Autumn's Eve

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L' aveva guardato andar via, l'aveva seguito per tutto il percorso che lo conduceva giù per la collinetta, finché non aveva raggiunto la macchina e lì, con la massima naturalezza, aveva salutato Kate con due baci sulle guance. A quel punto, Chris, accertatosi di che genere di relazione ci fosse tra quei due, aveva abbozzato una specie di sorriso, tirando anche un sonoro sospiro di sollievo.

Poteva essere più cretino? Idiota e soprattutto egoista?

Dopotutto lui ci stava uscendo con la truccatrice, facendo peraltro credere a Tom che ci stesse insieme, cosa non difficile da pensare dati i trascorsi che l'amico conosceva alla perfezione, eppure per la prima volta nella sua vita, tranne che per qualche sporadico contatto e qualche bevuta di compagnia, a letto con lei non c'era andato.

Non ce l' aveva fatta, fermandosi sul più bello e aveva addotto quella sua reazione ad un gran mal di testa, per poi spiegare meglio che in quel momento non si sentiva propenso a impegnarsi in storie, né voleva prendere in giro nessuno, neppure per una botta e via.

Stava crescendo, forse. Stava maturando. O magari stava diventando gay senza accorgersene, come probabilmente doveva aver pensato la ragazza, mentre l'aveva visto saltar giù dal divano e rivestirsi con ben poca galanteria in fretta e furia.
A lui che aveva da sempre avuto la fama di rubacuori, le donne cominciavano a piacergli un po' meno? Era una possibilità. Non che però fosse attratto dagli uomini. No, neppure questo in verità. Stava piuttosto navigando in una specie di limbo, in cui il suo interesse non era diretto né verso l'uno, né l'altro sesso, verso nessuno in particolare, verso nessuno che non fosse... lui.

"E va bene, giornata impegnativa domani. Rimandiamo tutto a dopo." Sospirò, cercando di annullare, almeno per il momento, quei pensieri e, passandosi una mano tra i capelli, fissò ancora il punto ormai vuoto dove fino a poco prima c'era la macchina di Tom.

Già, l' aveva guardato andar via ancora una volta, come era accaduto in passato, come era accaduto tragicamente due settimane prima nella stanza di Luke Ivory.

Due settimane... erano trascorse ben due settimane da quel pomeriggio di riprese in cui ogni cosa si era scoperchiata. Due settimane in cui avevano proseguito a lavorare insieme, da eccellenti professionisti, tenendo lontani dal set i turbamenti che inevitabilmente li avevano aggrediti, crescendo giorno dopo giorno sempre di più.

Due settimane ed erano sopravvissuti. Erano ancora lì, dopotutto, seppure in modo contraddittorio, a cercarsi.

Per un istante, Chris, si ritrovò a ringraziare la scena di quella mattina e quell'anello che l'altro aveva perso in mezzo al fieno, o che forse, ora che ci pensava meglio, era stato lui stesso a sfilarglielo volutamente, mentre gli passava le mani lungo le braccia e sulle sue, di mani, pressandogliele con forza.
Un pretesto. Conscio o inconsapevole per poter andare da lui e trovare il modo di parlarci, dirsi qualcosa almeno, riprendere il discorso rimasto in sospeso e arrischiarsi per vedere fin dove si sarebbero spinti.

Pericoloso, senza dubbio. Ma necessario. Perché in quel modo non potevano più andare avanti. Perché vedere Tom ogni giorno, avercelo accanto, avercelo tra le braccia, sentirlo eccitato sotto di sé, sebbene recitasse soltanto, ed egli eccitarsi a sua volta, per poi salutarsi freddamente come se nulla fosse successo, cominciava ad essere veramente fuori discussione.

Avevano litigato, era vero. Ma oltre quella lite, poi c'era stato qualcosa di più. Tom se ne era andato, e nel vederlo raggiungere Kate una sensazione aspra e gelida gli aveva contratto lo stomaco. Gelosia, cazzo... Era giunto davvero a un pessimo punto!

Tuttavia stavolta, a differenza di tutte le precedenti, non era rimasto un sordo vuoto, fatto di sgomento e angoscia a risucchiarlo, bensì qualcosa che sembrava parlargli da dentro e dirgli che sì, poteva avere fiducia.

The Dark Days of Lord B.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora