1

1.8K 76 68
                                    

Terza, curva, accelero, quarta, il motore si rilassa.
"Rallenta, ci sei ormai" sento la voce nervosa nelle cuffie.

Sorrido, ultimi cinquecento metri.
"Si avvicina, occhio è veloce" ripete la voce metallica.

Scalo di nuovo, il motore urla -tranquillo amore, dopo ti sistemo io- duecentodieci.
"Cazzo rallenta Andrea!".
Mi urla voce nelle orecchie.

Devo ricordarmi di staccare la radio la prossima volta. Sorrido e taglio il traguardo ma ora dove cazzo mi fermo? Altra nota: allungare la via di fuga per l'arrivo.
Controsterzo, freno, mi fermo con lo sportello a due centimetri dalla protezione della pista, cazzo...tre...due...uno...
"ANDREA ANDREA TUTTO OK???" La voce è preoccupata, mi tira fuori dalla macchina e JJ prende il mio posto portandola nel box.

Una mano mi avvolge le spalle "Dopo facciamo i conti" mi sussurra l'uomo dalla voce metallica.

I flash mi accecano, i giornalisti buttano lì domande che non avranno una mia risposta, la folla grida il mio nome.
Vedo un gruppo di ragazze mezze nude che mi chiamano agitando la mano e tirando baci.
Rido ma non vedono il mio viso.
Abbasso la testa senza rivolgere la parola a nessuno, questa è la regola.
Entriamo nel box e mi tolgo il casco ma non il sottocasco.
"Bisogna allungare la via di fuga e dev..." ma il mio discorso viene interrotto

"Ti rendi conto che stavi per schiantarti su quella cazzo di protezione??" Sbotta dopo aver chiuso a chiave la porta del nostro privé.

Jack è incazzato nero.
"Potevi farti male, devi usare la testa non puoi continuare così a mettere in pericolo la tua vita! E la macchina? Non ci pensi? Come potremmo fare a sistemarla?" Urla, immagino gli altri del team lì fuori ad origliare.

" Ho messo delle regole e devi seguirle, alla prossima cazzata che combini sei fuori!"

Lo guardo e mi tolgo il passamontagna lacero di sudore e inizio a ridere.
Poi lo guardo fisso negli occhi, i suoi neri come due pozzi senza fondo, i miei azzurri come il cielo, ereditati , come i miei capelli biondi, da mia madre.
"Sono fuori?! Ahahah!!! Quanto ci manca per raggiungere il nostro obiettivo è? Vuoi che me ne vada? E chi farai correre al mio posto sentiamo? Abbiamo praticamente vinto il campionato, ci manca solo l'ultima corsa e vuoi sbattermi fuori? Ok fai pure ti saluto"

Apro la porta del privé e trovo gli altri tre del team immobili " be'? Cosa avete da guardare? Non restate lì impalati, aiutate il vostro capo a trovare un nuovo pilota".
Mimo la parola capo con le virgolette.

Prendo l'altro casco, quello della moto, ed esco dalla porta sul retro. Inforco la mia due ruote e scappo via.

Corro verso casa, ho bisogno di una bella doccia.
Appena riporteranno in officina la macchina andrò a dare una sistemata al motore, ho sentito un rumore che non mi piace.
Alle relazioni pubbliche ci penserà Jack, non mi interessano, a me interessa solo correre, sentire l'adrenalina, il rombo dei motori!
Questa è la mia vita.
Da quando mia madre è morta di cancro, io e mio fratello Emmett siamo stati cresciuti da mio padre e due suoi amici del college.
Tutti e tre sono appassionati di motori e di corse e per me quei due sono come degli zii.

Emmett, finita l'università, si è trasferito a New York per lavorare in uno studio di avvocati, il suo sogno.
Io invece, finiti gli studi, ho preferito restare qui con mio padre e i miei zii a lavorare nella nostra officina.

Ci occupiamo di tutto quello che riguarda le auto da corsa: allestimenti, carrozzeria e modestamente sono un fenomeno per la parte che riguarda i motori e la meccanica, dopo tutto ho studiato per questo, e mi occupo personalmente della mia auto da corsa, una meravigliosa Mitsubishi Evo.

Dove e Quando Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora