Capitolo 3

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•Ecco il terzo, spero vi piaccia❤️•

'Arianna stava percorrendo una strada buia che costeggiava vecchie abitazioni abbandonate, schivando impalcature barcollanti e cigolanti, sulle quali vi erano ancora posti secchi di intonaco, guanti e palette. Non si ricordava di come fosse finita lì né di dove fosse stata prima, sapeva solo che doveva andarsene velocemente. Sentiva nell'aria un'agghiacciante sensazione di pericolo ed era certa che ci fosse qualcuno che la osservava. Riconosceva il peso di quello sguardo e sapeva che non le rimaneva ancora molto tempo per scappare. Improvvisamente lo spazio davanti ad Arianna tremò, si modellò come se fosse stato composto da una pellicola trasparente e si accartocciò finché non comparve la Luce: una sfera luminosa priva di un corpo fisico che fluttuava di fronte alla ragazza. A quel punto lei sapeva già che cosa sarebbe successo immediatamente dopo: avvertì una presenza terrificante alle spalle e capì senza voltarsi che era Lui. Cercò di riprendere a respirare. La Luce iniziò a muoversi in avanti, tanto velocemente da costringere Arianna a correre per starle dietro, perché appena usciva dal suo raggio luminoso ombre nere tentavano di carpirla. Arrivò in un vicolo lungo e stretto e vide fluttuare davanti a lei un foglio di carta stropicciato, che prese istintivamente. Mezzo secondo dopo comparve Lui, per fortuna sempre dietro Arianna. Sentendosi sfiorata le scappò un grido, cadde ma con una capriola da atleta riuscì a rimettersi in piedi in tempo e riprese la sua fuga. La Luce la condusse dentro un parco circondato da statue neoclassiche. Alla luce del giorno dovevano essere belle, superbe nell'essere ammirate dai passanti, ma quella notte erano solo altri mostri che proiettavano ombre dalle quali Arianna stava cercando di scappare. Il secondo foglio era attaccato a un albero che costeggiava il viottolo. La ragazza lo afferrò senza mai smettere di correre ed esso le scivolò dalla mano per andarsi a congiungere con il primo nella tasca del suo giubbotto. Non si chiese nemmeno cosa e come fosse successo: tutto in quella notte non era normale. Fortunatamente Lui non comparve nè dietro Arianna nè (ancor più fortunatamente) davanti. Questo significava che lo aveva superato: Lui non camminava, nè tantomeno correva; si disfaceva nell'aria come se lo stessero tirando per entrambe le braccia fino a comparire. Seguiva la ragazza sotto forma di ombre, ma non era veloce come Arianna e la Luce, quindi aveva perso terreno. Non molto, però. La ragazza conosceva le regole di quel "gioco": da bambina lo aveva chiamato 'La Caccia'. D'altronde era la preda, e Lui il cacciatore. La Luce la guidava attraverso le vie della città alla ricerca di quattro pezzi di carta che, una volta congiunti, avrebbero mostrato ad Arianna il luogo dove nascondersi, dove sfuggire almeno per una notte dal cacciatore. Per questo era necessario che la ragazza fosse sempre in vantaggio rispetto a Lui, perché nel caso in cui le fosse apparso davanti, lei sarebbe morta immediatamente, in una frazione di secondo. E Arianna correva, correva anche se le facevano male le gambe, anche se non aveva più fiato. Correva per sopravvivere. Intanto la Luce l'aveva portata nella palestra del suo college, dove aveva recuperato la terza parte della mappa. Sul muro posteriore c'era ancora quella vecchia frase che era stata il motto del primo anno, ormai sbiadita e dimenticata, ma che per Arianna aveva sempre un bellissimo significato: γνοντι αυτός (conosci te stesso). La ragazza ce l'aveva quasi fatta, mancava solo l'ultima parte della mappa e poi quell'incubo si sarebbe finalmente concluso. Vivendo in una città di mare, la sua scuola si trovava davanti a un molo turistico, e la Luce la condusse lì, nella passeggiata che permetteva agli yoht dei ricconi di attraccarsi e agli occhi dei poveracci di ammirarli nella loro merdosissima grandezza e magnificenza. Il quarto pezzo di carta fluttuava in mezzo alla strada e Arianna lo afferrò saltando. Poi osservò la mappa completa, ma era al buio ed era difficile leggerla senza smettere di correre. Allora la Luce si avvicinò a lei e la illuminò: la carta le mostrava la città vista dall'alto e segnato in rosso il punto in cui doveva nascondersi, cioè esattamente dove era iniziata la Caccia. Tutto ciò era insolito, ma Arianna non si fece domande e rincominciò a correre. In dieci minuti era ormai a pochi isolati dal punto di partenza, però percepiva che Lui si stava avvicinando e che la stava raggiungendo. Con la forza della disperazione si lanciò verso il traguardo e, nel momento stesso in cui staccò i piedi da terra, il Cacciatore le apparve dietro tentando di afferrarla, ma era troppo tardi per fortuna. Questa volta aveva vinto Arianna. Ancora distesa a terra e con il fiatone sospirò, sorrise e rise prima nervosamente per poi lasciarsi andare, esausta e sollevata. Aveva vinto: era sopravvissuta. Improvvisamente lo spazio attorno a lei si frantumò e come se fosse vetro cadde a pezzi. Arianna si ritrovò al buio da sola, sperduta, calma, immobile. Conosceva a memoria quella parte del sogno: il risveglio.
Aprì gli occhi e si ritrovò nella sua camera da letto della casa a Forte dei Marmi. Aveva scelto la stanza del terzo piano perché le pareti posteriori erano di vetro e si affacciavano sul bosco vicino. Era grande, occupata per lo più da mensole in ciliegio piene di musica classica e di DVD delle opere più famose rappresentate il teatro. La parete della porta invece era ricoperta di frasi colorate, talvolta copiate dai film e talvolta inventate. Ritrovandosi in camera sua si sentì per un attimo al sicuro e invulnerabile, ma memore dell'incubo della notte precedente. Così dopo essersi stiracchiata si alzò e andò in bagno per lavarsi la faccia e schiarire i pensieri. L'acqua fredda era il suo antidoto. Si insaponò con la fragranza al cocco per rimuovere gli ultimi residui di trucco e si sciacquò tenendo gli occhi chiusi. Quando li aprì per guardarsi allo specchio, Arianna vide che non era sola. Lui era dietro di lei. Trattenne il respiro e in una frazione di secondo la parte dello specchio che rifletteva l'immagine del Cacciatore si crepò come se fosse stata colpita, facendo sussultare la ragazza. Sentendo un bruciore alla mano sinistra, girò il palmo e notò delle schegge di vetro e un taglio abbastanza profondo, dal quale usciva molto sangue. Arianna non si spaventava più: si era abituata a tutto, e inespressiva come se non fosse successo nulla prese da una custodia di pelle dentro al mobile un paio di pinzette e rimosse i vetri. Mentre cercava l'acqua ossigenata mise la mano sotto un getto di acqua fredda per far rallentare l'emorragia. Dopo essersi disinfettata prese una benda pulita e se l'avvolse attorno alla mano. Per fortuna Kate era in viaggio d'affari con il signor Broose, che l'aveva assunta nella sua industria di telecomunicazioni, e sarebbero tornati nel fine settimana. Arianna aveva tutto il tempo per inventarsi una scusa plausibile per la ferita e per il vetro rotto. Erano le 6.53 del mattino di mercoledì e la ragazza aveva lezione alle 8.30, ma decise di recarsi prima a scuola perché ormai era sveglia e non voleva correre il rischio di riaddormentarsi. Andò nella sua stanza-guardaroba e optò per un abbigliamento comodo e caldo, dato che era inverno. Indossò un paio di jeans scuri, una maglietta verde a maniche corte, una felpa col cappuccio grigia chiara e il suo paio preferito di Converse alte con l'interno rosa acceso. Quasi pronta chiamò il loro autista privato di nome Jeffrey ché la venisse a prendere per portarla a scuola. Era un uomo molto alto che sembrava provenire da un'altra epoca per i suoi modi garbati ed estremamente educati; forse aveva più di cinquanta anni o forse no, Arianna non gli sapeva dare un'età; aveva gli occhi glaciali e pochi capelli grigi sulle tempie, e assomigliava da morire ad Anthony Hopkins. La cartella era pronta, così la ragazza decise di truccarsi leggermente: aveva iniziato a farlo da quando Eric le aveva parlato. Per sua fortuna aveva la pelle abbastanza scura come Brandon e non era costretta a mettersi il fondotinta, e poi gli occhi azzurri di Kate venivano valorizzati anche solo con un velo di mascara. Raccolse i suoi capelli disordinati in uno chignon alto e sbarazzino. Quando chiuse la porta di casa, Jeffrey era già lì ad aspettarla. Lo salutò e lui rispose con un inchino. Quanto amava quell'uomo! Salì nella Ferrari bianca del signor Broose e partirono, la scuola era a venti minuti dalla villa.
