Unmask

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"Le signorine Law e Maill, sono pregate di recarsi nell'ufficio del preside immediatamente."
Questo era quello che la mattina dopo la rissa avevamo sentito con gli altoparlanti attaccati alla parate della nostra aula.
"Andate." Ci disse la nostra insegnante di disegno tecnico indicandoci la porta. Io e Julia eravamo in guai seri, io soprattutto avrei dovuto presto affrontare la furia di mio padre, che mi credeva una suora.
Ci alzammo dai nostri posti e rivolgemmo degli sguardi preoccupati a Niall e Liam, che invece per darci coraggio, sorrisero a trentadue denti.
Dietro di loro Ginevra e Zayn, seduti accanto, ci osservavano con disprezzo, ma dai loro sguardi,si poteva notare la contentezza nei loro occhi.
Mentre uscivamo, si sentì una risata soffocata da parte di Harry. Così Julia, senza farsi vedere dall' insegnante, si riaffacciò alla porta e mandò a fanculo quel pezzo di merda. Stima.
Entrammo nell'ufficio del signor Hollister e la sua segretaria personale ci fece accomodare davanti alla sua scrivania. L'interno della stanza del preside, era accogliente, caldo, le pareti erano di un giallo pastello e il muro dietro la scrivania era decorato con tutti i disegni dei figli del preside. Quella stanza era l'opposto dell'esterno del college.
"Buongiorno signorine, penso voi sappiate perfettamente il perché della vostra convocazione."
Noi annuimmo con la testa, guardando in basso, avendo paura di incontrare lo sguardo severo del nostro preside.
"Sapete che in questa scuola, nessuna forma di bullismo e tantomeno di violenza è tollerata."
Lo sapevo, sospensione, stavamo arrivando.
"Tuttavia non voglio sospendervi."
Ci guardammo sorprese per poi volgere lo sguardo all'uomo di fronte a noi. Era paffutello, sulla cinquantina probabilmente, capelli rossi ed occhi color nocciola. Aveva l'apparenza tranquilla e serena.
"Vi punirò, certamente. La vostra azione non può rimanere impunita. Però voglio sapere il perché.
Cosa vi ha spinto a fare del male a quelle due ragazze?"
"Signor preside, non vorrei essere indiscreta, ma è una cosa privata."
"Ho due figlie, della vostra stessa età. Potrei diventare psicologo senza nemmeno essere laureato.
Potete parlare liberamente con me, non fatevi troppi problemi."
Cercai l'approvazione di Julia e poi cominciai.
"Gelosia e bugie non vanno d'accordo signor preside.
Avevamo scoperto che Ginevra Hale aveva mentito al nostro amico sul suo passato solo per farlo interessare a lei. E così ha fatto pure Taylor Smith.
Ci siamo vendicate, solo questo.
Non volevamo che i nostri amici fossero presi in giro da loro."
"La vostra causa è buona, l'opposto è il mezzo con cui speravate di risolvere le cose.
Cosa avrebbero raccontato di falso queste ragazze?"
"Hanno detto che sono state bullizzate nella loro vecchia scuola per un video messo in rete da uno sconosciuto nel quale i loro padri si drogavano ad una festa."
"Hanno proprio una fervida immaginazione!
Si sono trasferite perché volevano stare in una città più grande, testuali parole del padre di Ginevra.
Conosco molto bene le loro famiglie e so per certo che non è accaduto niente di tutto ciò.
Pulirete la vostra classe dopo la mensa per punizione. Ora, andate a pranzo." Disse accennando un sorriso per poi accompagnarci alla porta d'uscita.
L'avevamo scampata liscia fortunatamente!
Ed io che pensavo già a come farmi perdonare dai miei genitori per la sospensione. Fanculo.
Tornammo in classe e prendemmo gli zaini per poi dirigerci in sala mensa, dove Liam e Niall erano già seduti a mangiare nello stesso tavolo di Louis ed Eleonor.
"Ragazzi, non potrete crederci."
"Vi hanno dato una punizione severa? Noi vi aiuteremo lo sapete."
"Dobbiamo solo pulire la classe dopo, niente sospensione!"
"Fantastico!" Disse Liam applaudendo.
"Il preside ci ha dato ragione in pratica. Gli abbiamo detto per filo e per segno cosa era successo, e visto che conosce bene la famiglia di Ginevra, ha confermato che hanno entrambe mentito."
"Non ci posso credere! Ora fortunatamente sono nella merda anche loro, perché il preside le ha chiamate in presidenza insieme a Harry e Zayn."
"Non potevate darmi notizia più bella." Dissi io osservando l'ancora più forte coppietta di innamorati.
"E voi due, piccioncini?"
"Come facevo a lasciarla andare, dai. È stupenda."
"No, tu sei molto più stupendo."
"No, tu lo sei più di me."
"Ok, abbiamo capito siete entrambi stupendi. Sono felice che vi siate rimessi assieme, ma non fate mai questi discorsi davanti a me."

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