ancora (pt.2)

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faccio la borsa, venti magliette
poi le cartine, le sigarette

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E tutti pensiamo sotto la doccia, chi pensa a cosa sognare la notte, chi come rispondere al "mi piaci" che aveva, di sfuggita, letto prima di lasciarsi circondare dal bollente e avvolgente vapore dell'acqua, chi pensa ad alta voce a come rispondere ad un litigio -avvenuto la mattina stessa-, e poi c'è chi pensa alla persona che ama. E così faceva Damiano: pensava a Thomas.

Ma per quanto possano rilassare le goccioline calde sul volto, e per quanto il pensiero dell'amore della propria vita possa incurvare le labbra, dando vita ad uno splendido sorriso, anche sulla bocca del più triste degli uomini, il volto di Damiano sembrava agitato, non spaventato, tantomeno ansioso, ma agitato, come se sulla fronte fosse possibile intravedere il pensiero disturbante che lo innervosiva tanto; ignorando l'agitazione procuratagli da tal pensiero, il moro canticchiava dandosi un minimo di coraggio, mentre sulle guance scorreva un miscuglio omogeneo di gocce d'acqua e lacrime, e il fatto che fossero entrambe calde aiutava il ragazzo a distrarsi maggiormente, nonostante la sua stessa consapevolezza che quelle lacrime esistevano, e scendevano dai suoi occhi:

-And I find it kinda funny, find it kinda sad- La melodia non era nemmeno lagnosa o triste, era allegra. si ricordava di questa canzone perché tempo prima gliel'aveva mandata Thomas: era appena fine inverno ed inizio primavera, e Damiano stava finendo di ripassare per uno scritto che avrebbe avuto il giorno dopo -perché, da bravo stupido qual era lui, lasciando la scuola in terza superiore per inseguire il suo sogno da cantante indipendente, voleva essere ammesso in quinta superiore, e fino a notte fonda si trovava a studiare per gli scritti, e nell'ultimo periodo per l'orale.-, e gli arrivò un messaggio dal più piccolo, e ovviamente, dopo essersi ripetuto più volte di non distrarsi, accese lo schermo troppo luminoso del telefono e, sbloccandolo con un rapido gesto, controllò ansioso il messaggio inviatogli da Thomas:

-lo so che stai studiando, ma ascolta
sta canzone che è bellissima! 💙💙-

Aprito il link, tornò a studiare, e da una stagione a quella parte, la canzoncina ancora non gli era uscita dalla testa:

-The dreams in which I'm dying are the best I've ever had- Ma era anche vero che non si era mai concentrato abbastanza sul testo, e non aveva mai pensato al fatto che potesse essere un modo per dirgli come Thomas si sentisse, però ripercorrendo passo passo tutta la conversazione avuta dopo, trovò impossibile che Thomas fosse così poco intelligente da mandargli una richiesta di aiuto tanto implicita:

-I find it hard to tell you, I find it hard to take- e a quel punto il pensiero di Damiano ricadde sul testo, non più facendo riferimento a come potesse sentirsi Thomas, ma a sè stesso. La melodia orecchiabile e fin troppo vintage pure per lui, ora, parlava di un ostacolo difficile da superare, ed era quello che il moro sentiva: sentiva che il suo volersi dichiarare a Thomas era il suo ostacolo più grande, e nemmeno l'esame gli sembrava tanto invalicabile in quel momento.

-Thomas- sospirò appoggiandosi alle mattonelle bianco latte della doccia e guardando in basso i suoi piedi, non esitandosi nemmeno un secondo a spegnere l'acqua del getto.
E ricominciò a pensare al biondino che lo aspettava nell'altra stanza, pensando al pomeriggio passato al mare, oppure ad ogni piccola richiesta o domanda che gli era stata fatta; ciò che non doveva fare era soffermarsi sui particolari: ogni piccolo particolare di Thomas che in qualche modo potesse eccitarlo. Ma non ce la fece, era più forte di lui: in quel momento il suo pensiero fisso era che il compagno fosse con lui, magari nel bagno, come magari sotto la doccia insieme a lui:

Toothpaste Kisses [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora