•Stessa cosa per questo capitolo, per fortuna ne ho pubblicati solo due😅 Spero che le modifiche vi soddisfino, buona lettura😘•
'Fino a 13 anni Arianna aveva vissuto tra psicologi, tra sedute collettive dove aveva avuto modo di osservare tutte le forme di pazzia che alloggiano la mente umana e tra viaggi confusi e psichedelici provocati dall'ingente numero di farmaci che le venivano somministrati. A scuola, ovviamente, era il bersaglio preferito dei bulletti, che la buttavano giù dalle scale, la picchiavano, le davano della "malata di cervello". Arianna capì presto che avrebbe fatto meglio a combattere da sola contro i propri mostri: sospese i medicinali e raccontò di un miglioramento graduale a sua madre e agli strizza cervelli, che pensarono soddisfatti di avere curato l'ennesima paziente. Però volle continuare le sedute collettive perché si era affezionata ad una giovane donna sulla trentina, che le ricordava Kate per l'aspetto fisico, e Brandon per la malattia. Si faceva chiamare da tutti Barbie, lo stesso nome della bambola di plastica che teneva in grembo come se fosse una bimba vera. Portavano entrambe i capelli intrecciati e legati con un nastro azzurro, dello stesso colore dello strano vestito, che assomigliava molto a quello di Alice nel cartone della Disney. Arianna non aveva mai parlato con Barbie, forse si erano guardate un paio di volte, qualche mezzo sorriso ogni tanto, ma nient'altro. Continuava le sedute per rivivere tutti gli stadi della schizofrenia. E il giorno in cui Barbie non si presentò, Arianna capì e dichiarò di essere guarita completamente. Al liceo andò decisamente meglio. Le coetanee cominciarono a prenderla in considerazione: la invitavano a fare shopping, in discoteca, a divertirsi, a quegli stupidi pigiama party dove si fuma e si parla di sesso e di ragazzi. Faceva parte dell'élite della scuola. Insomma, non era la classica sfigata depressa, ma anzi attirava i compagni come una calamita. Loro la vedevano bella e tenebrosa, misteriosa forse, e subito le chiedevano di uscire. Arianna distribuiva due di picche come se piovesse, ma solo perché si era già perdutamente innamorata di un ragazzo di due anni più grande e di nome Eric, che però era fidanzato da tanto tempo con la sua compagna di classe Federica. Era ovviamente invidiata da tutte le ragazze anche se non era particolarmente bella né tantomeno simpatica; in compenso era molto sicura di sé, e quando parlava ti catturava. Eric invece era veramente stupendo: alto, muscoloso, scuro di carnagione, moro e con dei meravigliosi lineamenti. Assomigliava in modo impressionante a Brandon. E Arianna, ovviamente, ci perse la testa. Ah, sua madre alla fine si era risposata con un uomo molto più vecchio di lei, ma ricco sfondato. Si trasferirono presto nella sua villa a 5 piani a Forte dei Marmi, dove incominciarono una nuova vita. Il signor Broose era texano fino al midollo: alto e un tempo muscoloso, aveva i capelli grigi sulle tempie, gli occhi azzurri, la carnagione perennemente abbronzata e i denti forti e bianchi. Indossava sempre il solito cappello da cowboy, e dato che Arianna non lo aveva mai visto senza, era giunta alla conclusione che ci dormisse. Magari era molto importante per lui, forse era un ricordo, un cimelio. Non aveva mai avuto dei figli, quindi non sapeva come comportarsi con Arianna: cercava di accaparrarsi la sua simpatia comprandole innumerevoli capi di abbigliamento del momento, scarpe e gioielli. La ragazza utilizzava una stanza come armadio, e nonostante ciò non sapeva mai dove mettere i vestiti. Broose non era un uomo cattivo, era solo molto stupido. Ma Arianna un desiderio ce lo aveva, e sfruttò la sua disponibilità a proprio vantaggio: un giorno gli disse che desiderava tanto che lui le pagasse l'iscrizione alla scuola di danza classica. Questa richiesta sbalordì soprattutto la madre, che la vedeva un po' come un maschiaccio, ma Broose fu immediatamente felice di accontentarla. Ovviamente si offrì di comprarle anche tutti gli indumenti da ballo appena usciti sul mercato, dal body alle scarpette migliori. Forse non lo faceva apposta, magari era affetto da uno strano morbo da shopping compulsivo. Niente a che fare con i problemi di Arianna, che ogni notte le ricordavano di non essere sola in camera da letto. Anzi, di non essere mai completamente sola.
