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< Non puoi essere così fottutamente cretino da iniziare a ubriacarti a una fottutissima cena di gala in cui sono presenti tutti i colleghi di tuo padre vero? >
La rigidità con cui Jungkook aveva pronunciato quelle parole fece comprendere a Taehyung quanto il ragazzo fosse in collera e, per una frazione di secondi, riuscì anche a sentire nella parte più nascosta della sua testa ubriaca del senso di colpevolezza.
Non disse niente, semplicemente abbassò gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo del più piccolo.

Jungkook strinse le mani a pugno: < Mi spieghi che cavolo ti prende? Non è una novità che tu sia un' irresponsabile ma questo non è assolutamente il momento e il luogo in cui fare il cretino. Questa non è una cazzo di discoteca, Kim Taehyung.
Ringrazia solo che Jimin non fosse lì in quel momento oppure... >

Ma Taehyung non stava ascoltando.

La voce del ragazzo giungeva ovattata alle orecchie del maggiore il quale non stava prestando nemmeno la minima attenzione alle sue parole.
Si era bloccato alla prima domanda, quando il suo sguardo si era involontariamente posizionato sul collo del ragazzo.
Aveva visto il pomo d'adamo salire e scendere al ritmo delle parole, la mascella tendersi come un arco e minuscole gocce di sudore scendere sulla pelle del ragazzo in corrispondenza del colletto della camicia: tutti quei movimenti l'avevano ipnotizzato.
Abbassò lo sguardo, facendolo scorrere lungo il corpo muscoloso del più piccolo.
Diventò consapevole di diverse cose che potevano essere definite seducenti del corpo di Jungkook: il viso squadrato, gli occhi sottili e scuri, i cappelli corvini che gli ricadevano morbidi sulla fronte, le braccia forti, le cosce toniche e il piccolo neo sotto le labbra sottili.
L'aveva sempre trovato attraente e in circostanze normali non lo avrebbe guardato con tale trasporto ma in quella stanza, completamente soli e con litri di alcool liberamente in circolo nel suo sangue non era possibile restare indifferenti.
Era talmente assorbito dall'ebrezza e dal corpo di Jungkook che non si accorse nemmeno che quest'ultimo aveva smesso di parlare ormai da tempo.
Sentiva la gola secca e un calore propagarsi all'interno del suo corpo come un morbo che gli serrava il petto e sapeva che il morbo poteva essere chiamato con il nome di lussuria.

< Taehyung? >
La voce di Jungkook aveva abbandonato quasi tutta la rabbia nel porre quella domanda, rabbia che era stata sostituita da
dell' imbarazzo e da un velo di preoccupazione.

< Va tutto bene? > si abbassò, all'altezza degli occhi del più grande per cercare un qualcosa che potesse rispondere alla sua domanda e chiarire il comportamento del ragazzo.
Si confuse ancora di più quando li vide più. scuri del solito, con la pupilla dilata alla grandezza di un bottone: e vi
riconobbe del chiaro e semplice desiderio.
Deglutì, improvvisamente intimorito da quello sguardo penetrante e carico.

< Perché mi hai rifiutato? > la voce di Tae uscì roca e strascicata dalle sue labbra che fino a un momento prima aveva torturato con i denti.

Jungkook, che di certo non si aspettava una domanda così diretta, spalancò gli occhi cercando di comporre alla svelta delle parole che assieme potessero assumere un senso.
< Ne abbiamo parlato e poi siamo amic- >

< Ma per favore -sbuffò irritato- risparmiami la stronzata sull'amicizia e frasi del tipo "non voglio rovinare il nostro rapporto": ti sei limonato Jimin a capodanno >

< Ma come fai a sap- > Jungkook era stato preso piuttosto alla sprovvista.

< Pfftt, ma hai idea di quante persone c'erano lì quel giorno? Secondo te nessuno tra tanti vi ha visti? > il ragazzo rise per poi avvicinarsi
lentamente al viso del moro, come un leone  avanza nelle sterpaglie pronto ad attaccare la sua preda.

< So che ti faccio impazzire e che te lo faresti mettere nel didietro dal sottoscritto con un tale godimento da urlare e rompere tutti i bicchieri presenti in questa casa... > ghignò mentre le guance del ragazzo si tingevano di rosso, e poi s'avvicinò al suo orecchio.
E il fiato caldo di Taehyung lo investì quando quest'ultimo espirò, facendogli fremere la pelle e le ossa in tutto il corpo: < Quindi perché resistermi? Quando ti ho baciato la scorsa settimana ci mancava poco e avremmo potuto creare il più sconcio e fantasioso dei film vietati ai minori... >
Il corvino si morse forte il labbro mentre gli occhi gli diventavano lucidi.
Sentiva caldo anche lui adesso.

Taehyung aveva promesso che non avrebbe mai più tirato in ballo quell'episodio, o meglio dire, quel bacio.
E Jungkook gliel'aveva fatto promettere perché sapeva che se l'avesse fatto i ricordi gli sarebbero tornati alla mente ancora più vividi e non sapeva se sarebbe riuscito a reprimere per la seconda volta così tanto desiderio.
Avrebbe dovuto immaginare che il più grande non avrebbe mai dimenticato il tutto con quella facilità.
Ma il danno era appena stato fatto e ormai Jungkook era diventato succube dei ricordi, dei gesti e delle parole di Taehyung e di Taehyung stesso.

< ... Jungkook ho aspettato tanto, ho resistito tanto...> Taehyung pronunciò con cautela strategica ogni parola mentre la sua mano si appoggiò sul fianco di Jungkook, delicata.
Quest'ultimo rivolse gli occhi al cielo, il fiato gli era ormai corto e, oltre a percepire il cuore balzargli in petto scuotendogli le membra, riusciva a sentire tutto il suo sangue scorrere verso il basso e un calore più che piacevole propagarsi da quella direzione.

Dio mio, cosa ho fatto di così sbagliato per meritarmi una simile punizione?

<... ma possiamo recuperare tutto il tempo perso... > Taehyung abbassò di poco il viso, mosse le labbra con lentezza, ad occhi chiusi e lasciò un leggero bacio sulla pelle del corvino che lo percepì come un ferro bollente posato sul collo.

<...possiamo sfogarci...> il castano continuò aumentando la presa sul fianco del più piccolo che si ritrovò a boccheggiare in cerca d'aria, sentendosi imprigionato nella salda stretta del più grande.

<... e possiamo farlo qui... > taehyung strofinò il naso sul suo collo bollente, inebriato da tutte quelle sensazioni e dall'eccitazione che gli rendeva ancora più difficile continuare a parlare.

Jungkook inspirò forte, la sua mente aveva smesso di funzionare da un pezzo e gli atteggiamenti di Taehyung di certo non gli rendevano le cose facili.
Percepiva la sua grande mano sul fianco e le sue labbra calde come fuoco, e la sua epidermide come brace ardente.
Era consapevole di essere una marionetta nelle mani del più grande burattinaio della storia.
E difatti il suo unico desiderio era assecondare Taehyung, ricambiare le sue attenzioni e donargli e riceve il piacere di cui entrambi erano diventati schiavi.

Eppure sapeva che era sbagliato.

Chiuse gli occhi sperando di riuscire così a schiarire la mente, di riuscire a sentire la voce ragionevole della sua coscienza urlargli quanto tutto ciò fosse pericoloso per lui e sperare che questa lo facesse smettere, che lo svegliasse.

Ma tutto quello che riuscì a sentire furono solo le mani di Taehyung prenderlo per i fianchi e sollevarlo con forza dal pavimento per poggiarlo sopra di lui.

Taehyung non ne poteva più, aveva aspettato fin troppo... Avvicinò con lentezza straziante il suo viso a quello del ragazzo, pregustando già il sapore dolce delle sue labbra.

Jungkook non aveva ancora metabolizzato ciò che era successo, tremava dall'impazienza e si sentiva come se stesse per esplodere dalla tensione.
Tensione che si disperse, rapida, come il calore da un fil di ferro, non appena sentì il fiato caldo di Taehyung sulle sue labbra.

Odorava di vino.

Immediatamente il ragazzo arricciò il naso e, appena in tempo, riuscì a voltare la testa così che le labbra di Taehyung si posarono sulla guancia.

Senza dire una parola Jungkook si alzò, togliendosi le mani del ragazzo di dosso, inorridito, e silenziosamente sgusciò fuori dalla stanza.

Chiuse la porta e, mentre attraversava il corridoio, sentì le lacrime minacciare di uscire a causa delle forti emozioni che lo travolsero.

Erano disgusto e delusione.

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Amatemi comunque <3
-Gretæ

𝔓𝔞𝔯𝔣𝔲𝔪𝔢 ;; 𝐲𝐨𝐨𝐧𝐦𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora