Jimin era sempre stato molto riservato in vita sua e questo fu uno dei motivi per i quali suo padre preferí che frequentasse lezioni private fin da piccolo.
Il ragazzo infatti aveva compiuto tutti i cicli di studio a casa, impegnandosi e divenendo un'ottimo studente.
Suo padre l'aveva ovviamente indirizzato verso la facoltà di economia poiché Jimin, in qualità di unico figlio e quindi erede dell'azienda Park, sarebbe diventato il futuro dirigente della compagnia.
E per Jimin il tutto non era mai stato un problema.
Aveva però una grande passione che coltivava di giorno in giorno e che amava con tutto se stesso:
la danza.
Ballava fin da quando gli erano cresciuti i primi dentini da latte e, sebbene quest'ultimo ne parlasse di rado, a suo padre piaceva guardarlo ballare tanto che osservava con fierezza suo figlio muoversi con grazia sul palcoscenico.E per Jimin era divenuto ancora più bello ballare quando finalmente incontrò Jeon Jungkook, un ragazzo di buona famiglia che si era dimostrato più che abile in questo campo.
Si erano conosciuti a una cena aziendale a cui avevano partecipato entrambi i loro padri e, ritrovandosi per caso vicini, avevano iniziato a parlare e si erano trovati così in sintonia che Jimin aveva acconsentito allo scambio dei reciproci numeri di telefono.
Jimin trovava un po' imbarazzante il fatto di dover partecipare così attivamente ai comizi aziendali di suo padre.
Non aveva ancora ricevuto un vero e proprio incarico lavorativo e, anche se ne sapeva abbastanza di finanza, marketing e quant'altro, molte volte si sentiva di troppo, nonostante non fosse l'unico rampollo a trovarsi in tale situazione.
Quindi dov'è che si trovava il problema?
Non lo sapeva e, ad essere sinceri, non gli interessava nemmeno quale fosse.
Poteva considerarsi in pace con se stesso, d'altronde, aveva tratto diversi vantaggi dall'aiutare il signor Park con il suo lavoro.
Vantaggi che però, durante quella serata, non si presentarono.
Jimin si sforzò, concentrandosi con tutte le sue forze, ma non riuscì a scorgere nemmeno l'ombra di una cosa che potesse davvero tenerlo lì, in piedi dietro suo padre.Era ormai da cinque minuti che sorrideva e annuiva, intento a intrattenere una conversazione con il signor Min, la cui irritazione, provocata dalla presenza di Jimin, era piuttosto evidente agli occhi del giovane interessato.
Il ragazzo xancora si chiedeva come fosse riuscito a provare un sentimento di odio così intenso per una persona sconosciuta.
Era forse per la sue espressione così altezzosa?
Oppure per il taglio dei suoi occhi, tanto sottili da donare al suo viso una perenne aria d'ostilità?
Fosse, invece, per un semplice fattore di orgoglio?
Jimin non si pose quest'ultima domanda e tantomeno sapeva che il motivo fosse proprio quello.
Eppure non riusciva nemmeno a guardare il Signor Min senza digrignare i denti.Avrebbe voluto tornare dai suoi amici, si chiese come stesse andando tra Taemin e Jungkook e se Tae avesse adocchiato qualcuno con cui parlare. Senza neanche accorgersene, spinto da quel interrogativo, si girò, dando le spalle al signor Min, percorrendo con lo sguardo l'intera sala, in cerca delle figure dei suoi due amici.
Si guardò in giro con occhio attento, scrutando i volti e i vestiti delle persone, non li vedeva.
Era sul punto di girarsi di nuovo verso la comitiva di suo padre, alla quale stava rivolgendo le spalle, gesto assai maleducato, quando un'ancora di salvezza si presentò, quasi fosse un'apparizione divina per il "povero" biondino.
Essa portava il nome di Kim Namjoon.Doveva passare il tempo anche con lui quella sera, o si sbagliava?
Senza pensarci due volte, il ragazzo si staccò da quel piccolo e noioso gruppetto di uomini in giacca e cravatta per raggiungerne un'altro.
Non aveva, però, incluso in questo suo "geniale" piano di fuga suo padre che, senza lasciargli fare più di due passi, lo prese per il polso per poi farlo voltare verso di se.
< Mi spiegheresti che cosa diavolo hai intenzione di fare? > gli occhi dell'uomo lampeggiavano.
< Non dovrei passare anche del tempo con Namjoon? Credo sia appena arrivato e nessuno dei due ha degnato i Kim di uno sguardo mentre siamo qua con il Signor Min da mezz'ora > Jimin rispose naturalmente, sicuro che suo padre l'avrebbe lasciato fare.
Il signor Park pensò per un paio di secondi, riflettendo su cosa convenisse fare.
Aveva decisamente intuito che tra il Signor Min e suo figlio non scorresse del buon sangue ma di certo non poteva permettere che, a causa di inutili pregiudizi, il suo lavoro venisse compromesso.< Jimin, non credere che sia uno stupido, so che vuoi andare da Nemkun... >
< Namjoon > il figlio lo corresse.
< Si, Namjoon, Namjoon... Solo per poter evitare Min.>
Il ragazzo alzò un sopracciglio, non sopportava sentire constatare l'ovvio.
< E quindi? È una ragione in più per mandarmi dai Kim >Il Signor Park strinse i denti, resosi conto solo allora che il figlio non aveva prestato per nulla attenzione alle conversazioni avvenute in quel breve arco di tempo in cui, senza un apparente motivo, il figlio si era voltato verso il centro della sala.
< Jimin, ormai non è più possibile. Ho appena promesso a Min che gli avresti fatto fare un giro nel giardino all'Italiana. >Il Signor Min, che per fortuna si era momentaneamente spostato verso il tavolo del buffet, non sentì la, davvero poco elegante, imprecazione che uscì dalle labbra del signorino Park.
< Jimin! > il padre lo ammonì, spazientendosi.
< Signor Park, dunque questi giardini all'Italiana? >
Il Signor Min era ritornato dal buffet con un calice di vino rosso in mano senza aver neanche una briciola sui vestiti, segno che non aveva toccato cibo.< Stavo giusto raccomando a Jimin di mostrarle bene la statua al centro del giardino, sono sicuro che le piacerà molto >
Mentre pronunciava queste parole, il Signor Park poggiò la sua mano sulla spalla del figlio facendo pressione.
Era un muto modo per dirgli che avrebbe fatto ciò che lui voleva o ci sarebbero state delle conseguenze.E dunque Jimin sorrise a Min, non curandosi di rendere meno evidente il fastidio che in quel momento provava.
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Cari lettori è passato più di un anno dalla pubblicazione di questa ff e ultimamente mi è venuta un po' di nostalgia da Wattpad. Ho notato che ci sono diversi capitoli già completati quindi credo che, dopo averli revisionati, li pubblicherò.
Love you all <3
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𝔓𝔞𝔯𝔣𝔲𝔪𝔢 ;; 𝐲𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧
FanfictionDove Jimin, figlio di un ricco imprenditore, desidera diventare il più gran profumiere della storia e Min Yoongi sarà colui che, indirettamente, gli donerà la fragranza mancante per completare la ricerca di un'intera vita. 《 potresti smetterla di an...