L'Accademia di Danza era un edificio ottocentesco situato sulla dodicesima strada, abbastanza nascosto da passare inosservato, ma ugualmente maestoso. La struttura era talmente grande che doveva contenere più di un centinaio di sale da ballo. Il portone d'ingresso era decorato in stile romantico, come se gli addobbi fossero stati aggiunto dopo. Nella sommità dell'arco c'era un angioletto in bassorilievo che scoccava una freccia alla propria destra, e accanto agli stipiti decorazioni floreali molto belle. Arianna fece un respiro profondo, ed entrò. L'atrio era se possibile ancora più gigantesco: pareti bianche immacolate, pavimento in parquet praticamente nuovo, con al centro della parete principale una scrivania metallica occupata da una segretaria bionda e cordiale, la quale sorrise subito alla ragazza e le fece compilare il modulo d'iscrizione, indicandole la sala per gli allenamenti, gli orari e i nomi dei professori. Già dalle prime lezioni dimostrò di avere un talento eccezionale, tanto che l'insegnante si meravigliò del fatto che non avesse mai ballato prima di allora. Arianna era attrice e ballerina allo stesso tempo, ed era perfetta, passionale, armoniosa, bellissima. Allo spettacolo di metà anno si esibì in un assolo davanti a tutta la scuola, ballando Lady Gaga sulle punte. Fu un successo talmente clamoroso che attirò anche l'attenzione di Eric, che si presentò davanti ad Arianna una mattina, pochi giorni dopo la prima dello spettacolo. Portava una camicia bianca con i primi due bottoni slacciati, un paio di jeans che fasciavano magnificamente le sue belle gambe e le Nike, anch'esse bianche. Aveva i capelli neri e lisci rasati lateralmente, con un accenno di gel che li teneva indietro, eccetto due adorabili ciuffi ribelli che gli scendevano sulla fronte alta. Appena le sorrise, gli si illuminarono gli occhi color nocciola, e Arianna per poco non svenne lì ai suoi piedi. Era incredibile l'effetto che Eric aveva su di lei. Sempre sorridendo le disse:
"Ciao Ary"
'oh mio Dio' pensò la ragazza, 'adesso muoio'
"volevo dirti che sei stata bravissima allo spettacolo".
'Ma sta davvero parlando con me?' Arianna non capiva più niente:
"Beh... grazie. Non ho fatto niente di che..."
"Ma scherzi? -continuò Eric- Sei stata magnifica! Non ho mai visto nessuno danzare come te, eri perfetta. Non sono riuscito a staccarti gli occhi di dosso nemmeno per un secondo."
'Oh cazzo' pensava Arianna.
Fece una smorfia che assomigliava forse ad un sorriso e il ragazzo raggiante le sorrise a sua volta. In quel momento imbarazzante la salvò la campanella che annunciava l'inizio di una dura mattinata di scuola. Eric fece un altro passo verso di lei e le disse:
"Beh allora ci vediamo magari dopo, sempre che non ti abbia annoiato con le mie chiacchiere da incompetente in materia..."
"No no affatto!" lo interruppe Arianna, "Io... Sono contenta che lo spettacolo ti sia piaciuto..."
Eric le sorrise di nuovo, ma questa volta in un modo diverso, più dolce, più ampio, e così la ragazza notò delle graziose fossette che gli si formavano sulle guance. Lui la prese, le diede un bacio sulla testa e la salutò correndo verso la sua classe. Arianna rimase a bocca aperta con un espressione da ebete per un po', poi si riscosse ed esclamò: "Oh cazzo cazzo cazzo!" "Signorina Grey!"
la richiamò la voce della sua insegnante di italiano, "Vuole degnarsi di partecipare alla lezione oppure no?"
"Mi scusi, arrivo!" disse Arianna, ma mentre stava camminando verso la porta della sua classe sentì un brivido lungo la schiena e una sensazione di oppressione, e subito capì. Lui era lì. Non le servì girarsi per saperlo. Prese un respiro e proseguì, cercando di ignorarlo. Si sedette al suo banco mentre la professoressa la rimproverava dicendole che questa era l'ultima volta che la faceva entrare dopo il suono della campanella, che se fosse successo di nuovo le avrebbe dato una nota di demerito e l'avrebbe lasciata fuori dalla porta e le solite stronzate. Ma ad Arianna non interessava, non la ascoltava nemmeno. Lui era lì.Lui era lì!'
•Finito😅 Basta non cambierò più niente lo giuro! Spero non ci siano errori di battitura e che il secondo capitolo vi piaccia. Ora volo a ultimare il terzo❤️•
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The dark side of the moon
HorrorÈ fin da quando era una bambina che Arianna viene tormentata e perseguitata da quelle presenze. Le ritrova nelle persone che la circondano, allo specchio, nei passanti per strada. Gli psicologi cercano di aiutarla, le somministrano medicinali per le...