1: CASA

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Un'estate può cambiare qualsiasi cosa.

Non lo dico io, lo dicono tutti, chiunque sa che le esperienze più strane, sconvolgenti e soprattutto intense vengono vissute d'estate.

Io ho sempre avuto un rapporto strano con la stagione del sole, perché spesso e volentieri non trovavo divertimento e svago, bensì ansie e sofferenze, in quanto nelle precedenti estati ero impegnato in relazioni, relazioni in cui lei si divertiva e io stavo a casa a preoccuparmi, non male vero?

Va beh, in ogni caso io ero contento quando tornava l'autunno, tornavo alla mia cara e tanto amata quotidianità, che mi dava una certa sicurezza, una sicurezza che l'estate non mi avrebbe mai dato.

Ad ogni modo, quell'anno era stato veramente intenso, ed era andata a finire che, per una volta, ero arrivato all'estate single.

Inutile dire che le mie aspettative, come quelle dei miei amici, erano alle stelle, un po' in modo ironico, un po' no.

Bene, lasciate che vi illustri la mia estate da giugno a ferragosto:

Il nulla più totale.

Uscivo di casa gran poco, perché si moriva di caldo a Vicenza, poi i miei amici andavano all'estero a turno, era difficile trovarsi tutti insieme. Passavo le mie giornate alzandomi alle 11.30, scrivendo quattro righe, ascoltando musica triste o facendo qualche foto... beh, facendomi fare qualche foto... io non sono capace a farle.

Qualche volta andavo fuori a cena, oppure uscivo con qualche ragazza conosciuta su Instagram, ma ripeto, troppo caldo per uscire seriamente di casa, o perlomeno per aver voglia di farlo.

A ferragosto ero andato da un mio caro amico, praticamente l'unico rimasto ancora in città, appena tornato da Broadstairs, Inghilterra, e avevo passato il pomeriggio e la sera lì. Non avevo fatto grandi programmi semplicemente perché il giorno dopo sarei partito per la vacanza e dovevo alzarmi presto, insomma giusto per non sembrare una specie di zombie sotto effetto di LSD. Come stavo dicendo ero andato da questo mio amico, che si chiama Samuel, io e lui eravamo amici da sempre e frequentavamo la stessa scuola, quindi non c'erano problemi nell'infiltrarsi a casa di uno o dell'altro e stare sul divano senza maglia a guardare la parodia di 50 sfumature di grigio su Netflix o guardare le chat dell'altro con le ragazze su Instagram, ogni tanto scriveva lui al posto mio, per me non era un problema, era come un rapporto di fratellanza, anzi meglio.

Casa sua era abbastanza grande, a 2 piani, al pianterreno c'erano il garage, una specie di taverna poco utilizzata e un quadro con 3 foto e qualche scritta con il pennarello fatta quando eravamo piccoli, mentre al piano superiore, appena salita la scala di legno scuro, c'erano le camere e il soggiorno.

I suoi non erano in casa, anche se in realtà la loro presenza poco cambiava, erano più adolescenti di noi quelli, infatti li adoravo. Lui mi salutò al suo solito modo, non sto neanche qui a spiegarvelo, sono dei gesti che facciamo con le mani, e andammo di sopra.

<<Com'è andata a Broadstairs?>>

<<Figo>>

Rispose lui guardando il cellulare che continuava a vibrare

<<Definisci "Figo">>

<<No cioè il posto ci stava, poi va beh la compagnia si insomma figo>>

<<... Ok capo, tipe?>>

<<Dai stai zitto>> Era diventato rosso in faccia, sgamato!

<<Va bene va bene... facciamo finta di niente... Netflix?>>

Ci sdraiammo sul divano grigio, praticamente in coma a causa del caldo omicida, faticavamo a parlare, di qualsiasi cosa, volevamo solo dormire.

IL PESO DELLE NUVOLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora