Il giorno era arrivato, ero così agitata. Quella sera poteva essere uno spasso come poter diventare un grandissimo casino.
"Cosa ti metti stasera?" Mi chiese Eleonor mentre si lavava i denti con il suo spazzolino ovviamente bianco.
"Penso i pantaloni lunghi con le paiettes, un top nero e i tacchi neri. Però non ne sono sicura. Te?"
"La minigonna di jeans, top bianco. Molto semplice perché non ho voglia di andare veramente."
"Tu devi venire, è un ordine."
"Capiscimi, vedrò Louis che ci proverà con tutte e che non mi considererà di striscio. Io non sono una persona che fa amicizia velocemente e che fa quelle cose subito."
"Beh, nemmeno io lo ero. Ma guarda cosa è successo all'altra festa, se vuoi sballarti stasera e far vedere a Louis cosa si sta perdendo, bevi."
"Va bene, lo faccio solo per te e Julia. Spero che vada tutto bene. Dai andiamo a lezione."
Ci aspettava un bel compito di storia, pensavo di essere abbastanza preparata, perlomeno per una sufficienza scarsa. Ma in questi giorni avevo avuto troppo da pensare, infatti non ho fatto altro.
Dopo la fine delle lezioni, decisi di andare a fare shopping da sola, come facevo quando ero a casa.
Cambridge era una città affascinante, con quella bellezza nordica che ti sa stupire e che ti lascia esterrefatto. La pulizia, la cura nei dettagli, la precisone, sono delle caratteristiche fondamentali di questi popoli che vi abitano. La gentilezza, l'onestà e la determinazione, sono degli aspetti di un carattere che puoi trovare in chiunque qui. Tutti rispettano le regole e le fanno rispettare, tutti hanno una buona educazione, tutti hanno un buon lavoro e probabilmente tutti riescono ad avere una vita più che soddisfacente.
Il disprezzo, l'odio, la pigrizia, la maleducazione, l'essere sempre in ritardo, la scompostezza, la sporcizia, questi si che sono vocaboli pienamente italiani. Rimanevo sempre esterrefatta nel vedere gente che sputava per terra, che lasciava cartacce, che rispondeva male alle persone, che trattavano di merda i turisti, che giudicavano senza conoscere a fondo. Perché il problema sta essenzialmente nei modelli di riferimento : chi ha dei genitori educati esce di casa come si deve rispetto a chi ne ha di pessimi. I primi modelli da cui prendere ispirazione sono i membri della famiglia, che molte volte essi non si rendono conto di che importanza hanno per l'educazione di un bambino. Se un ragazzo sente dire una parolaccia ad uno zio per esempio, potrà dirla anche lui, perché è abituato a stare in un ambiente dove queste parole sono all'ordine del giorno.
Ma quanta importanza hanno i politici nell'educazione? Più di quanto uno possa pensare.
I ragazzi prendono ispirazione dalle persone famose o che comunque sono famose per loro; i politici sono sempre in televisione e non chiudono mai la bocca.
Se un ministro non sa usare il congiuntivo, perché noi dobbiamo saperlo se lui, che è il nostro ministro, non lo sa usare. Se un politico pensa che sia meglio non accogliere i migranti nella nostra terra, lo pensiamo anche noi, perché l'ha detto lui.
Se un ministro con le sue parole vuol far intendere che sarebbe preferibile l'odio verso le persone di colore perché non DIVERSE, lo crediamo anche noi e cominciamo a trattare male i nostri compagni di scuola provenienti da altri paesi.
Ci rendiamo conto dove stiamo finendo? Nella merda più totale. Le persone non si rendono conto di come il nostro paese si stia trasformando pian piano in una dittatura vera e propria. Dove i comandanti, i dittatori, sono l'odio e il disprezzo nei confronti degli altri popoli.
Se i giovani sono il futuro che tutti voi dite, perché li educate con questi princìpi? Perché fate tutto per far odiare? Odio, una parola così orribile, che nemmeno andrebbe scritta sul dizionario della lingua italiana.
