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Quei due mesi erano passati velocemente, fin troppo velocemente

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Quei due mesi erano passati velocemente, fin troppo velocemente.
Felix sentiva che quel fastidioso silenzio che lo circondava si stava rompendo, si stava frantumando in piccoli pezzi che si trasformavano in fiori colorati, non si era mai sentito così e non gli dispiaceva.
La sua vita non scorreva più senza un senso logico, adesso sentiva i minuti che si succedevano lasciandogli bei ricordi di sorrisi e di risate.
Temeva solamente una cosa: rinnamorarsi.
Perchè si, il biondo aveva provato quella sensazione già un'altra volta e non era finita bene.
Voleva continuare a sentirsi bene, perciò non lo avrebbe rovinato facendo qualcosa di stupido.
Un giorno si ritrovò a saltare da un sasso all'altro su un ruscello seguito da Changbin, che dai suoi continui lamenti lasciava capire che non ne fosse proprio entusiasta.

"Mi potresti far capire perchè siamo venuti qui?! Potevamo tranquillamente stare a casa o sotto l'albero!"

"Tanto se fossimo andati all'albero io avrei letto e tu te ne saresti stato zitto a fissare il nulla, almeno così facciamo qualcosa"

Dopo aver tirato un lungo sospiro di esasperazione, il moro si fermò e si mise seduto su una pietra che scendeva dolcemente nell'acqua facendo sì che piccoli ramoscelli riuscissero a rimanervi ancorati.
Il ragazzo ne prese uno e lo esaminò attentamente.

"Secondo te..."

Iniziò per attirare l'attenzione del più alto che nel giro di pochi secondi gli rivolse il suo sguardo incuriosito.

"Se non avessi preso questo bastoncino sarebbe arrivato dove finisce il fiume?"

"Che razza di domanda è questa?"

"Tu rispondi e basta"

Il biondo sbuffò e ci pensò su per qualche momento.

"Io credo di sì"

"E perchè?"

"Perchè non dovrebbe? In fondo, anche dopo essere stato fermato da qualche roccia, è l'unica cosa che riuscirebbe a fare. È solo un inutile bastone e non ha molta scelta, o va avanti o viene buttato via"

"Non trovi che sia simile alla nostra di vita?"

Felix rimase in silenzio.

"In fondo anche noi non abbiamo altra scelta se non quella di andare avanti e arrivare dove è stato programmato che dobbiamo arrivare, non possiamo fare nulla per cambiarlo, o lo facciamo o siamo buttati fuori"

Il ragazzo tirò su con il naso e si sedette accanto al moro.

"E se riuscissi a cambiarlo? Voglio dire...un ramoscello potrebbe incappare in un affluente del fiume, no? In quel caso cosa succederebbe?"

I due si fissavano negli occhi, i più scuri di Changbin si fondevano con quelli più chiari del più piccolo.

"Non lo so"

Il più grande prese una ciocca di capelli al biondo e iniziò a rigirarsela tra le dita, poi spostò il suo sguardo sulle lentiggini dell'altro.

"Hai un sacco di lentiggini"

"Sì, lo so, non mi piacciono neanche un po'..."

"E perchè? Sembrano tante piccole stelle e se le collego fanno le costellazioni, vedi?"

E iniziò a unirne una all'altra finchè non formò una figura.

"Questa è la costellazione di Andromeda, sai chi era?"

Il più piccolo scosse la testa.

"Era una principessa greca offerta in sacrificio ad un mostro per placarne la furia, ma Perseo passò di lì e se ne innamorò, la salvò e la chiese in sposa.
Anche tu hai bisogno di essere salvato, Felix?"

In quel momento il silenzio nella testa del giovane si ruppe completamente e lasciò posto a calde lacrime.
Oltre ai singhiozzi spezzati del ragazzo non si udiva nulla.

"T-tu credi c-che io...meriti di e-essere vivo? P-perchè io n-no"

"E perchè non dovresti?"

"Perchè s-sono un d-dannato casino! N-non faccio m-ai nulla di g-giusto e-"

Changbin posò delicatamente le labbra su quelle di Felix facendolo calmare e impedendo alle lacrime di scendere ancora.
Restarono in quel modo per un po', nessuno dei due aveva voglia di interrompere quel momento.
Quando, purtroppo, l'ossigeno mancò a entrambi, furono costretti a separarsi.
Sì guardarono per qualche secondo e poi il biondo si decise ad aprire bocca per primo.

"Perchè l'hai fatto...?"

"Secondo te perchè l'ho fatto scusa? A volte penso che tu sia completamente scemo"

"E-ehy!"

Il più piccolo diventò improvvisamente purpureo così da fare scoppiare a ridere l'altro.

"A-antipatico..."

"Ti è piaciuto?"

"E-emmh...u-ummh...f-forse..."

La mano del più grande si posò sulla guancia rosea del ragazzo e lo riavvicinò a se.

"Allora riproviamo"

Unì le loro labbra in un altro bacio.
Il mondo sembrava essersi fermato, il vento, i suoni degli animali, il ruscello erano spariti, adesso esisteva solo quel calore che li avvolgeva.

Okkk, questo capitolo mi piasce, voto diesci (magari più sul quattro...)
Va be',addioooo 〜(꒪꒳꒪)〜

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