Oh, ma che c'hai?

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Pietro

Ero fuori a quel grandissimo portone verde, suonai. -Chi è? - eccola la sua voce, la voce di Greta. Quella voce che mi era tanto mancata. Bhe dopo aver perso le chiavi è rimasta a casa di Flavio per due notti, non ha chiesto a noi, ma bhe, è scontato il perché: quei due si vogliono ma sono due deficienti e non se lo dicono.

-Io Grè- dico sorridendo, non finisco neanche la frase che apre il portone, aveva riconosciuto la mia voce. Bhe era un po' impossibile non riconoscerla.

Salii le scale velocemente, entrai e l'abbracciai in fretta -Pietro!- esclamò lei stringendomi a sé -Da quanto tempo- sussurrò, poi quando ci staccammo, per guardare il pavimento in segno di imbarazzo.

- Bhe hai passato un bel periodo con il tuo amato!- ironizzai io prendendole il viso tra le mani e alzandoglielo a livello del mio, mi guardò storto e io sorrisi - Mi racconti di questo Flavio? - continuai

Greta

- Bhe hai passato un bel periodo con il tuo amato!- pronunciò ironicamente, lo guardai storto, continuò chiedendomi di Flavio. - Ma scemo! Smettila! - dissi liberandomi definitivamente dalla sua presa e colpendogli il braccio. Finse di essersi fatto male ed io sorrisi. - Vieni di lì - gli dissi facendogli strada verso il soggiorno, più precisamente il divano.

- Bhe ma mi racconti o no?- continuò, stanca alzai gli occhi al cielo e cominciai - Dovrei ringraziare il mio essere distratta, ma non lo faccio: dopo essere stata in un locale con Flavio e gli altri della band, e dopo aver chiarito con Flav...- Mi interruppe - Chiarito ?- ripresi - Si, gli ho detto che di lui non me ne fregava niente, che non mi piaceva come quando eravamo alle medie - sorrise e scosse la testa, ripresi - Dopo aver chiarito, mi stava riportando a casa ma io avevo lasciato le chiavi, conclusione: mi ha ospitata da lui per due giorni!- Sorrisi ripensando al risveglio abbracciati, alla canzone che parlava di me (tra le sue lenzuola) -Oddio!- esclamò lui abbracciandomi da capo - Ma avete scopato?- riprese.

Mi portai una mano sulla fronte e poi risposi - Ma che ti viene in mente! - abbassai lo sguardo - Gli ho già detto che non mi piace e poi che faccio, ci vado a letto insieme?- Riprese ridendo - Ma sentiti! "ci vado a letto insieme" Mi hai detto tu che avete dormito insieme! - scossi la testa - Ma mica in quel senso!- continuai scuotendo la testa.

- Metto su un film?- Chiesi andando in cucina a prendere delle ciotole in cui avrei messo delle patatine - Bho si... - sussurrò, poi riprese - Anzi! vediamo breaking bed?- chiese - Oh, si! - esclamai accendendo netflix alla tv, poi andai in cucina lasciando a lui il controllo del televisore.

Fu quando andai a sedermi che suonarono, erano gli altri, oggi avevamo organizzato una mini rimpatriata. Non ci vedevamo da troppo tempo anche essendo nella stessa città. Mi alzai sbuffando e andai a rispondere al citofono -Chi è?- Chiesi già sapendo la risposta - Sara ! - esclamò la riccia

Salì in un batter d'occhi e fu davanti ai miei occhi seguita da Fabio e Mariasole, ci abbracciammo e andando verso il salotto dove Pietro ci aspettava, fu Sara a parlare con me - Poi devi raccontarmi del "tipo con gli occhiali da sole" - sbuffai, poi ci sedemmo sul divano e riprese in silenzio per non farsi sentire dagli altri - Bhe?-

Io ucciderò Pietro. Lo ucciderò, poi piangerò e non saprò più cosa fare senza il mio rompipalle preferito.

-Niente! - bloccai il televisore e Pietro sbuffò - Cosa è successo?- chiese poi il biondo platino. - Ma che cazzo dici in giro?- Chiesi ironica mettendomi davanti ai suoi occhi e muovendo il mio sguardo da quelli a quelli della riccia, sorrise rumorosamente. - Ma che ridi?- sbuffai colpendolo amichevolmente sulla spalla e battendo le mie mani sui fianchi in segno di resa. - Chiarisco una volta per tutte: tra me e Flavio non c'è nulla! - Poi non guardammo più la serie perché ci furono le risate di tutti che a loro volta furono interrotte dal suono del campanello.

- E ora chi è?- chiese Pietro - Delia e Gaia no, avevano detto che non ci sarebbero venute! - continuò Sara, poi realizzai, andai in corridoio, sistemai velocemente i capelli con le mani e risposi. - Chi è?- poi quella voce mi fece perdere un battito.

Forse i miei amici avevano ragione, tra me e lui c'era qualcosa, qualcosa che non riuscivamo ad ammettere, qualcosa che non volevamo ammettere. Poi aprii la porta e lo feci entrare, aveva fatto le scale velocemente, perché era già arrivato su, e vi assicuro che non è facile salire queste scale, delle scale antiche anche parecchio alte.

-Ehi ciao- lo saluto cordialmente posandogli due baci sulle guance e abbracciandolo come facevamo di solito, -Ciao cara!- ricambia lui, poi allungai le braccia sulla sua spalla, gli sfilai lo zaino che portava e - Vieni con me- dissi indicandogli la strada verso la camera da letto.

Poggiai lo zaino sul letto e parlai - Di là ci sono i miei amici - sussurrai, - Oh, si, scusa, non ho avvisato che arrivavo prima, non sapevo... - parlò anche lui a bassa voce - Tranquillo, li conoscerai...- sussurrai ridendo pensando a tutto ciò di cui stavano parlando prima.

- Che poi... - ripresi - Li conosci già...- risi ancora aspettando che togliesse il cappotto, mi sedetti sul letto e lo osservai attentamente: non era uno di quei ragazzi da definire "figo", era un tipo attraente, era un tipo diverso, era quello che a me piaceva. Era quello che cercavo, ma non doveva saperlo.

Fu Pietro ad interrompere i miei pensieri - Dovete continuare ancora a fare i piccioncini? - sbucò lui sulla porta. Cazzo che figura di merda. - Pietro! - esclamai alzandomi e colpendo la mia faccia con la mano, poi avvicinandomi a lui e spingendolo via seguita da Flavio che sorrideva.

Entrammo così in soggiorno, Pietro si sedette sul divano, dove era prima, lo ammazzai con lo sguardo e mi resi conto di avere ancora Flavio dietro di me - Ah si, Flavio, Sara, Mariasole, Fabio e Pietro, ma lui lo conosci già- dissi indicando i miei amici uno ad uno fino ad arrivare al biondo che rideva sonoramente. - Ciao, sono Flavio- sorrise lui porgendo la mano ad ognuno e salutando i miei amici, quegli amici che non calcolava alle medie un po' come non calcolava me.

Poi ci sedemmo sul divano e riprendemmo a guardare la serie tv. Arrivate le 23 i miei amici decisero di andare via lasciando me e Flavio soli, non mancarono le loro risatine e i loro "usate le protezioni" prima di uscire, bhe in particolare fu Pietro a dire quest'ultima cosa prima di salutarmi sulla porta con un bacio sulla fronte.

Chiusi la porta e raggiunsi Flavio sul divano, spensi la tv sotto suo suggerimento, era solito fare così tra di noi, quando eravamo insieme c'eravamo solo noi, noi e i nostri discorsi, noi e le nostre parole. Mi accovacciai vicino a lui e sorrisi - Bhe ora non hai più paura di starmi vicino- sussurrò lui tra i miei capelli - Non ho mai avuto paura - risposi chiudendo gli occhi e godendomi quel momento tenerezza, poi sorrise, lo percepii dalla sua gola, che poggiata sulla mia testa, tremò.

- Simpatici i tuoi amici- riprese poi - Non la pensavi così un po' di tempo fa - risposi riferendomi al periodo della scuola, quando lui, essendo quello conosciuto, non ci parlava e non ci degnava neanche di un suo saluto, anche essendo nostro compagno di classe. - Bhe ma prima ero coglione, non notavo tante cose prima, tante persone, tante emozioni - concluse lui. Poi tra noi calò il silenzio, nessuno parlò e ci addormentammo così, sul divano ancora vestiti, io e lui, vicini.

Una canzone che non so | GazzelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora