Difficulties [Eruri's first meeting]

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Il primo incontro dei nostri protagonisti ha luogo in uno dei bar più rinomati di Chelsea, dove il nostro corvino lavora ogni sera fino alle due, fatta eccezione per la domenica.
Quel martedì sembrava uno dei più caotici di sempre; Levi e Furlan, assieme ad un altro paio di barman, lavoravano con tutta rapidità per soddisfare la numerosissima clientela, composta per lo più da "mocciosetti ubriaconi".
-Se non sono sbronzi non rimorchiano le altre sbronze - giudica Levi.
-Ah, credo sia impossibile. Quelle stravedono tutte per il tenebroso e scorbutico miglior barman della città - ridacchia Furlan, per alleggerire la tensione.
-'Fanculo. Non vedo l'ora che la piantino un po' con questo casino.
-So che ti stai divertendo, anche se non vuoi ammetterlo.
Levi ammicca, tornando all'opera, accettando l'idea di non poter schiodarsi da lì fino all'una, orario di chiusura.
Già una mezz'ora prima, passata la mezzanotte, la situazione si è decisamente attenuata, e Levi ha appena cacciato letteralmente a calci quel paio di ubriaconi molesti che infastidiscono Isabel, addetta alla cassa del locale. Ella odia il suo lavoro a livelli smisurati.
-Perché cazzo non chiudiamo ora? - brontola il corvino. -Dopo ci tocca anche chiudere.
-Teoricamente quello è compito di Isabel - alza le mani Furlan. -Sei tu che ti metti in mezzo e non te ne vai da qui finché tutto non è meticolosamente lucidato.
-Non mi fido a lasciare quella streghetta a chiudere il locale. Non voglio sentire le lamentele di quel maiale di Jeffrey - risponde Levi.
-Certamente. Sappiamo tutti che è perché non vuoi che torni a casa più tardi di tutti gli altri; e puliresti fino a crepare.
-Vaffanculo! - esclama l'altro, non trattenendo una risata.
Anche Levi si concede un drink, sorseggiandolo finché non vede entrare un paio di uomini sulla trentina, entrambi altissimi.
-Chi sono, giocatori di rugby? - ridacchia Furlan.
Il primo, dai capelli biondi cenere, sorride mentre guida l'altro, un po' titubante, a prendere posto al bancone.
-Mike, sarà l'ultima volta che decido di seguirti in questa tua folle impresa notturna - sussurra Erwin, mortificato. Chissà quante volte ha consigliato ai suoi studenti di non rincasare tardi la sera prima della scuola... ed eccolo lì, seduto al bancone di uno stupido bar di Chelsea assieme al suo migliore amico.
-Ci siamo soltanto fatti un giro, che vuoi che sia - ride Mike. -Poi, non ci tengo più a vederti solo come un cane, hai bisogno di fare conquiste.
Erwin scuote il capo. -Tu invece hai bisogno di passare qualche serata in più con Nanaba.
-Ha tantissimi turni di notte, lo sai bene. Grazie a Dio, ci facciamo bastare il weekend - risponde l'altro, riferendosi alla sua compagna, un'infermiera estremamente emancipata.
Levi si avvicina alla coppia. Mike domanda da bere per entrambi e il barman si mette all'opera davanti a loro.
Levi potrebbe servire qualsiasi genere di cocktail ad occhi chiusi, ed è per questo che inizia a squadrare i due uomini senza dare nell'occhio.
-Erwin, so che ormai non condividi più i miei gusti, ma soltanto con te posso confidarmi senza problemi: quella donna mi fa uscire letteralmente fuori di testa.
Erwin si volta verso di lui, incontrando una delle sue espressioni più sognanti di sempre. -Sono davvero contento per te - gli sorride, parlando con assoluta sincerità.
Intanto, Levi, che intercetta benissimo la conversazione, riflette su quanto appena proferito dall'idiota con i baffetti: "gusti diversi". Che l'altro tipo, il biondino belloccio dal fare intellettuale, sia gay?
-Tra l'altro, mi piace molto il carattere di Nanaba - riprende Erwin - Determinato, combattivo...
-Spietata, aggiungerei - un sorriso malizioso si impossessa del volto di Mike. -Anche in quei momenti, è una fottuta dominatrice.
Levi posa il paio di cocktail davanti ad un Mike sempre più sognante e malpensante e un Erwin decisamente paonazzo.
-Hai seri problemi, amico mio - gli riferisce il biondo, sorseggiando il suo drink sotto lo sguardo divertito del barman.
Mentre Mike ride di gusto, Erwin finalmente alza lo sguardo sull'impiegato del locale, che, in assenza di clienti, punta lo sguardo fisso su di lui.
Erwin non può fare a meno di pensare, inizialmente, di trovarsi davanti ad un ragazzino appena maggiorenne. I lineamenti del viso del corvino sono estremamente giovanili, se non fosse per quell'aspetto cupo, dato anche dall'abbigliamento completamente nero e dai capelli.
Levi tiene la testa abbassata, ma quando la alza Erwin può finalmente notare il paio di occhi azzurri che illuminano letteralmente il suo volto.
All'improvviso è come se una morsa stia stritolando lo stomaco di Erwin, il quale non può che provare piacere per tale sensazione.
Il biondo, senza venire notato, complici le luci del locale, arrossisce un po', iniziando ad ascoltare distrattamente il discorso del suo amico circa l'ultimo, arduo addestramento effettuato su un mastino.
Levi, immobile, continua a fissare il biondo, finché non sente la gomitata di Furlan. -Figo il biondino, vero? Se fossi gay non aspetterei un attimo a farmelo.
-Vai a dare una pulita. Stasera non sono in vena - gli riferisce, prima di tornare alla contemplazione di prima.
-Che il cielo sia lodato! - esclama Furlan. -Sai, sono quasi felice di farlo io al posto tuo!
Levi non gli dà retta. In effetti, questo cliente un po' spaesato e fuori contesto non è affatto male, e ha la quasi certezza che condividano gli stessi "gusti".
Eppure, malgrado tutto, qualcosa lo blocca. Non riesce ad attaccare bottone come sempre. Questo maledetto Erwin, pensa lui.
E allora, come fare?
-Avete bisogno d'altro? - chiede il corvino, approfittando di un momento di silenzio tra i due clienti.
-Direi di fare un bel bis, e poi chiudere - gli rivolge la parola Erwin, finalmente.
-In effetti è piuttosto tardi, specialmente se si lavora presto - Levi, ormai sfinito, fa cenno a Isabel di preparare l'ordine.
-Non potrei darle più ragione - risponde il biondo. -Sono un insegnante, e paradossalmente mi trovo in un locale in cui...
-Un insegnante? In un locale come questo? - aggrotta le sopracciglia Levi, a braccia conserte, prima di scoppiare a ridere. -Questa mi è del tutto nuova. Lei si è appena consacrato come mito!
Malgrado la mezza presa in giro, Levi riesce a strappare un piccolo sorriso a Erwin, che intanto avverte sempre più quella sensazione piacevole nello stomaco.
-Levi, io ho appena finito! - si avvicina Furlan, con una scopa in mano.
Levi, pensa Erwin, riflettendo sull'originale nome del barista.
-Sistema la roba per le pulizie nello scantinato e di' a tutti quanti di tornare, tranne ad Isabel, devo riaccompagnarla io. Tra un po' chiudiamo.
L'amico del corvino annuisce allegro.
Levi attende l'amica fuori, fumando una sigaretta. Continua ad osservare il biondo alla cassa litigare con il migliore amico per offrirgli il paio di cocktail consumati.
All'uscita, Mike ed Erwin non si accorgono di lui.
-Ehi, scusi se l'ho perculata prima! - grida Levi. Il tono di voce è freddo e un po' provocatorio.
Erwin, divertito, si volta. -Mi perdoni, credo di non aver capito.
-L'ho sfottuta, prima, per la storia dell'insegnamento -Levi inizia a gesticolare con la sigaretta. Poi si ferma, pensando rapidamente che, in quella città così grande, non vedrà più così facilmente un uomo che stenta a frequentare bar notturni come quello in cui lavora. E dunque, quale rischio corre se gli rinfaccia il fatto di non aver potuto fottere con lui quella notte?
-Lo trovavo divertente. Non avevo idea di come rimorchiarla, e quindi ho ricorso a questo - confessa Levi, pronunciando ogni parola con apparente indifferenza.
Mike avanza rispetto all'amico per non metterlo in imbarazzo.
Erwin prova una sensazione di vuoto nello stomaco, ma inizia a ridacchiare. -Be', accetto le sue scuse. Sappia che io non l'ho trovato per niente divertente.
Levi fa un altro tiro, continuando a rimanere appoggiato alla parete. Inizia a squadrarlo. -Sa, lei in realtà mi dà tanto l'idea di essere una persona piuttosto originale. Diversa. Non il classico figlio di papà che inizialmente fa credere di essere.
Erwin ricambia il suo sguardo con altrettanta intensità, per poi proferire: -Be', sicuramente conosce il detto "le apparenze ingannano". E apprezzo il suo giudizio, ma io credo che ognuno di noi, nel nostro piccolo, sia diverso. Come diceva Newton, alla fine siamo "un mosaico originale di elementi banali": io sono soltanto un semplice insegnante di lettere, nulla di più. Per quanto dissimili, apparteniamo tutti alla stessa specie. Le auguro una buona serata.
Erwin gli rivolse un sorriso, per poi allontanarsi.
Levi rimane colpito, divertito e ammaliato. Sorride, alzando il capo verso il cielo nuvoloso della città, ripensando alla preda che si è appena lasciata scappare.
Erwin, stretto nel suo elegante cappotto nero, ripensa a lui.
-È un peccato che non sia riuscito a farti la corte come si deve - commenta Mike. -Magari era quello giusto, Erw.
-Ne sei così convinto?
-Sai bene che io ho un ottimo fiuto. Fossi in te, ritornerei in questo posto quanto prima, amico. Vediamo chi ha ragione, poi.

*mi scuso per l'immagine sopra. È abbastanza sciocca, ma non ho saputo trovare di meglio*

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