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Nei corridoi illuminati dalla calda luce di un tramonto autunnale risuonavano le note di una dolce melodia

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Nei corridoi illuminati dalla calda luce di un tramonto autunnale risuonavano le note di una dolce melodia.
Nell'aula di musica era seduto davanti al pianoforte un ragazzo bassino e dall'aria cupa concentrato sui tasti dello strumento, ma che al contempo era distratto dalle foglie arancioni che cadevano lentamente giù dagli alberi impnotizzando chiunque le avesse guardate.
Quella scena pareva essere quella di un dipinto, così calma e serena, ma che conteneva comunque un certo alone di tristezza che solo chi la restava a guardare per un po' poteva comprendere.
All'ultima nota della canzone si sentì una porta aprirsi rivelando un ragazzo con grandi occhi color nocciola e piccole lentiggini cosparse sulle guance rosee, ciocche bionde e ordinate andavano a incorniciare quel viso angelico.
"Hey, Changbin"

"Hey, tonto"

"Ti ho detto di smetterla di chiamarmi tonto!"

"E io ti ho detto di cucirti la bocca qualche giorno fa, l'hai fatto? Non mi sembra, quindi io ti continuerò a chiamare tonto"

Il biondo sembrava infastidito da quelle parole, ma a in pochi secondi riapparve sul suo volto l'espressione calma che aveva appena entrato.
Si avvicinò al piano e si sedette accanto al ragazzo bassino premendo qualche tato del pianoforte.

"Avevi detto che mi avresti insegnato la mia canzone preferita"

"Io in verità avevo detto che non ci pensavo nemmeno"

"E dai, cosa ti costa?"

Il moro sbuffò e si alzò annoiato.

"E adesso dove vai?"

"Il più lontano possibile da te"

Il giovane Felix continuò a guardarlo finchè non uscì dalla sua visuale e iniziò a non capacitarsi di essere finito in quel turbine di problemi che era diventata la sua vita dopo aver incontrato Changbin.

Era felice di come stava andando l'estate del suo ultimo anno di medie, non faceva troppo caldo e, vivendo in campagna, poteva andare in mezzo a un prato o sotto l'ombra di un albero a leggere un bel libro ed è proprio in uno di quei momenti che tanto adorava che i suoi problemi ebbero inizio.

Era circa mezzogiorno e Felix era appoggiato al tronco di una grande quercia circondata da cespugli (era abbastanza difficile arrivarci) a leggere uno dei suoi romanzi preferiti, anche se l'aveva letto un milione di volte ogni volta che lo ricominciava sembrava scoprire nuovi aspetti della trama o vedere la situazione dal punto di vista di qualcun altro.
Concentrato intensamente sul libro, non si accorse dell'arrivo di un altra persona.

"Ehy"

"Oh...ehy...chi sei?"

"Seo Changbin, tu?"

"Lee Felix, come sei arrivato qui?"

Il moro lo fissò per qualche secondo perplesso.

"Che vuoi dire con 'come sono arrivato qui'? Con i piedi"

Felix rimase infastidito da quella risposta irriverente da un ragazzo che non aveva mai visto prima.

"Mi sembra ovvio che tu sia arrivato con i piedi, intendo...come hai fatto a trovare questo posto?"

"È solo circondato da dai cespugli, non è una fortezza inespugnabile"

Il biondo riflette per un po' sulle parole del ragazzo e capì che, in effetti, quella domanda era abbastanza sciocca.
Provò a cambiare discorso per non far posare un'alone di imbarazzo sulla conversazione.

"Non ti ho mai visto da queste parti...sei nuovo?"

"Sì, mia madre e io ci siamo appena trasferiti da Seul, diceva che c'era troppo smog, quindi siamo venuti in questo posto immersi nel nulla"

Sembrò dire le ultime parole con disprezzo, evidentemente non era molto d'accordo con la madre per il trasferimento.

"Io vengo dall'Australia, quindi non è stato un gran cambiamento per la questione del vivere in mezzo al nulla"

Le parole del più alto fecero spuntare un leggero sorriso sul volto di Changbin.

"Australia eh? Bel posto, credo"

Felix fece spallucce e riportò lo sguardo sul libro.

"Che libro è?"

"Norwegian Wood"

"E di che parla?"

"Di un uomo che ricorda gli anni trascorsi all'università e si ricorda di una ragazza, la fidanzata di un suo amico morto, però gli piace anche un'altra ragazza e quindi è molto confuso. A quanto pare questa cosa lo porterà ad una crescita personale..."

Changbin rimase in silenzio per qualche secondo.

"Non mi sembri molto convinto sull'ultima parte"

"Beh...non capisco come tutti ciò possa portarlo a una 'crescita personale'. A me porterebbe solo confusione e ansia, ma anche se non lo capisco resta pur sempre il mio libro preferito"

"E perchè?"

"Non lo so"

Felix si rese conto di star parlando con un perfetto estraneo di cose piuttosto personali, così si interruppe.

"Quanti anni hai Felix?"

"Quindici, ne ho quindici"

"Allora sei ancora piccolo per capire certe cose"

Lo guardò stranito.

"Scusa e tu quanti anni hai?"

"Sedici"

"E ti consideri così più intelligente e saggio di me per quale motivo?"

"Perchè tu mi sembri particolarmente stupido"

Rimase sbigottito per abbastanza tempo, dopo circa due minuti ribattè.

"Ma se neanche mi conosci! Chi ti da il diritto di dire certe cose?!"

Il più basso rise.

"Non ti devi scaldare così facilmente visto che mi dovrai sopportate per un po'"

Felix non sapeva cosa intendesse, perciò rimase in attesa di spiegazioni.

Buongigio, ho scritto sta roba a caso e, se non si fosse notato, è una changlix (dico ciò perchè l'ho scritta così male che si fatica a capire)
Va be' addioo

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