Perlomeno nessuno ne saprebbe il significato."Sam, dove sei? Sono le sette. Dobbiamo andare a cena per poi prepararci, vieni." Eleonor mi aveva chiamato per accertarsi che non mi fossi smarrita troppo nei miei pensieri.
"Mi sto già incamminando, tu scendi. Ci si vede."
Riattaccai e ricomincia a camminare io più velocemente possibile, perché mi resi conto che ero veramente in ritardo sulla mia tabella di marcia.
7:00:cena.
7:30:salita in camera.
7:45-9:00: piccola dormita per essere in forze.
9:00-9:30: prepararsi
9:30-10:00: trasferimento a casa Styles per la festa.
Non sembra, ma ero una persona piuttosto scrupolosa per quanto riguarda gli orari, non mi piaceva affatto arrivare in ritardo perché la consideravo una delle tante forme di maleducazione.
Così mi preparavo sempre un piano da seguire alla perfezione ed indossavo sempre un orologio per tenere d'occhio l'ora.
Dopo essere arrivata al college ed aver ammirato il tramonto lungo la strada, mi fermai subito in sala mensa dove potei raggiungere Eleonor e Liam.
"Finalmente! Ma non hai comprato nulla?"
"No, in realtà ho passeggiato per tutto il tempo."
"Sai che noia." Era sempre la stessa, ma così mi piaceva.
Mangiammo insieme un po' di pasta al pomodoro e poi raggiungemmo le nostre stanza.
Secondo la mia tabella di marcia, ora sarebbe stata l'ora della dormita, menomale.
Mi raggomitolai nel letto e mi coprii fino alla testa, per non sentirei vari rumori.
Sognai quella stessa sera, alla festa, dove non capivo bene cosa stesse succedendo: c'era una gran confusione e la mia vista era offuscata. Non riconoscevo nessuno, non mi sembrava che ci fosse qualcuno dei miei amici. Ad un certo punto entrai in una stanza e non vidi più nulla, si sentivano solo dei bisbigli. Mi svegliai di soprassalto a causa del l'incubo. Erano le 9:27, merda.
Mi alzai velocemente e presi i vestiti che dovevo indossare dall'armadio. Dopo essermi tranquillizzata un po', cominciai a truccarmi con mascara, correttore e il mio favoloso rossetto bordeaux.
"Era ora che ti svegliassi! Sei pronta dobbiamo andare." Disse Eleonor, spuntando dalla porta.
Scendemmo per i due piani e ci trovammo in giardino, dove Liam ci stava aspettando impaziente.
"Voi ragazze ci mettete troppo tempo per preparavi."
"È normale caro amico mio, ti ci dovrai abituare."
A quel punto Liam alzò il volume della radio ed accelerò un po', cosa che adoro follemente.
Arrivammo davanti a casa Styles e scendemmo dall'auto per raggiungere la porta d'ingresso. Suonammo il campanello ed Harry, un po' ubriaco, ci aprì. Che casa meravigliosa,molto accogliente. Ci avrei scommesso che sua madre fosse una brava arredatrice.
Dopo aver poggiato i giacchetti sul divano, presi un bicchiere e lo riempii con qualche liquido di cui non sapevo il nome.
"Sam, menomale che siete arrivati perché questa festa fa schifo." Era Julia.
"Julia devi parlarti. Ti prego non fare niente stasera, con Draco ho rotto."
"Meglio, almeno non ci saranno ostacoli!" Disse così e ballando si allontanò, raggiungendo il mio ex.
I due cominciarono a ballare, ed io li guardai cercando di spazzarli via con la mia rabbia.
Harry stava tranquillo seduto sul divano a parlare con un ragazzo della nostra classe, quando vide loro due ballare con una certa foga.
All'istante potei leggere sul suo viso le sue sensazioni, tristezza e rabbia lottavano per emergere nei suoi occhi dove non sapeva se far scendere qualche lacrima oppure aggrottare le sopracciglia e fare una sfuriata.
Un bacio, due, tre. Mani che si sfioravano, parti del corpo che si toccavano, sguardi di complicità, entusiasmo ed ormoni a mille.
Ad un certo punto sparirono quei due cretini, e dove sarebbero potuti sparire? Al piano di sopra, certamente. In una delle camere, ovviamente.
Draco era proprio un bastardo, mi aveva promesso che non avrebbe fatto nulla con lei e che anzi l'avrebbe respinta qualsiasi cosa volesse fare.
Ma i maschi sono maschi, vogliono una cosa sola e la otterranno in tutti i modi possibili ed immaginabili.
Avevo imparato allora, che non mi potevo più fidare di lui, perché avrebbe fatto sempre di testa sua.
Di sicuro non aveva pensato a cosa stesse provando il povero Harry, che avrei voluto tanto abbracciare e consolare. Un sesto senso mi diceva che qualcosa sarebbe andato storto, e così è stato.
Tuttavia, avevo ancora la possibilità di divertirmi.
Cominciai ad ubriacarmi di brutto, non mi importava di quanto sarei potuta stata male il giorno dopo.
Fatto così avrei potuto scordare per un momento cosa stessero facendo Julia e Draco e ballare con qualcuno magari. Forse ci avrei rimediato anch'io quella serata.
Non capivo già più niente, che mi avvicinai ad un ragazzo, che in seguito riconobbi essere Liam.
Si poteva vedere benissimo che anche lui non era in se. Cominciammo a ballare insieme, e volevamo tutti e due la stessa cosa. Lui agganciò le sue mani ai miei fianchi mentre toccava la mia schiena nuda, ed io misi le mie dietro il suo collo e toccavo di tanto in tanto i suoi meravigliosi capelli.
Muovevo io bacino e lo muovevo ancora, per provocarlo un pochino. Dopo qualche minuto, non ce la facemmo più e ci baciammo con foga.
In seguito, raggiungemmo il secondo piano e ci infilammo in una stanza. Lui sbatté la porta con forza e riuscì a chiuderla a chiave in modo che nessuno potesse disturbarci.
Mi sfilò il top ed io sfilai velocemente la sua maglietta per poi cominciare a sganciargli i pantaloni. Lui intanto aveva già tirato via i miei in un angolo della stanza.
Poi mi prese in braccio ed io strinsi le mie gambe al sue bacino, mi poggiò su una scrivania.
Io toccavo con ammirazione e meraviglia i suoi addominali scolpiti, mentre lui sfiorava l'interno delle mie gambe. Ci lasciammo andare completamente. Lo facemmo lì su quella scrivania in balia dell'alcool e della frenesia.
Il giorno dopo ci svegliammo, un po' storditi a causa della sbronza della sera prima.
Mentre ancora lui si stava alzando, io presi i miei vestiti e me li rinfilai. Dall'orologio appeso sulla parete, potemmo notare che erano le 10:30.
"Sam, cioè. Non so cosa dire." Disse Liam guardandomi dritto negli occhi.
"Liam, sei strepitoso. Credimi."
"Grazie, trucchi che si imparano con esperienza."
"Ma... tu sei apposto, vero?"
"Tutto apposto tra noi Sam. Eravamo solo ubriachi ed avevo capito che volevi sballarti con qualcuno.
Sono stato benissimo anch'io, quindi quando lo vorrai rifare, accomodati pure."
Una sorta di scopamicizia? Ero più che d'accordo.
Insomma, non penso che tutti i giorni ti possa capitare di fare cose con un mago, perché era proprio un mago, lasciatemelo dire.
Ci sistemammo un po' entrambi ed uscimmo dalla camera. Ma proprio lì davanti incontrammo Harry e Zayn che stavano pulendo e levando i vari bicchieri dal pavimento. Subito Zayn mi fulminò con lo sguardo.
"Ciao ragazzi, festa fantastica vero?" Chiese Liam per far distrarre entrambi.