-Bel completo Jeffrey- scherzò Arianna,
-La ringrazio molto, lady-
-Vedo però che ha dimenticato di indossare i gemelli-
-La signorina mi ha colto impreparato-
-È per caso gelsomino questo nuovo profumo?-
-Molto brava lady, ho tentato di confonderla ma non ci sono riuscito, peccato. Comunque, se posso chiedere, cosa le è capitato alla mano?-
-Niente... Un incidente di percorso.-
-Necessita le mie cure?-
-No, ti ringrazio. È tutto a posto.-
Era così che Arianna trascorreva le giornate, le settimane, i mesi, gli anni. Jeffrey per lei era un amico fidato.
Una volta a scuola le rimaneva ancora un po' di tempo per organizzare i corsi e gli allenamenti a danza. Si sedette sulle scale immersa nei fogli degli appunti, e ogni tanto segnava sulla sua piccola agenda delle annotazioni. La sua vita era perfettamente organizzata. Ad un certo punto qualcuno di sedette vicino a lei, ma lei non ci fece caso e continuò a scrivere il suo pensiero del giorno. Quel qualcuno si sporse verso Arianna e lesse ad alta voce: -Tra l'innamorarsi e l'amare c'è molta differenza...-
La ragazza sobbalzò e si girò verso lo sconosciuto, scoprendo con sorpresa e imbarazzo che si trattava di Eric. Balbettò un saluto e il ragazzo sorrise chiedendole: -Che cosa stavi scrivendo?-
-Bhe... Ecco... Ogni giorno scrivo la prima frase che mi viene in mente... Non lo so perché, ma almeno ho un ottimo repertorio di citazioni.-
Eric rise, il suo sorriso era perfetto.
-Come continua la frase di oggi?-
Arianna sospirò, poi recitò: -Tra l'innamorarsi e l'amare c'è molta differenza. Quando una persona si innamora non lo fa apposta: succede. Ma per amare bisogna lottare, soffrire, piangere e donarsi. L'amore non succede. L'amore si fa.-
-È bellissima davvero- commentò stupito Eric -Sei una persona sorprendente Arianna.-
-Davvero?-
-Si, hai la passione di collezionare citazioni e quella della danza. Poi scommetto che hai anche una manualità incredibile, non è vero?-
Come faceva a saperlo? Ad Arianna piaceva dipingere ed era anche brava. Qualche anno fa aveva vinto dei riconoscimenti, ma non sognava certo di vivere della sua arte.
-Bhe... Si- rispose la ragazza -Mi piace disegnare...-
-Ci avrei scommesso! E scommetto anche che...-
-Eric!- squillò improvvisamente una voce femminile. Arianna capì subito che era Federica, la fidanzata del bellissimo moro. -Eric, perché non mi hai cercata?- domandò contrariata la ragazza.
-Scusami- le sorrise Eric - Mi ero fermato a parlare con la mia amica Arianna.-
-Oh, la ballerina- commentò Federica squadrandola dalla testa ai piedi.
-Si- rispose Arianna - ma ho anche un nome e potresti usarlo dato che lo sai.-
Eric rise tenendosi la pancia e disse -Ok, ci vediamo, ciao Ary.- e le lasciò un bacio sulla guancia. Arianna per la prima volta sorrise, e lui esclamò: -Wow, ma allora ce li hai i denti!- poi le fece l'occhiolino e se ne andò con Federica, che non la smetteva di fissarla. Bhe, poteva anche guardare, bastava solo che non la consumasse troppo. Arianna, per la prima volta nella sua vita, era quasi del tutto felice.'

•Ecco qua il terzo capitolo, spero vi piaccia e spero che non vi annoi la lunga narrazione, ma più avanti capirete perché ne faccio uso molto spesso. Sto per raggiungere 100 visualizzazioni ed è solo merito vostro. Siete ufficialmente i primi lettori (a parte la mia uccellini Gloria) della storia di Arianna, che assolutamente non è autobiografica. Lui faceva parte dei miei incubi da bambina, e dato che a mio parere era una cosa abbastanza insolita ho deciso di dargli forma e di renderlo antagonista della mia storia. Mi dispiace, non riesco ad aggiornare spesso e ogni capitolo è più lungo del precedente, ma spero di lasciarvi ogni volta con la curiosità e la voglia di scoprire come andrà avanti la vicenda. A presto 😘•

The dark side of the moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora