- Ma non gli hai ancora parlato? –
Eccolo Pietro, che, ormai da una settimana, continuava a suggerirmi di parlare con Flavio, perché quella situazione non poteva andare avanti per sempre, per il resto della mia vita. Ed io lo sapevo, sapevo bene che quella era una situazione di merda e che dovevo fare di tutto per uscirne. Dovevo parlargli, lo sapevo, ma non sapevo quando e soprattutto come.
- No Pie –
Sussurrai
- Ma allora sei cogliona? –
Eccola Sara. Eravamo a casa di Pietro, la sua influenza era passata ma era meglio non farlo uscire di casa. Eravamo lui, Sara, Mariasole ed io, il quartetto meraviglia, era così che mi piaceva descriverci. O meglio, era così che il professore di italiano ci descriveva al liceo. Eravamo i quattro che si sedevano sempre insieme, soprattutto quando eravamo nella classe grande, quella con i banchi tutti uniti.
- Lo so Sa, ma è difficile –
Sbottai
- Non so come dirglielo, non riesco a parlargli! –
Conclusi
- Ma scusami, cosa fate quando siete solo voi due? Non riesci ad accennargli della situazione? –
La saggia. Così la definivo Mary. Mi piaceva tantissimo parlare con lei, e adoravo i suoi consigli, era la più matura tra di noi e lei lo sapeva.
- Si parliamo, ma il problema e che non riesco a parlare della situazione, di questa situazione. –
Continuo a bassa voce, pensando a quanto la situazione fosse strana. A quanto mi sentissi scema: non riuscivo a parlare di quello che mi stava succedendo con la persona che amavo.
Continuammo a parlare per poco, poi il campanello suonò.
Guardai spaesata tutti, poi collegai. Ero stata io a dire a Flavio di passare da casa di Pietro quando avrebbe finito di lavorare così avremmo improvvisato una serata a casa sua.
- Raga forse è Flavio, in caso devo andare via –
Spiegai
Pietro si alzò ed andò al citofono
- Chi è? –
Sorrise guardandomi
- Vuoi salire? –
Continuò indicandomi
- Va bene ora scende –
Chiuse e tornò da me. Mi guardò malizioso e sorrise
- Ha detto che avete da fare –
Provocò così la risata di tutti
Mi preparai e giunsi da Flavio dopo aver salutato tutti con un affettuoso bacio sulla guancia seguito da un abbraccio.
- Mi raccomando scopate! –
Ormai ero abituata a quel saluto da parte di Pietro, e non che prima mi avesse mai infastidita realmente, ma ormai non sentivo quasi più l'imbarazzo.
Arrivata da Flavio sorrisi
- Buonasera –
Sorrise lui abbracciandomi e rubandomi un bacio a fior di labbra
- Buonasera –
Ricambiai
- Che ha detto Pietro? –
STAI LEGGENDO
Una canzone che non so | Gazzelle
Fanfiction🌕 Che ti ricordi di me, lo so Ma solo quando non ti calcolo 🌕Che ti innamori di me però Soltanto quando non ti calcolo 🌕Come quando ti spogli vado fuori di testa Ma vorrei sparire un po' 🌕Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra Una canzo...