0.3 : Envy looks good on you

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Appena messo piede in casa del poeta mancato che è Ashton , ovvera il padrone di questo umile appartamento , decido di dare un occhio veloce al soggiorno che è la prima sala che mi si para davanti .

《Ti prego dimmi che per pagarti tutto questo hai una seconda vita come Peter Parker ? 》gli domando mentre inizio a volteggiare su me stesso , azione che compio ogniqualvolta mi ritrovi in un posto talmente incantevole da mozzarmi il fiato .

《No , è solo opera dei miei genitori assenti 》mi congeda brevemente mentre posa la mia valigia nell'ingresso , stando ben attento a non sfregarla contro il muro bianco.

Una delusione dopo l'altra .

Sospiro affranto per poi iniziare a girare attorno al tavolo dove sono posizionate ben quattro sedie di dubbia utilità , dato che in questo appartamento vive solo , almeno che non faccia una reunion domenicale con i cavalieri della tavola rotonda .

Passo avanti e noto il male più assoluto dopo i fagiolini bolliti , ovvero le scale a chiocciola , rabbrividendo notevolmente e balzando indietro come se qualcuno mi avesse appena lanciato una sorta di maledizione.

《Hai visto un fantasma ? 》 mi domanda il riccio ridacchiando data la mia reazione abbastanza improvvisa e apparentemente priva di significato , poggiandosi le mani sui fianchi.

《 Solo una foto di te da bambino , puoi stare tranquillo 》gli sorrido in modo falso , mostrandogli i miei denti bianchi prima di proseguire con l'osservare il resto della sala , restando colpito soprattutto dai numerosi quadri che ha appessi alle pareti , rendendolo un vero intenditore .

《Potresti per piacere almeno sforzarti di essere gentile ? Nel quotidiano , poi fuori puoi fingere quanto ti pare di odiarmi e non conoscermi 》mi riprende severamente il riccio , prima di compiere alcuni passi pesanti verso di me che mi fanno trattenere leggermente il fiato .

Non accade quello che mi sarei aspettato dato che , appena arriva abbastanza vicino da sfiorarmi , mi accarezza le guance dolcemente con le sue dita lunghe e callose , facendomi indietreggiare.

《Non toccarmi 》sibilo mentre mi ritraggo dal suo tocco che seppur dolce non mi va molto a genio , rendendomi solo più scontroso .

Solo dopo qualche altro secondo mi accorgo che il mio telefono sta squillando nella tasca posteriore dei miei jeans , lasciandomi un attimo interdetto su chi potrebbe essere il mittente della chiamata .

Estraggo il cellulare sotto lo sguardo attento del riccio per poi notare con sollievo che fosse Michael e non mia madre ; non avrei retto un'altra sua chiamata.

《Hey Mickey 》 lo saluto gioiosamente prima di portarmi il telefono all'orecchio , mordendomi il labbro mentre aspetto che dica qualcosa, qualsiasi tipo di cosa .

《Hey Cal , volevo solo dirti che stasera non possiamo vederci perché Luke non si sente bene per via del Jet Lag , sarebbe meglio che facessimo un'altra volta 》mi dice all'orecchio mentre sento chiaramente le lamentele del biondo come sottofondo della nostra chiamata ; sicuramente gli avrà detto lui di dirmi di non venire in modo che avrebbe potuto passare più tempo a scoparselo , quella troia !

Sospiro pesantemente mentre inizio ad agitarmi , facendo più volte avanti e indietro per tutto il salone , come se stessi effettuando l'esame fatidico della patente mentre il riccio mi guarda come se stesse assistendo ad un pazzo che viene liberato dalle cinture di forza .

《Certamente Michael , come no , perché tanto da quando è arrivato quel coglione del tuo fidanzato non fai altro che stargli dietro come un fottuto cagnolino e sembri esserti dimenticato di chi fin dall'inizio ti ha sempre aiutato , ma tanto tu sei abituato a sfruttare le persone a tuo piacimento perciò richiamami quando sarai finalmente riuscito a sverminare quella troietta , sempre che tu sappia come scopare almeno ! 》sbraito per poi lanciare il telefono contro il divano con forza , osservandolo affondare fra i vari cuscini mentre il mio petto si alza e si abbassa velocemente.

《Wow !》spalanca gli occhi e la bocca il proprietario dell'abitazione di cui , a dir la verità , mi ero scordato appena il tinto mi aveva chiamato 《non pensavo di assistere ad uno scontro fra titani oggi , a saperlo mi sarei preparato 》si gratta la nuca mentre io assotiglio gli occhi in due piccole fessure , guardandolo con tutto il disprezzo di cui sono a carico .

《Pretendo un po' di privacy 》dico poi dato che notavo che il riccio non accennava minimamente a muovere un muscolo , compiendo un passo verso di lui .

《La gelosia ti dona 》 mi scocca un occhiolino per poi afferrare le chiavi dell'appartamento e , senza proferire parola , mi lascia solo nella stanza con uno dei sette peccati capitali a farmi compagnia

// alaska

Lost in paradise // CASHTON Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora