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Dopo aver rivelato quella terribile storia a Changbin Felix si sentiva più leggero

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Dopo aver rivelato quella terribile storia a Changbin Felix si sentiva più leggero.
Aveva il terrore che non lo comprendesse, che lo giudicasse, ma non aveva fatto nulla di tutto ciò.
L'estate stava per finire e la scuola sarebbe iniziata a breve.
I due giovani camminavano lungo una stradina sterrata affiancata da due staccionate di legno scuro; si tenevano per mano sicuri che nessuno li avrebbe notati.
Il biondo continiava a guardare i sassolini argentei che si lasciavano dietro.
Nessuno dei due apriva bocca da quando avevano varcato i confini del giardino.
Non era una rarità che non si parlassero durante le giornate afose che passavano a leggere o a fissare le nuvole che gli passavano sopra la testa.
A rompere quel silenzio quotidiano fu Felix.

"Changbin"

"Cosa vuoi?"

"Andiamo al mare"

Il moro rimase in silenzio per qualche secondo.

"Perchè dovremmo andare al mare?"

"Perchè mi annoio"

"E come ci arriviamo?"

"Non lo so"

Il silenzio ricominciò e continuò per il resto della passeggiata.
La mattina seguente il biondo fu svegliato dal suono assordante del motore di una macchina che poteva tranquillamente scoppiare da un momento all'altro per il frastuono che provocava.
Il ragazzo si alzò incuriosito dal letto e sbirciò dalla finestra.
Per strada vide una di quelle vecchie macchine che si vedono nei film degli anni cinquanta, vecchia, malandata e brutta, in più il rumore era insopportabile.
Da quel veicolo fatiscente uscì Changbin.

"Hey, invece di fissarmi così, scendi e portati un costume"

Non ci poteva credere, l'aveva fatto davvero, aveva trovato un modo per accontentarlo.
Scese di corsa le piccole scale a chiocciola e si precipitò in strada.

"Dove diamine hai rimediato questa roba?!"

"Non importa, dobbiamo sbrigarci, il mare è lontano"

Con una grande euforia il ragazzo si fiondò dentro la macchina e  partirono.
Il sole era ancora cocente anche se l'estate era quasi al terimine e i raggi che attraversavano il parabrezza e ustionavano la pelle ne erano la prova.

"Ce l'hai la patente?"

Chiese il più piccolo quando si rese conto di quel piccolissimo dettaglio che li avrebbe potuti far finire alla stazione di polizia.

"No"

Rispose tranquillo l'altro.

"E se ci fermassero?"

"Noi gli ammolleremo la macchina e ce la fileremo"

Changbin non sebrava minimamente preoccupato, mentre il povero Felix era terrorizzato.
Anche se c'era quel pericolo trascorsero il viaggio ridendo e scherzando incuranti di tutto.
Arrivati sulla spiaggia il più grande tirò fuori un asciugamano e lo appoggiò delicatamente sulla sabbia scintillante color ocra.
Allora il biondo si girò verso quella distesa di acqua immensa che si estendeva davanti a loro e iniziò a notare la schiuma bianca che si posava morbida sulle onde lievemente agitate, ma non abbastanza per rendere quel paesaggio meno armonioso.
Senza pensarci due volte si levò la maglietta e corse verso il mare, che sembrò accoglierlo fra le sue braccia avvolgendolo e cullandolo.
Intanto l'altro si stava spogliando con calma guardando Felix nuotare.
Guardava le sue lentiggini, che sotto quel sole sembravano gocce di rugiada poggiate sul suo viso angelico.
I suoi pensieri furono interrotti da una massa d'acqua che gli arrivò addosso.

"Cavolo, Felix! Il cervello ti è uscito dall'orecchio quando ti sei tuffato?!"

Il moro entrò nell'acqua e iniziò a schizzarolo peggio di una mitragliatrice.

"Ok, ok, tregua"

Disse il più piccolo sfinito.
Rimasero in acqua per ore e, quando il sole di mezzogiorno stava iniziando a portare con sé anche i crampi della fame, decisero di uscire.

"Changbin, ma noi non abbiamo il pranzo e io sto morendo di fame!!!"

Disse lamentandosi.

"Secondo te io ti avrei trascinato fin qui con quella carretta senza qualcosa da mangiare?"

Detto questo tirò fuori due panini e ne lanciò uno all'altro.
Finirono di mangiare e si rituffarono subito.
Uscirono solamente quando la luce stava lasciando il posto al fresco buio della sera.
Bagnati fradici si sdraiarono sulla sabbia morbida.

"In che classe ti hanno assegnato?"

Il biondo, continuando a fissare le nuvole, gli rispose.

"La G, a te invece?"

"H. Quanto manca?"

"Una settimana"

Ci fu un lungo momento di silenzio, ma dopo Felix si decise a dire quello che pensava già da molto tempo.

"Cosa faremo noi quando l'estate sarà finita?"

"Non lo so"

"Non ci vedremo più?"

"Credo di no"

Dopo quello non parlarono più fino a casa.

Ok, non aggiornavo da un casino, sorry (;^ω^)
Cercherò di aggiornare più spesso (◠‿◕)
Addio 〜(꒪꒳꒪)〜

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