La calda luce del sole baciava la capitale coreana nonostante fossero le sette di sera. L'estate stava arrivando e con il suo avanzare le ore in cui i cittadini potevano bearsi dei raggi solari aumentavano così come le strade venivano occupate più a lungo da essi: Seoul si stava finalmente svegliando dopo un lungo e freddo inverno.
Quel giorno il traffico era piuttosto intenso, soprattutto nella zona adiacente al centro della città. Gli autisti imprecavano, suonando il clacson e si maledicevano l'un l'altro.
Tra questi uno sembrava particolarmente tranquillo: il guidatore di una limousine che, fermo al semaforo, si accendeva una sigaretta in attesa di ripartire mentre le persone sul marciapiede si fermavano, osservando l'auto lussuosa e fantasticando su chi potesse mai esserne il proprietario.||||||||
<Hai capito cosa devi fare?>
<Sí papà è da piú di una settimana che mi ripeti le stesse cose e mi spieghi come comportarmi... >Jimin sbuffò, accavallando le gambe e poggiando la schiena sul'elegante sedile in pelle della limousine che lo stava conducendo verso l'importante evento a cui avrebbe partecipato.
Il signor Park alzò un sopracciglio mentre con una mano portava alle labbra il calice di cristallo nel quale, poco prima, aveva versato una discreta quantità di Rosè Brut veneziano.
<Jimin, se l'ho fatto è perchè nulla deve andare storto: il signor Kim non puó rifiutare la nostra proposta e soprattutto deve diventare nostro socio.>
L'interpellato si trattenne dal roteare gli occhi al cielo e mentre raddrizzava la schiena, in modo tale da mettere in risalto la sua postura ritta, rispose: <Questo lo so, ma ormai è da circa un mese che non mi permetti di avere un fine settimana libero. Vorrei anche fare cose di mio interesse papà>
L'uomo rispose mentre si aggiustava gli occhiali portandoli sul ponte del naso <Le tue doti oratorie e i tuoi tratti aggraziati hanno un enorme potere persuasivo tanto che da quando ho iniziato a portarti con me non sono mai tornato a casa con un contratto non firmato. Direi che è sufficiente come motivazione per rinunciare ai tuoi weekend, ricorda che il completo Chanel che indossi non è stato pagato con l'aria> disse prima di riportare l'attenzione alla sua bevanda.
Jimin che poteva dire se non che il padre avesse ragione?
Arricciò il naso infastidito dalla situazione, era terribile andare a quel genere di riunioni: lì vi partecipavano solo gli uomini più potenti e ricchi della corea, in un certo senso questo assicurava a Jimin che il patrimonio del padre fosse ben gestito e che desse i suoi frutti, ma di certo ci sarebbe andato più volentieri se solo non avesse dovuto parlare con dei porci cinquantenni che non facevano altro se non guardargli il didietro e leccarsi le labbra a ogni suo gesto...
Pervertiti.
Fu l'unica parola non troppo volgare che ritenne adatta per descriverli.Una volta Jimin, durante un' importante riunione riguardo alcuni investimenti in borsa di un' agenzia assicurativa giapponese, un'uomo non smetteva di fissarlo e metterlo a disagio, aveva però ricambiato parte di quelle occhiate com'era stato chiestogli dal padre.
Probabilmente l'uomo aveva scambiato gli sguardi cordiali di Jimin per qualcosa di più sensuale-così preferiva pensarla il ragazzo-e alla fine della riunione s'era avvicinato a lui per stringergli la mano e invitarlo a raggiungerlo in bagno facendogli l'occhiolino.Le reazioni che Jimin ebbe possono essere considerate più che naturali e sensate: per prima cosa assunse un'espressione scioccata, poi prese il padre in disparte per raccontargli l'accaduto.
Cosa gli disse il signor Park?
<Non c'è problema, lasciali fare... Tu semplicemente fa finta di non aver visto o sentito nulla>
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𝔓𝔞𝔯𝔣𝔲𝔪𝔢 ;; 𝐲𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧
FanficDove Jimin, figlio di un ricco imprenditore, desidera diventare il più gran profumiere della storia e Min Yoongi sarà colui che, indirettamente, gli donerà la fragranza mancante per completare la ricerca di un'intera vita. 《 potresti smetterla di an...