Fu in seconda media che cominciai a suonare la chitarra e Flavio lo sapeva bene ecco perché stava raccontando degli aneddoti divertenti che ci, anzi mi, riguardavano a tutti gli altri componenti della band
Si era offerto lui per passarmi a prendere quel giorno, come tutti tra l'altro. Ero a Roma da circa due settimane e nell'ultima gli incontri con la band si erano moltiplicati per sette volte, in pratica ero in quello studio di registrazione, un localetto adibito a studio, tutti i giorni: Flavio passava da me mezz'ora prima del dovuto, mi prendeva in macchina e dopo un breve giro di Roma andavamo dagli altri.
Ora eravamo seduti tutti in cerchio, approssimativamente, io con la mia chitarra tra le mani, Flavio accanto a me e gli altri difronte che ascoltavano attenti tutti i racconti delle medie. Avevamo terminato le prove e non ci andava di andare via.
- No ma raga, la vedete ora? Ecco io la conosco da circa quando era bassa, non che ora non lo sia, e grassottella, mi ricordo in classe era la secchiona di turno, tipo l'unica che studiava storia dell'arte.- Flavio continuava e io arrossivo sempre di più
Gabriele, il Bassista, stava mettendo a posto il suo strumento e non guardava dalla nostra parte, evidentemente in imbarazzo per me, forse, ma era arrivato il momento di dimostrare che in realtà non me ne fregava niente del passato, e che anche essendo mi ero sempre accettata. Era così in realtà: ho sempre avuto il mio gruppo di amici stretti e non m'interessava minimamente di cosa dicessero gli altri. Stavo arrossendo pensando a quando alle medie Flavio mi piaceva, tanto, e lui lo sapeva, ed ora stava prendomi per il culo davanti a delle persone a me sconosciute.
- Oh si, ma avete presente quando proprio ti piace una cosa? Ecco io adoravo, anzi adoro ancora la storia dell'arte e quindi la studiavo, poi parli tu eh? Ma ti ricordi la tua frangetta e i tuoi capelli ossigenati a periodi?- Sorrise e sorrisi anche io indicandogli i capelli
- In pratica ogni 3 mesi i suoi cappelli diventavano biondi, ma il problema non era il colore era quella frangetta che, bho? Ma chi ti tagliava i capelli così?- Continuo sorridendo
- Io andavo dal parrucchiere e dicevo, Voglio la frangetta e i capelli biondi, e lui me li faceva così- Esordì lui alzandosi e dirigendosi verso la sua giacca, dal taschino, sempre lo stesso, tirò fuori il pacchetto delle sigarette e ne accese una portandosela tra le labbra.
Sorrisi, ricordandoci in quel bar, io e lui, al tavolino a parlare di noi. Poche erano le possibilità di rincontralrlo, in quelle vesti poi, e invece eccoci qui. Mi alzai anche io per riporre la mia chitarra nel fodero, portai con me, quel giorno la prima chitarra che comprai, quella più consumata, immaginate che sotto aveva quasi un buco. Questa era la chitarra a cui avevo cambiato io per la prima volta le corde, quella su cui la settimana dopo che la ricevetti per il mio compleanno imparai a fare la scala in do, da sola, e suonai anche l'inno alla gioia, grande traguardo per me a quei tempi. Feci attenzione a non rovinarla il resto e ripoggiai il fodero dove si trovava prima.
- Bhe raga io vado, Flà tranquillo prendo i mezzi non preoccuparti - Dissi, sorridendo a Flavio per l'ultima parte della frase, dato che lui non aveva ancora intenzione di andare via
- No, ehi, aspetta, noi avevamo intenzione di prendere delle pizze e restare qui- Disse lui guardando gli altri
- Ah? Oh si si - Fu Valerio, il tastierista, a rispondere per primo, non feci tanto caso alla sorpresa nella sua voce, solitamente era molto distratto, ad esempio prima, durante le prove Flavio gli aveva dovuto ripetere circa 5 volte come fare il un passo della canzone che stavamo provando
Fu Claudio, il batterista, a Farlo smettere di farfugliare cose con un colpo secco dietro il collo aggiungendo - Oh e Statte zitto!- Poi continuò - Bhe Grè, resti con noi?- Sorrise
Non resistetti e dissi di si, in fondo mi piaceva stare con loro, erano tanti Flavio, erano tanti me
- Bhe Clà chiama tu e fai portare tutto qui, io esco e compro birre - Flavio esordì così mettendosi la giacca e uscendo, lo seguii aggiungendo - Oi Flà, aspettami!- Uscii anche io dicendo agli altri che per me andava bene una margherita
Flavio
Non so cosa mi prese ma non volevo andasse via, stavamo bene lì, io, lei, Claudio, Valerio e Gabriele. Ormai passavamo le serate insieme in quel locale, e ci piaceva stare seduti lì a chiacchierare. O almeno così mi sembrava.
Mi venne in mente l'idea della pizza per passare una serata diversa e per fortuna gli altri ci sono stati al primo colpo, ora siamo fuori, io e lei, gli altri stanno ordinando e noi siamo al supermercato qui vicino per comprare delle birre.
Greta
Dopo aver comprato tutto il necessario torniamo in studio, io sorrisi entrando e notando che le pizze erano già arrivate, posai le due birre che avevo tra le mani sul tavolo e mi sedetti dove ero prima. Mi liberai dalla pesante felpa nera che indossavo, infatti fuori faceva freddo ma dentro si stava bene, forse grazie al riscaldamento che Flavio aveva acceso non appena siamo arrivati e non aveva più spento.
Flavio entrò dietro di me, posò le altre birre sul tavolo e andò a poggiare la giacca sull'appendi abiti alle mie spalle. Era stato strano essere da sola con lui in quel supermercato, non perché non fossi mai stata da sola con lui, anzi, ma, soprattutto per il fatto che non aveva parlato per nulla, e di conseguenza neanche io l'avevo fatto.
Ci saremmo tutti attorno al tavolino che in realtà non ci teneva tutti, sorrisi guardando come eravamo conciati dopo aver preso la nostra pizza, non riuscivamo a stare seduti, i gomiti si scontravano e anche se il caldo in quella settimana di settembre serviva, in quel momento era tanto. Forse ero l'unica a pensarlo ma non mi è mia piaciuto essere troppo vicina a qualcuno e allo stesso tempo non mi piaceva che gli altri invadessero il mio spazio. Decisi di alzarmi - Oh raga, qui non ci sto, troppo stretta, mi risiedo alla mia sedia! - pronuncio queste parole accompagnando il mio gesto
- Oh si, raga come prima stavamo meglio- Claudio mi seguì e così fecero tutti, tranne Flavio che restò seduto a quel tavolino, mentre sorseggiava la sua birra e mordeva il suo pezzo di pizza.
Quella sera sorridendo tanto, tantissimo, in realtà insieme stavamo bene anche se ci conoscevamo da pochissimo. La serata si concluse con me che annunciai a Flavio che andavo a casa con Pietro che mi era passato a prendere, Sorrisi e salutai tutti con i soliti due baci sulle guance
Flavio
Tutto filava per il meglio quando - Ehi Io vado, Pietro è passato a prendermi!- Greta pronunciò quella parole alzandosi e salutando tutti con i due soliti baci sulle guance.
Io fui l'ultimo e quasi apprezzai quel gesto, quasi dissi grazie ad essere stato l'ultimo, non voleva scappare via da me. Allo stesso tempo una rabbia mi vibrava dentro, rabbia così forte che mi portò ad andare via.
Passarono circa cinque minuti da quando Greta era andata via e io passai attraverso la stessa porta, con una birra in mano, dopo aver salutato i miei amici, forse anche loro si erano accorti che qualcosa non andava.
spazio me
Buongiornissimo ragghi e buona lettura fatemi sapere cosa ne pensate
Stella 💛
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Una canzone che non so | Gazzelle
Fanfiction🌕 Che ti ricordi di me, lo so Ma solo quando non ti calcolo 🌕Che ti innamori di me però Soltanto quando non ti calcolo 🌕Come quando ti spogli vado fuori di testa Ma vorrei sparire un po' 🌕Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra Una canzo...