Capitolo 4

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Interdetta e con la testa che scoppiava di domande, salì in aula 41 dove la professoressa di biologia mi aspettava impaziente.

“Signorina Stephen, quante volte devo dirle che deve arrivare in orario a lezione?!”

“Mi scusi, ho avuto ehm… un contrattempo”

“Non importa, vada dal preside, subito!”

Sembra che un branco di gatti neri mi sia passato sopra. Raggiunsi la presidenza e dovetti sopportare un’altra ramanzina. Se Louis mi dovesse passare vicino, giuro che lo avrei ammazzato con le mie stesse mani. E’ stato come un uragano che ha spazzato via la mia tranquillità e il mio equilibrio giornaliero.

Come punizione, sarei dovuta rimanere un’ora nell’aula 28 sotto il controllo di qualche insegnante.

Uscita dalla presidenza, con il foglio giallo della “punizione”, mi diressi in aula 41 per consegnarlo alla prof. di biologia.

Sulle scale chi incontro?! Louis, ovviamente.

“Jamie ti posso parlare ora?”- mi chiamò

“Non me ne frega un cazzo di ciò che vuoi dirmi, vivrò anche senza saperlo. Da quando sei arrivato, non fai altro che portarmi guai. Sparisci”-risposi con il tono più incazzato possibile, ma i suoi maledettissimi occhi ghiaccio, me lo impedirono.

“Anche Dante, prima di raggiungere il paradiso, dovette attraversare l’inferno.”-rispose con tono sicuro.

Le sue frasi filosofiche non erano per niente d’aiuto. Evitai di pensarci troppo e raggiunsi l’aula, consegnando il foglio giallo.

La giornata sembrava non finisse mai; quando suonò la campanella sembrò un dono dal cielo. La scuola si svuotò ed io fui costretta a scontare la pena, perché sì, mi sentivo una fottuta carcerata.

In aula ero l’unica alunna ed era molto imbarazzante fissare il prof. di matematica, così pensai bene di anticipare qualche compito, per avere più tempo libero il pomeriggio.

Finita l’ora, dovetti raggiungere casa a piedi, a causa dello sciopero dei mezzi e dopo mezz’ora di cammino, mi trovai di fronte il portone principale e notai, sul suolo, un pacco postale. Lo raccolsi e mi addentrai nel salone.

Lo scatolo non era molto grande, ed era incartato con una carta rossa e con del nastro giallo. Non c’era nessun foglio che indicava la provenienza. Aprendolo, scoprì che conteneva a sua volta, uno scatolino più piccolo e quest’ultimo era decorato con della pelle blu ed argento. Tolsi il coperchio e trovai un piccolo anellino, forse di rame, circondato da un sottile filo rosso pregiato. Era un anello davvero piccolo, passava solo attraverso il mio mignolo, ma decisi di indossarlo comunque poiché troppo bello per poter essere messo da parte. Infondo alla scatola più grande, notai in piccolo foglio di carta dorato su cui vi era scritto “Solo in pochi lo possiedono, questo ti appartiene dalla nascita.”

Cercai fra i cassetti il bigliettino che avevo ricevuto la notte precedente e notai che la calligrafia era la stessa, come sempre curata e pulita ad ogni lettera.

Indossai l’anellino sul mignolo e notai che con la mia manicure mi donava particolarmente. Chissà a cosa si riferiva il messaggio. Tutto è pieno di messaggi in codice e Dio solo sa cosa volevano dire.

Mentre ammiravo quel gioiello pregiato, suonarono alla mia porta.

“Chi è?!”- Urlai

“Skyler!”- rispose a tono

Merda dovevamo uscire.

“JJ andiamo a correre?! Brad ha la febbre e il centro commerciale è chiuso per ferie!”-mi domandò

“Umh okay, vado a mettermi la tuta”

“Ti aspetto qui bellezza!”

Si accomodò sul divano, ma prima che lo facesse, presi la scatola e la portai al piano superiore, in camera.

Indossai una vecchia maglia nera di mio fratello Greg. Lui lavora a Sydney e lo vedo di rado, ma quando accade mi regala sempre qualcosa. Non ho mai conosciuto mio padre e mia madre è in un centro per tossicodipendenti a Sheffield. Entrò in quel giro da quando mio padre se ne andò, non molto tempo prima della mia nascita e solo da pochi anni ha deciso di mettere fine a questa situazione. Mi trasferì qui, a Manchester, con Skyler poiché il mio unico punto di riferimento. Lei si trasferiva per il lavoro dei suoi, io perché non avevo un luogo in cui vivere. Con il denaro che mio fratello guadagnava e con il mio ex lavoro da babysitter, accumulai qual cosina per affittare questo appartamento.

Scossi la testa, per evitare di affogare nei ricordi, ed indossai, inoltre, un leggins nero e delle scarpe da ginnastica bianche. Legai i capelli e scesi in salone dove mi aspettava la mia migliore amica.

“Su andiamo!”

Correvamo lungo un marciapiede del viale vicino al parco principale e notai Louis, al solito posto, pensieroso. Stappava i fili d’erba e sorrisi al pensiero di quando mi rimproverò dicendomi che l’erba si faceva male.

Jamie sei una stupida.

Mia cara vocina, non sai quanto ti odio.

Mi ricomposi e raggiunsi Skyler che si era già allontanata. Stanche, decidemmo di fermarci in un bar a bere qualcosa. Il bar era all’ angolo di una strada secondaria e poco affollato. Entrammo ed un suono di campanelle di ferro ci accolsero. Ordinammo due bottiglie piccole di birra ciascuna e ci accomodammo al tavolino più vicino.

Un uomo sui circa 70 anni, abbassò il quotidiano e cominciò a fissare il mio mignolo sinistro, come se dovesse analizzarlo in ogni suo millimetro.

“Vado un attimo in bagno, non ti scolare la mia bottiglia eh!”- affermò ridendo Skyler

“Sta tranquilla, non sono così stronza!”- risposi sorridendo

L’anziano mi si avvicinò

“Scusi signorina, potrebbe mostrarmi la sua mano sinistra?”- mi domandò a disagio

“Mh, certo!”

Stesi la mia mano sinistra e lui posò la sua, rugata e ruvida, sotto la mia, analizzando da vicino quel piccolo gioiello.

Oh signorina, lei è stata scelta. Un giovane uomo le è già stato destinato. Si guardi intorno, non sarà difficile trovarlo. Buona fortuna.

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Sono riuscita ad aggiornare anche se un po’ in ritardo! YEEEES

Comunque questo capitolo mi piace abbastanza, mi sono impegnata molto per scriverlo. Spero che vi piaccia proprio come piace a me. Non dimenticate di stellinare questa storia e spero che i lettori aumentino.

Lasciate anche qualche commento con dei consigli, su cui basarmi per il prossimo capitolo.

Shoutout: Ciao Noemi eheh ti voglio bene; e un saluto particolare al #teamfluo. X

A presto!

Un abbraccio virtuale,

Carola xx

Legend || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora