la faccia te la
strapperei via così
faresti paura al mondo ma
resteresti sempre mia________________________
Dentro lo studio del parrucchiere il tempo sembrò non passare, o passare troppo lentamente. Damiano non era tranquillo: era da tanti anni che non faceva un cambiamento radicale come quello, e cercò di pensare il meno possibile a quanto potesse essere potenzialmente sbagliata la sua scelta, improvvisa e apparsa fin troppo velocemente per poter essere considerata giusta.
Finì in fretta e prima di subito era già in piedi davanti alla cassa; tutta quella gran storia per cui si era maledetto tanto era già finita, nonostante al ragazzo sembrarono momenti interminabili quelli passati su quella sedia, ma era sempre stato così per lui dal parrucchiere: ogni volta gli sembrava di restare seduto su quelle sedie per sempre, come se i suoi capelli non riuscissero mai ad ottenere la forma giusta, o quella che lui voleva che avessero. Sembravano sempre troppo sporchi, non abbastanza gellati, o con troppa poca lacca.
Pagò: sentì immediatamente l'aria fresca sul collo non appena si posizionò davanti alla cassa nella giusta posizione per ricevere l'aria del condizionatore: percepiva le orecchie al vento, le spalle libere, il viso fresco, l'unico peccato fu un leggero prurito per via dei piccoli e cortissimi capelli rimasti appiccicati alla nuca e al collo, ma non ci fece caso per quanto l'idea di essere finalmente riuscito a fare quel passo, che aveva rimandato fin troppe volte, lo stava rendendo felice.
Uscì dal locale e prese un leggero respiro, estraendo dalla tasca il cellulare per guardare di nuovo il proprio riflesso sul display; lo schermo non tardò ad accendersi e la prima cosa che notò fu -ovviamente- un messaggio di risposta di Thomas, anzi, due messaggi:
"Alla fine ordiniamo d'asporto che ci conviene, e non so se riesco a finire in tempo per cucinare".
Finire in tempo? Che cosa? Cos'aveva iniziato Thomas e per quale motivo ci avrebbe dovuto mettere tanto? Damiano era stupito dal fatto di non saperlo? Sicuramente, pur sapendo quante cose ancora non sapeva del più piccolo. A quel punto per scoprire quel misterioso-da-farsi che il biondino aveva messo in atto sarebbe dovuto tornare a casa il prima possibile -non solo preso dalla curiosità di sapere che cosa stesse facendo Thomas, ma anche curioso di vedere la sua reazione al suo radicale taglio di capelli-.Un altro viaggio in metro, un altro biglietto timbrato ma, fortunatamente, molta meno gente rispetto a quella mattina: "Grazie al cielo nessuna vecchia rompicoglioni a questo giro" storse il naso Damiano, mentre si distraè dalla musica che stava ascoltando per pensare ad altro, e facendosi sfuggire un sorrisetto alla sua stessa affermazione.
Era da tutta la mattina che non vedeva più Thomas come prima, ma non sapeva se il sentimento fosse più forte o più debole: immaginandolo, non sentiva il bisogno di baciarlo, di toccarlo, quanto di averlo solo tutto per sè: non era un pensiero che stava affrontando mettendolo sul piano della sfera sessuale, aveva più paura di perderlo che paura di smettere di amarlo, o forse era ciò di cui voleva convincersi. Non era ancora riuscito ad affrontare un discorso serio, completo, con la sè stesso, interrogandosi sulla sua sessualità, perchè nonostante quel paio di scopate che si era fatto con il più piccolo durante tutto il mese passato -e non lo negò a sè stesso, anche nelle settimane precedenti-, non si era mai posto la fatidica domanda: "Ma a me piacciono i ragazzi?".
Da un lato forse non lo riteneva necessario, dall'altra forse già sapeva la risposta, da un altro lato ancora, probabilmente, non voleva saperla, l'avrebbe spaventato, avrebbe vissuta la sua intimità in modo differente, si sarebbe sentito costretto a trattarsi in un modo che non era ciò che desiderava, in modo diverso rispetto a tutti quegli anni passati con una sola convinzione, della wuale era certo. Avrebbe dovuto chiederlo a Thomas? "Ti piacciono i ragazzi?", sì, la risposta la sapeva già, e forse questo lo spaventava più di tutto, il fatto che forse a Thomas lui piacesse, che se si fosse posto lui la domanda definitiva la risposta sarebbe stata "no".
Sapeva quanto l'altro ragazzo avesse paura di innamorarsi, per far soffrire l'altra persona, per far soffrire sè stesso, affrontavano entrambi lo stesso problema, ma con parole diverse. Entrambi avevano paura di essersi innamorati, Damiano la conosceva la paura del biondino, e conosceva sè stesso, sapeva la situazione che entrambi stavano passando pur non avendo chiesto nulla nè a Thomas, nè tantomeno a sè stesso.
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Toothpaste Kisses [IN PAUSA]
FanficFin troppo poco preso dagli esami d'ingresso da consegnare a settembre, Damiano cerca di concentrarsi sulle cose che lo fanno stare bene: la musica, l'estate, il mare, gli amici e Thomas, che passerà le vacanze a casa sua, passando le mattine ad asc...