6:00.
L'orario peggiore che possa esistere sulla faccia della Terra credo per iniziare una vacanza, contando che alle 6 del mattino non so nemmeno di essere vivo, ad ogni modo a quell'ora mi sono svegliato, il 16 agosto, dopo una notte strana.
Avrò il tempo di spiegarvi il mio rapporto con la notte nei capitoli che seguiranno, per ora vi basti sapere che fu una notte insolita, non perché tormentata da incubi o chissà che, semplicemente inquieta, pesante, insomma non fu un risveglio tranquillo, tuttavia non saprei spiegarvene il motivo.
Le occhiaie sembravano spargersi sulla mia faccia, rendendo la mia carnagione più chiara e i miei occhi meno verdi, i capelli erano un totale disastro anche se avevo fatto la permanente 2 giorni prima e avevo la voglia di vivere di un tricheco morto, però ero felice di partire, sapevo che mi avrebbe fatto bene, in qualche modo.
Mi vestii totalmente a caso, di blu, colore che io la maggior parte delle volte detesto, anche se avendo gli occhi verdi tecnicamente addosso mi sta bene, staccai il cellulare dal carica batterie, presi le cuffiette, il computer, lo zaino dove avrei messo queste cose e scesi le scale, pronto a partire.
In macchina mia sorella ascoltava la musica, io scrivevo, scrivere alle 6 di mattina è un suicidio ma aiuta a svegliarsi
(quanto avrei voluto un caffè)
e a concentrarsi, la concentrazione è tutto per uno che scrive.
In mezz'ora eravamo arrivati all'aeroporto di Verona, che personalmente non mi è mai piaciuto, non mi sono mai piaciuti gli aeroporti in generale.
Il nostro era il gate 10, ma il volo era tra 3 ore così ne approfittammo per fare colazione, e io ne approfittai per, ovviamente, scrivere.
Nessun ritardo apparentemente, il volo diretto Verona-Kos era in perfetto orario, oh già, non vi ho detto dove stavo andando.
Kos è un'isoletta della Grecia quasi al confine con la Turchia, misura circa 45 km in lunghezza e dai 2 agli 11 km in larghezza, ci vivono circa 30000 persone, per la maggior parte nel capoluogo, è piena di spiagge bellissime, quindi piena di turisti, per la parte settentrionale (dov'ero diretto io) si trattava di spiagge ventose e prevalentemente di ciottoli.
L'agenzia di viaggi ci aveva proposto questo villaggio italiano situato a circa 45 minuti dall'aeroporto, e vicino al capoluogo.
Era un 5 stelle, era italiano, era al mare, insomma, era il posto dove volevo stare (la rima era involontaria giuro), sarebbe stata una settimana da favola.
Mi aspettavano però 2 ore e mezza di volo, io i voli li odio perché non c'è internet, e internet mi serve per la musica e la musica mi serve per scrivere e scrivere mi serve per vivere.
Già, senza musica non scrivo, non è che la ascolto mentre scrivo, la ascolto prima, ci sono certe canzoni che mi fanno provare delle emozioni e io semplicemente trasformo le emozioni in parole.
Provai a dormire ma quel bastardo del comandante continuava a parlare e il volume era dannatamente alto, mica si accontentava di spiegarmi le uscite di sicurezza in italiano, doveva pure tradurlo in inglese, stavo per tirargli qualcosa addosso.
Atterrammo sani e salvi, faceva caldo ma c'era vento, effettivamente molto vento, riaccesi il telefono e impostai il roaming, scendendo dall'aereo notai che l'aeroporto di Kos era per metà all'aperto, strana cosa.
Ad aspettarci c'era un referente del villaggio dove eravamo ospiti e un pullman che se non sbaglio si chiamava X-10 o qualcosa del genere che ci avrebbe portati lì.

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IL PESO DELLE NUVOLE
RomanceQuella ragazza era un'emozione, qualcosa che ti capita una volta nella vita... e quella volta non la devi sprecare.