Chiudi gli occhi e dimmi cosa vedi
Più vicino, solo un po' più vicino
Mercoledì, mancavano due giorni alla mia partenza, non sapevo come gestire il tempo che mi rimaneva, forse non dovevo pensarci e lasciare che le cose andassero come dovevano andare, ma in fondo non ero forse io a decidere come dovevano andare? In quel momento l'unica cosa che volevo fare era passare del tempo con lei, volevo parlarci, conoscerla e conoscerla ogni secondo di nuovo, e in più volevo vederla sorridere più volte possibile, perché quello lo sapeva fare proprio bene.
Ricordo bene il meteo di quel giorno, perché in cielo si vedeva una nuvola, una soltanto, e non c'era un filo di vento, tutto fermo, anche i nostri pensieri, la mattina, sui lettini della piscina, io stavo parlando con Riccardo ed Elisa, Ilaria stava ancora dormendo in camera, Kevin stava abbracciato a Viola, la guardava con degli occhi che non mi piacevano per niente, Ilaria aveva ragione, ma ero certo che Viola non gli avrebbe mai dato corda, voglio dire, aveva anche due anni in meno di lei, non avrebbe avuto senso.
Però vederli così mi dava molto, molto fastidio, e non si staccavano mai, qualsiasi spostamento facessero lo facevano insieme, incredibile, stavo per esplodere.
Riccardo mi diceva cose tipo "Non guardare", "lascia stare", "concentrati su altro", ma io non ci riuscivo, e in cuor mio sapevo di non avere il minimo diritto di essere geloso, però era una cosa istintiva.
Verso le 6 del pomeriggio Kevin se ne andò in camera, lasciando me e lei da soli (finalmente direi). Lei si accese una sigaretta e iniziammo a parlare
<<Senti ma, con Kevin?>>
<<No no ti pare? Solo amici>>
<<Solo che mi fa strano vedervi così>>
<<Anche dopo che ti è passata quella cotta per me?>>(Ma chi ha mai detto che mi è passata?!)
<<Ehm, non importa, da quanto è che fumi?>>
<<Perché me lo chiedi?>>
<<Se non vuoi dirmelo non importa>>
<<Da settembre, che è quando mio padre...>>
<<Com'è successo?>>
<<In fretta, ecco come>> La voce le si spezzava sempre di più a ogni parola che diceva <<Perché quando tuo padre si ammala non pensi male, non pensi mai che certe cose capitino a te, e invece capitano, quando meno te lo aspetti>>
Non sapevo cosa dirle, così la lasciai piangere, la lasciai continuare
<<E siamo rimaste solo io e mia madre, per questo lei è così apprensiva, perché sono l'unica cosa che ha ormai, ha già perso troppo non può rischiare di perdere tutto, ed io la amo per questo>>
Tirò fuori un fazzoletto per sistemarsi, ma io avevo un'idea migliore, la presi e la lanciai in acqua, poi mi lanciai anche io
<<Dai che così le lacrime non si vedono, prova a ridere>>
Lei sembrò ridere sul serio
<<Per fortuna che il mascara è waterproof sennò ti avrei già ucciso>>
<<Ah si? E come avresti fatto?>>
<<Così>>
Tentò di spingermi sott'acqua, con scarsi risultati
<<Impressionante, giuro sto tremando di paura>>
<<Dai non prendermi in giro, bastardo>>Si era involontariamente avvicinata molto, eravamo a qualche millimetro di distanza, sembrò accorgersene dopo un po', dato che si ritrasse e uscì dalla piscina

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IL PESO DELLE NUVOLE
RomanceQuella ragazza era un'emozione, qualcosa che ti capita una volta nella vita... e quella volta non la devi sprecare.