"No, proprio per niente." Disse Harry.
"E tu Zayn, hai passato la serata con qualcuno?"
"No, veramente no. Avrei voluto." Disse guardandomi con aria ferita.
A quel punto, io seguii Liam per le scale e trovammo giù tutti i nostri amici.
"Ecco i nostri due imbecilli." Disse Eleonor.
"Scusate, non ci siamo accorti di che ora fosse."
"Si, vi siete addormentati troppo tardi ieri sera,mh?"
Disse Niall con aria profondamente disgustata.POV'S JULIA
Mi diressi decisa verso Draco con solo un obbiettivo in mente, non mi importava di quello che pensava Harry, era stato solo un bugiardo.
Lui si avvicinò con facilità e cominciammo a ballare insieme per poi iniziare a baciarci.
Era caduto nella trappola così facilmente che non avevo dovuto nemmeno fare sforzi.
Mano per la mano, salimmo al piano superiore e ci infilammo in una stanza. La conoscevo, perché era la stanza di Harry, meglio ancora.
Avevo già sentito dire che Draco fosse molto esperto e pratico, ma non pensavo fosse così bravo cazzo.
Sapeva cosa piaceva sentirsi dire, in che momento e con quale tonalità di voce, sapeva che punti toccare e stuzzicare. Dopo aver sfogato tutta la mia rabbia a causa di Harry su di lui, ci accasciammo uno accanto all'altro ed io mi addormentai.
Ci svegliammo verso le 11:00 e senza dire una parola, ci rivestimmo.
Mentre Draco si stava agganciando la camicia ed io infilando la maglietta, la porta si aprì si scatto, era Harry.
Ci guardò per un momento, esterrefatto, io lo fissai con una faccia provocatoria incrociando le braccia.
A quel punto richiuse la porta a testa bassa, il piano era riuscito a meraviglia.
Scendemmo giù e raggiungemmo gli altri, stavo per sedermi sul divano quando vidi Sam e Liam accanto che parlavano.
"Posso parlarti Sam?" Le feci cenno di seguirmi in cucina e lei si alzò per raggiungermi.
"Cosa hai fatto ieri sera?"
"Ehm, io e Liam siamo stati insieme. Solo perché ero ubriaca, attenzione a questo piccolo ma importante dettaglio. Tu invece piccola troia? Hai spezzato tutto il cuore di Harry o ti manca ancora una parte?"
"Smettila, ho solo fatto quello che dovevo fare. Lui fa il furbo, io lo faccio il doppio. Non sono stupida."
"Ormai non si può cancellare quello che è successo stanotte. Quel che è fatto è fatto."
A quel che, lei fece retro front e si rimise a sedere accanto a Liam.POV'S NIALL/ZAYN
Perché Sam stava ballando in quel modo con Liam? No dai, non farti strane idee, si stavano solo divertendo, sono solo amici, non preoccuparti.
Perché sono saliti su? Perché non stanno tornando? Merda, ho fallito di nuovo. Sono stato proprio un cretino.
Ma perché lei non è venuta da me? Ci saremmo divertiti lo stesso insieme. Cos'ha Liam in più rispetto a me?POV'S ELEONOR
Quella serata si stava rivelando una vera merda.
Non ero riuscita ad ubriacarmi ed andare con qualcuno, ma l'unica consolazione era che nemmeno Louis aveva fatto nulla, anzi era stato seduto tutto il tempo su un divano guardando il telefono e di tanto in tanto andava fuori a fumare.
Sapevo dentro di me, che lui mi piaceva ancora, ma da pazzi. Solo che volevo che fosse lui a scusarsi, tutto qui. Ma quanto era sexy quella sera cazzo.
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Mille volte ancora
FanfictionSam è costretta dai suoi genitori a frequentare il quarto anno delle superiori a Cambridge, Inghilterra. Non contenta della loro decisione, si trasferisce al college convinta che quel' anno sarebbe stato una perdita di tempo, ma alla fine si rende...