA]
FanfictionFin troppo poco preso dagli esami d'ingresso da consegnare a settembre, Damiano cerca di concentrarsi sulle cose che lo fanno stare bene: la musica, l'estate, il mare, gli amici e Thomas, che passerà le vacanze a casa sua, passando le mattine ad asc...